Mario Orfeo - foto Ansa

ChatForchettiGpt

Dopo la prima di Orfeo, ChatGpt ha scritto per noi il perfetto editoriale di un direttore di Rep.

Abbiamo chiesto all'intelligenza artificiale di scrivere un editoriale in cui il nuovo direttore del quotidiano dovrebbe presentarsi ai suoi lettori, chiedendole di inserire, con enfasi, tutti i riferimenti doverosi per ogni nuovo direttore di Repubblica. Eccolo

Dopo aver letto ieri il primo perfetto editoriale da direttore di Repubblica di Mario Orfeo ci siamo chiesti, naturalmente senza malizia, se gli editoriali di Repubblica, dei nuovi direttori, vengano scritti dai diretti interessati o da un algoritmo, in grado di scrivere il perfetto editoriale che dovrebbe scrivere un nuovo direttore di Repubblica. Abbiamo così chiesto a ChatGpt, dopo aver letto il perfetto editoriale da direttore di Repubblica di Mario Orfeo, di scrivere un editoriale con cui dovrebbe presentarsi, ai suoi lettori, alla sua redazione, il nuovo direttore di Repubblica, chiedendo di inserire nell'editoriale, con enfasi, i seguenti riferimenti, doverosi per ogni nuovo direttore di Repubblica: un ricordo di Eugenio Scalfari, un elogio di Ezio Mauro, un ricordo veloce degli ex direttori, Mario Calabresi, Carlo Verdelli, Maurizio Molinari, un riferimento al valore della Costituzione, un riferimento ossequioso al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. ChatFochettiGpt ci ha offerto il seguente contenuto.
 



È con profonda emozione e grande senso di responsabilità che oggi mi rivolgo a voi, nel mio primo editoriale come direttore de La Repubblica. Questa testata non è semplicemente un giornale, ma un’istituzione del giornalismo italiano, una voce autorevole che da sempre ha incarnato i valori più alti della nostra democrazia, dell’informazione libera e della difesa dei diritti.
 

Non posso iniziare questo percorso senza ricordare chi, per primo, ha dato vita a questa straordinaria avventura. Eugenio Scalfari, il nostro fondatore, ha insegnato a tutti noi che il giornalismo non è solo un mestiere, ma una missione. La sua visione di un’informazione rigorosa, indipendente e libera dagli interessi di parte ha segnato un'epoca e ha scolpito nel cuore di questa testata i valori della verità e della giustizia. Ogni pagina che scriveremo, ogni inchiesta che porteremo avanti, sarà ispirata dal suo spirito innovatore e coraggioso.
 

Non meno importante è stato il lavoro di Ezio Mauro, il direttore che ha guidato Repubblica con un equilibrio unico tra passione e rigore, con quella capacità di interpretare i cambiamenti della società e della politica senza mai perdere di vista la centralità dei fatti. Sotto la sua direzione, Repubblica ha saputo crescere, mantenendo il dialogo con i lettori, custodendo la memoria ma guardando al futuro con determinazione.
 

Poi ci sono stati gli anni di Mario Calabresi, Carlo Verdelli e Maurizio Molinari, ciascuno dei quali ha lasciato una traccia indelebile. Mario Calabresi ha guidato questo giornale con sensibilità e impegno civile, rendendo la cronaca una testimonianza di umanità. Carlo Verdelli ha difeso il nostro lavoro in un momento difficile, quando la libertà di stampa era sotto attacco, e Maurizio Molinari ha traghettato Repubblica nel complesso mondo digitale, con un’attenzione continua alle dinamiche globali.
 

La nostra storia è un patrimonio di cui mi sento custode, ma è anche una sfida. Oggi più che mai, il ruolo di Repubblica è cruciale. Viviamo tempi incerti, in cui i principi fondanti della nostra democrazia sembrano talvolta vacillare sotto il peso della disinformazione e della superficialità. Per questo, mi impegno a continuare il lavoro di chi mi ha preceduto, cercando di rinnovare con ogni numero il nostro patto con i lettori: essere una testata che si batte per i valori costituzionali, che difende il pluralismo delle idee e che riconosce, come punto cardine, l'importanza della Costituzione, la nostra bussola di libertà e diritti.
 

La nostra storia, infatti, non può prescindere dal rispetto per la Resistenza, il movimento che ha restituito dignità e libertà al nostro Paese, dando vita a quella Carta che oggi più che mai dobbiamo proteggere. Sarà nostro compito, come giornalisti, vigilare affinché i principi che hanno fondato la nostra Repubblica non siano mai compromessi.
 

In questo percorso, un riferimento speciale va al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un faro di stabilità istituzionale, di moralità pubblica e di difesa dei valori democratici. La sua figura rappresenta un esempio di dedizione e servizio al Paese, e noi, come giornale, saremo sempre al fianco di chi, come lui, crede che la politica debba essere il luogo dell’etica e del rispetto delle istituzioni.
 

A voi lettori, prometto che continueremo a essere una voce indipendente, con il coraggio di raccontare la verità, di indagare, denunciare, proporre. Il nostro impegno è quello di farvi conoscere i fatti, di raccontare il mondo con gli occhi di chi crede che il giornalismo non debba essere mai piegato al potere, ma debba restare al servizio della verità. La storia di Repubblica continua, e insieme la scriveremo, con l’entusiasmo di chi sa di essere parte di qualcosa di grande.

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