Apple Intelligence non uscirà col nuovo iPhone
La nuova IA di Apple non verrà rilasciata in tempo per settembre. Addio lancio in contemporanea col nuovo melafonino: se ne riparla a ottobre o, peggio, nel 2025. Intanto, il colosso tech firma il documento della Casa Bianca per un'intelligenza artificiale responsabile
L’IA di Apple potrebbe non arrivare nel 2024. La tanto annunciata feature di Cupertino mancherà di sicuro il lancio dei nuovi iPhone e iPad, previsto per settembre, e non sarà nei nuovi sistemi operativi, iOS18 e iPadOS 18. Potrebbe arrivare un mese dopo con update dedicato o ancor più avanti, nella prima metà del 2025. Forse insieme alla versione desktop del nuovo MacOS, Sequoia.
La notizia, riportata da Bloomberg che cita fonti informate interne all’azienda, era nell’aria da un po’ tra gli addetti ai lavori. L’IA e la ‘Siri potenziata’ mancavano infatti dalle versioni beta del prossimo aggiornamento principale e non sono state implementate nemmeno nelle evoluzioni più recenti dell’OS provvisorio, quelle in cui di solito le innovazioni imminenti entrano in fase di consolidamento per i test finali.
L’intento del colosso californiano è duplice: dare più tempo agli sviluppatori per controllare bug e tarare meglio le risposte agli input degli utenti. Per farlo è indispensabile raccogliere dati in fase di rodaggio e allargare la platea dei tester il più possibile: di qui la decisione di rilasciare versioni beta di iOS e iPadOS 18.1 in settimana. Un approccio inedito, visto che questi due OS sarebbero l’evoluzione di un sistema operativo base ancora non rilasciato sul mercato e in fase di testing.
A suggerire prudenza all’azienda di Cupertino, come altri grandi stakeholder che si stanno affacciando al mondo dell’intelligenza artificiale, le possibili sanzioni in cui potrebbe incorrere se ci fossero vulnerabilità nella privacy. Vulnerabilità che sarebbero su scala planetaria, visti i milioni e milioni di possessori di melafonino. Anche per questo il 26 luglio Apple ha firmato l’impegno della Casa Bianca per lo sviluppo di un’intelligenza artificiale sicura, protetta e affidabile. Stando a un comunicato ufficiale diramato dall’azienda, l’IA in sviluppo ha già recepito le indicazioni di Washington in tema di protezione dei dati e uso sicuro dei software avanzati. L’impegno esiste dal 2023 e vi hanno aderito le principali società del settore, ma all’epoca l’azienda californiana non aveva ancora annunciato investimenti nel settore. La Casa Bianca, riporta Techcrunch, definisce il piano di Apple come un “primo passo” verso lo sviluppo di un’IA sicura e affidabile.
La mela ha annunciato l’implementazione di questa tecnologia nei suoi dispositivi lo scorso giugno con un evento dedicato durante la Worldwide Developers Conference. Apple Intelligence, questo il nome della tecnologia, poggia su tre pilastri (capacità, architetture, esperienze) e potrà scrivere e correggere testi, aiutare nella programmazione delle giornate e nella prioritizzazione delle notifiche, generare immagini ed eseguire azioni personalizzate all’interno delle app. Il tutto grazie a una tecnologia proprietaria supportata da una spinosa partnership con OpenAI. Spinosa perché il finanziatore principale della società di Sam Altman è l’arcinemico Microsoft, spinosa perché sul colosso dell’intelligenza artificiale si addensano molte nubi legate a risposte inesatte del suo chatbot, bias razzisti, disinformazione, violazioni del diritto d’autore e vulnerabilità legate all’utilizzo dei dati personali degli utenti.
Criticità o meno, però, Apple non può più aspettare. Le vendite di iPhone sono in sostanziale stagnazione da tre anni a questa parte, mancano innovazioni significative da troppo tempo sui sistemi operativi mobile, la concorrenza corre. Per la prima volta dal lancio del melafonino, Apple si presenta al lancio di una nuova tecnologia mobile inseguendo gli altri e non tirando la volata. Il rinvio della sua IA proprietaria rischia di ingolfare le vendite dell’atteso iPhone 16, un rischio che a Cupertino non vogliono correre.