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Il confine tra il profilo X di Musk e il suo social network è sempre più fumoso

Pietro Minto

L'ex Twitter è oggi una piattaforma ad personam, non solo per i trucchetti algoritmici che fanno dilagare i post del capo a tutti gli utenti (nel caso, una soluzione c'è: bloccarlo) ma anche per l'uso politico che Musk sta facendo della sua proprietà

Il confine tra il profilo X di Elon Musk e X in generale, in quanto social network un tempo noto come Twitter, è sempre più sfumato. Una piattaforma ad personam, non solo per i trucchetti algoritmici che fanno dilagare i post del capo a tutti gli utenti (nel caso, una soluzione c’è: bloccarlo) ma anche per l’uso politico che Musk sta facendo della sua proprietà. Questa settimana il conflitto di interessi uomo-piattaforma si è manifestato subito dopo la notizia del secondo attentato (sventato) contro Donald Trump, alla quale Musk ha reagito pubblicando quella che lui definirebbe una “battuta”, il discusso post in cui notava che nessuno, stranamente, prova mai a uccidere “Kamala/Biden”, seguito da emoji pensosa.

 

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Nel giro di pochi minuti – mentre negli Stati Uniti era piena notte, peraltro – il post fu pubblicato e cancellato: al suo posto, due messaggi in cui Musk è sembrato prendere atto di qualcosa di importante quanto elementare. Prima ha notato che “il fatto che io dica qualcosa a un gruppo di persone e loro ridono, non vuol dire che la stessa cosa sarà così divertente se pubblicata come post su X”. A seguire, un’altra epifania: “A quanto pare le battute sono MOLTO meno divertenti se le persone non conoscono il contesto e il mezzo è puramente testuale”.
 

Sembreranno ovvietà a un pubblico di persone normali ma sono pensieri notevoli per un edgelord, ovvero un tipo di utente che si diverte a offendere o “scioccare” il pubblico con contenuti forti. In questa occasione, per esempio, il capo di X, Tesla e SpaceX ha confermato di avere un gruppetto di persone – probabilmente in una chat il cui eventuale leak avrebbe conseguenze notevoli – con cui scambia battute e memi prima della pubblicazione su X.
 

Osservare il comportamento di Musk sul suo sito è importante anche perché sembra passarci tempo. Molto tempo. In una giornata campione analizzata dal Guardian si è arrivati a 145 tweet in 24 ore, tra retweet, video filo-trumpiani, clip autopromozionali, risposte monosillabe a contenuti politici (tipo “wow”, “interesting”, parole magiche con cui l’account da quasi 200 milioni di follower piega l’algoritmo verso certi post) e parecchie emoji, tra tutte, quella con le lacrime da risata.
 

Le stranezze proseguono: Musk ha ammesso in corte di aver gestito alcuni “alt”, account alternativi, tra cui uno, particolarmente bizzarro, in cui faceva finta di essere un bambino. E poi ci sono gli account altrui che lo riempiono di complimenti, quelli di superfan come “Doge Designer” e “Tesla Owners Silicon Valley”, che dedicano parecchie ore al giorno a difendere il loro idolo, venendo ritwittati regolarmente da Elon.
 

Osservare il panorama del profilo di Musk è forse il modo migliore di capire lo stato odierno di Musk: un uomo solo, isolato, paranoico, che passa le giornate a pubblicare propaganda trumpiana, fake news razziste sugli immigrati che mangiano i cani, ma ogni tanto si ricorda di essere CEO di una mezza dozzina di società, e quindi parte con la propaganda aziendalista. In mezzo a tutto questo, qualche post innocuo e anche interessante, ad esempio sui voli di Spacex (a cui forse dovrebbe dare più spazio).
 

Il tweet della discordia di questa settiman va però visto per quello che è: un velato messaggio sull’assassinio dell’attuale presidente e vicepresidente degli Stati Uniti che potrebbe essere categorizzata come “battutaccia mal riuscita” se Musk non fosse un recidivo e, soprattutto, non avesse rapporti con molte agenzie governative – tramite SpaceX – e non godesse di miliardi di dollari di investimenti con la sua Tesla. Per questo motivo Andrew Couts su Wired ha addirittura definito Musk “un rischio per la sicurezza nazionale”; quel che è certo è che Elon non sta per niente bene. Levateje er telefono.

 

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