Il Ceo di Apple Tim Cook - foto Ansa

Dopo l'Apple Event

L'iPhone non basta più: Apple vuole innovarsi e quindi cerca una "next big thing"

Pietro Minto

Tra intelligenza artificiale e nuove tecnologie fotografiche, la casa del melafonino si preoccupa sempre meno del fatto che il suo prodotto di punta sia uno smartphone ed è alla ricerca di nuovi orizzonti su cui continuare a espandersi

“Smetti di pensare che sia un iPhone e lo tratti come una normale macchina fotografica”. È il virgolettato più incisivo dalla presentazione di iPhone 16 di lunedì scorso, nel corso della quale Apple ha anche presentato il nuovo video musicale di The Weeknd, girato in slow motion grazie alle nuove funzioni dello smartphone. A firmare la citazione è Erik Henriksson, direttore della fotografia del video: un commento tecnico, si direbbe, ma anche una direzione chiara sul futuro di iPhone. E Apple. Del fatto che iPhone sia uno smartphone, infatti, importa sempre meno sia al pubblico che all’azienda.
 

Tra le novità di iPhone 16 c’è sicuramente Apple Intelligence, una suite di intelligenze artificiali che era stata anticipata qualche mese fa ma che oggi trova finalmente casa, anche se ci vorrà tempo per il suo lancio definitivo. Tra i suoi servizi c’è Visual Intelligence, con cui è possibile ottenere informazioni sugli oggetti che ci circondano inquadrandoli col telefono: nulla che Google Lens non faccia già da anni, ma ora è disponibile anche su iPhone. Diciamolo, i keynote di settembre di Apple non sono più quelli di una volta: c’è ancora il pubblico e il palco, l’amministratore delegato Tim Cook e i suoi, ma ora abbondano i contributi registrati: l’effetto televendita-ma-con-budget è dietro l’angolo e le reazioni del pubblico un po’ più fredde di quelle, trionfali, dei tempi di Steve Jobs (ad animare la sala sono stati i molti tiktoker e content creator chiamati per la prima volta all’evento). All’inizio fu la pandemia a costringere l’azienda a cambiare format ma da allora Apple non è più tornata alla prassi di un tempo. Ogni settembre c’è un iPhone, lo sappiamo tutti, saltiamo i convenevoli.
 

Un problema? Non del tutto, perché Apple è in una situazione delicata: a maggio l’azienda ha annunciato un calo del 10 per cento nell’ultimo trimestre delle vendite di iPhone, che rappresentano il 52 per cento del totale; nel frattempo, però, i margini di guadagno dell’azienda sono cresciuti, grazie soprattutto al settore dei “servizi”, che comprende Apple Music, Apple TV, i vari abbonamenti, la tassa del 30 per cento su ogni acquisto o spesa fatta via app, i 10 miliardi annui che Google paga ad Apple per essere motore di ricerca predefinito su iPhone (e che hanno attirato le attenzioni dell’antitrust, colpendo Google).
 

Apple è quindi alla ricerca di alternative e nuovi orizzonti su cui espandersi. Non è facile. La crescita dell’azienda negli anni Zero si è verificata grazie alla guida del capo carismatico Steve Jobs ma anche di novità come la diffusione del web e di nuove tecnologie, che ispirarono nuovi Mac, iPod e ovviamente iPhone. Difficile trovare qualcosa di simile oggi, ma per riuscirci negli ultimi cinque anni Apple ha investito circa 113 miliardi di dollari in R&D, ricerca e sviluppo, per esplorare possibilità inedite, costruire prototipi e innovare. Solo nel 2023 l’azienda ha speso 30 miliardi in ricerca. E quali risultati ha ottenuto finora? A inizio anno Apple ha finalmente archiviato il progetto di un’automobile elettrica, iniziato dieci anni prima e diventato presto il progetto segreto più discusso della Valley. Costo: circa 10 miliardi di dollari, secondo il New York Times. E poi c’è Apple Vision Pro, visore per la realtà aumentata messo in vendita a gennaio per 3.500 dollari e presto dimenticato: già ad aprile, alcuni report sostenevano che l’azienda ne stesse tagliando le spedizioni per la scarsa domanda.
 

In un altro segnale preoccupante per il prodotto, Apple ha interrotto lo sviluppo del Vision Pro 2 per concentrarsi su un modello più leggero e meno costoso, che uscirà nei prossimi anni. Non è cosa da poco: il primo modello di un nuovo prodotto è spesso sperimentale e ha lacune che vengono sistemate dalle generazioni successive (come successo con iPhone, del resto). Vision Pro è stato quindi abbandonato a se stesso e grazie a chi vi ha partecipato. Ora pare che sia il turno dei robot domestici – così ha scritto Bloomberg –, apparecchi per la smart home il cui sviluppo è stato affidato al team della Apple Car (non una garanzia, quindi).
 

L’unica vera novità promettente sono quindi i chip, che Apple produce internamente, e che sono alla base degli ultimi potentissimi Mac e delle nuove funzionalità di Apple Intelligence. L’idea è che con Apple si possa parlare e condividere foto e video, e soprattutto capirsi. “Smetti di pensare che sia un iPhone e lo tratti come una normale macchina fotografica”. O come qualsiasi altra cosa, sperando sia la next big thing.