Cose dai nostri schermi
La crescita di Bluesky, il social nato “dal basso” (per volere di Twitter)
Nelle ultime settimane la piccola piattaforma ha sbaragliato la concorrenza con un incremento vertiginoso di nuovi utenti. Meta potrebbe essere già pronta a copiarne le fattezze, mentre all'orizzonte c'è anche il rischio di diventare una bolla di utenti liberal contro Trump e Musk
Così, dopo anni passati a parlare di libertà d’espressione e algoritmi misteriosi, salta fuori che tutto quello che mancava al panorama dei social era un briciolo di competizione. E non quella tra Mark Zuckerberg e Elon Musk, e i loro Threads e X, no, ma quella tra un prodotto nuovo e tutto il resto. Parliamo di Bluesky, social network che, con retorica grillina, potremmo definire come proveniente “dal basso”. In realtà, sono solo apparenze: Bluesky è nato dentro Twitter e per volere del suo co-fondatore Jack Dorsey; poi si è emancipato e nelle ultime settimane è cresciuto così tanto da fare paura ai giganti Zuck e Musk.
Ascolta qui il podcast di Pietro Minto sullo stesso argomento
Alla base del suo successo, pochi ingredienti chiari: innanzitutto, tra tutti gli aspiranti cloni del fu Twitter, oggi X, Bluesky è semplicemente il migliore. O il più vicino all’originale, quanto meno. La concorrenza, del resto, è quello che è: Mastodon è il social “decentralizzato” per eccellenza ma ha perso la sua occasione di aggredire il mainstream; Threads ha optato per un feed algoritmico alla TikTok, in cui i contenuti degli amici e quelli in tempo reale sono impossibili da recuperare; X è ormai orticello del citato Musk, con tutto quello che ne consegue.
Rimane Bluesky, quindi, che nelle ultime settimane è cresciuto di un milione di utenti al giorno sull’onda delle elezioni statunitensi, e ha soprattutto spinto Threads ad accogliere alcune delle richieste dei suoi utenti. Un feed meno algoritmico e più “umano”, in primis. Ma arriveranno anche gli “starter pack”, una specialità blueskyana, cioè delle liste di utenti da seguire in blocco, per i nuovi arrivati o gli appassionati di un dato argomento. Nulla di trascendentale, sia chiaro, eppure milioni di utenti non aspettavano altro che un social così: più simile al Twitter d’antan e meno venduto alle logiche degli inserzionisti – o dell’engagement.
Casey Newton, giornalista tecnologico, ha già scherzato definendo Bluesky il nuovo product team di Threads. Una battuta solo a metà, per chi conosce la gelida facilità con cui Meta, gruppo a cui appartiene Facebook, WhatsApp, Instagram, e quindi anche Threads, ha nel copiare i competitor che teme. E che vuole annientare. Ricordate quanto Instagram era pieno di immagini con filtri vintage? Era tanto tempo fa, prima che Snapchat (ora chiamata Snap) inventasse le Stories, presto implementate da Instagram. Arrivò poi TikTok, che spinse Instagram a riempire i feed di Reels e contenuti verticali scelti dall’algoritmo.
È la ricetta Zuckerberg, riassunta in una mail inviata dal padre di Facebook al suo team qualche anno fa: “Non siate troppo orgogliosi per copiare”. Massima confuciana che ha reso Meta “l’azienda più cinese della Silicon Valley”, secondo l’investitore cinese Kai-Fu Lee, che in essa vede un’abitudine diffusa nella sua madrepatria.
C’è quindi il rischio che Bluesky diventi il laboratorio ufficiale di novità dal quale Meta attingerà per i prossimi anni? Forse. Anche se il piccolo social ha una carta che nessun’altro competitor Big Tech può giocare: l’essere una realtà “indie” e, ancora meglio, decentralizzata. O quasi, perché Bluesky esiste in realtà come primo social di un nuovo protocollo chiamato AT Protocol, con cui in futuro si potranno costruire e gestire social network decentralizzati: non più piattaforme chiuse, quindi, ma servizi più simili alla posta elettronica, in cui chiunque può scegliere il server e la “instance” preferita, senza tema che un Elon Musk spunti dal nulla e rovini tutto. Nel caso succedesse, in un ambiente simile, basterebbe cambiare server – e non si perderebbero contatti né post.
Un’utopia per nerd che può aiutare Bluesky a distinguersi, anche se la stessa Threads sta sperimentando con la decentralizzazione (ma con un altro protocollo, ActivityPub). Comunque andrà, è interessante notare che tutto questo inseguimento dell’underdog sta avvenendo perché Bluesky, con i suoi 20 milioni di utenti, fa paura a Threads, che ne ha 275 milioni. E anche a X, forse, che ha annunciato qualche cambiamento in settimana.
Un altro rischio per Bluesky, secondo alcuni, è di diventare una bolla di utenti simili, liberal o di sinistra, anti-Trump e anti-Musk. Se la crescita continuerà, aspettiamoci scontri culturali tra la vecchia guardia e i nuovi arrivati, come sempre è successo con i prodotti web. Oppure saranno i power user di destra, oggi su X, a rosicare, visto che Bluesky è un serbatoio d’attenzione mediatica che, al momento, non riescono a raggiungere. E come sappiamo, non c’è nulla che faccia arrabbiare di più i troll di non essere badati dalle loro stesse vittime.