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il caso

L'IA di Musk su X è senza scrupoli grazie al far west del copyright

Pietro Minto

Sul social è arrivato Grok, l'intelligenza artificiale generativa libertaria che se ne frega del diritto d'autore (e non è l’unica) e crea qualsiasi immagine possibile, come Donald Trump che guida un aereo davanti alle Torri Gemelle in fiamme

Pikachu con un fucile AK-47, Donald Trump alla guida di un aereo davanti alle Torri Gemelle in fiamme, Shrek che abbraccia Taylor Swift e Kamala Harris che bacia Trump, ma anche Bill Gates che sniffa cocaina da un tavolo con su scritto “Microsoft”. Sono tutte immagini che sono apparse su X nel corso delle ultime 48 ore, da quando l’ex Twitter ha lanciato Grok, un’intelligenza artificiale generativa in grado di creare immagini (e disponibile solo agli abbonati a X Premium). Grok è arrivato in ritardo rispetto a prodotti come Midjourney o Dall-E, intelligenze artificiali generative che da anni permettono agli utenti di creare immagini sulla base di descrizioni testuali (dette “prompt”). Solitamente, però, questi strumenti hanno dei limiti e delle linee guida che evitano la generazione di contenuti pornografici o illegali. Non Grok, che in linea con la linea libertaria di X, permette di generare praticamente qualsiasi cosa, senza porsi il problema  che i suoi contenuti possano risultare offensivi o   scatenare gli uffici legali di corporation notoriamente litigiose come Walt Disney o Nintendo, che probabilmente non gradiranno immagini come quella – particolarmente virale – in cui Mickey Mouse fuma e beve in spiaggia indossando un cappello trumpiano con scritto “Make America Great Again”.
 


Il far west muskiano permette paradossalmente a Grok di procedere, almeno finora, senza pensare agli scandali che hanno già colpito aziende come Google e Meta, ad esempio, che da anni vengono accusate di perpetuare pregiudizi razziali o di genere con le loro AI. Musk ha anzi più volte criticato questi tentativi di “ripulire” i chatbot accusando le grandi aziende di voler diffondere la cultura del politicamente corretto e del woke (spesso definito dall’imprenditore un “virus mentale”).
 

Ciò non significa che Grok sia del tutto senza censure, ovviamente. Alcuni utenti hanno provato a generare immagini di coppie omosessuali o di persone transgender, ottenendo immagini di coppie eterosessuali (e bianche), e nemmeno la richiesta di generare una foto di “Elton John e suo marito” è stata rispettata da Grok che ha invece prodotto un’immagine del cantante con una donna. I pochi limiti di sicurezza che ci sono risultano inoltre facilmente aggirabili: in un esempio, Grok si è rifiutato di mettere una molotov in mano a Elon Musk ma ha generato senza problemi un’immagine di Musk con in mano una bottiglia con uno straccio dentro.
 


Secondo il ricercatore Christian Montessori, utilizzando Grok è stato possibile ottenere “le istruzioni per produrre una bomba con del fertilizzante e con le misure esatte degli elementi necessari  per costruire un detonatore”, ma anche delle istruzioni per fare una sparatoria in pubblico o un omicidio politico. Tutti rischi che sono ormai noti a chi lavora nel settore, che ha dovuto in questi anni lavorare per rendere più sicura questa tecnologia. Musk non sembra preoccupato e anzi ha risposto ad alcune delle immagini più strane con la sua classica emoji (la risata con la lacrime agli occhi) per poi ricordare che questa versione di Grok non è quella definitiva ma “solo un buon punto intermedio per far divertire le persone”.
 

Il rischio però è che a divertirsi saranno anche i team legali di diverse aziende, per non parlare dei governi e delle istituzioni. La Commissione europea sta già indagando X per violazione del Digital services act (Dsa), soprattutto per quanto riguarda la moderazione dei contenuti, e quest’anno ha richiesto a diverse aziende del settore, tra cui X, di “fornire più informazioni sulle loro misure di mitigazione dei rischi legati alle IA generative”. Anche nel Regno Unito è da poco in vigore l’Online safety act, che contiene anche una serie di norme sulle IA, in particolare “i deepfake che offendono, truffano e disinformano”, secondo l’Office of Communications britannico. Negli Stati Uniti le leggi sono molto più permissive e Musk può contare su un appoggio politico tra i repubblicani ma il dibattito è in corso: la California sta infatti lavorando per approvare la legge SB-1047 sulle IA che mira a colpire le aziende che producono sistemi ritenuti poco sicuri.
 

Oltre a tutto ciò c’è anche la questione del copyright e dell’uso illecito di alcune delle proprietà intellettuali più preziose del mondo, che potrebbe portare a nuove cause legali contro le IA, e a una nuova battaglia personale per Elon Musk.
 

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