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Il modello dell'IA europea che prova a non farsi schiacciare da America e Cina

Pietro Minto

La startup francese Mistral, guidata da Arthur Mensch, è nata nel 2023 da ex dipendenti di Meta e Google con l'obiettivo di creare un polo di AI generative nel Vecchio continente. Ma rischia di finire schiacciata tra due settori ben più grandi di lei

Nel dicembre del 2023 una piccola startup francese, Mistral, apparve dal nulla con un modello open source abbastanza potente da rivaleggiare con quelli di OpenAI. A rendere il tutto ancora più notevole, Mistral scelse di rendere disponibile online la sua AI con un semplice link di tipo torrent pubblicato su X, l’ex Twitter. Come a dire: prendetelo, scaricatelo, è vostro. Il tutto avvenne più di un anno fa, ben prima che DeepSeek sconvolgesse il mondo con i suoi modelli linguistici, quando sembrò che l’Europa avesse finalmente trovato una voce nel settore delle AI.

Mistral è nata nel 2023 da ex dipendenti di Meta e Google e ha scelto fin da subito come sede Parigi, dove da anni il governo francese investe per creare un hub tecnologico internazionale. Già nel 2018, in un’intervista a Wired, Emmanuel Macron mostrava una visione chiara del futuro: “Penso che l’intelligenza artificiale sconvolgerà tutti i modelli di business e sarà la prossima disruption. Quindi voglio farne parte, altrimenti sarò soggetto a questa trasformazione senza creare posti di lavoro in questo paese”. Seguirono fondi e politiche per il ritorno di capitali e persone cruciali per il settore.

A guidare Mistral, “la OpenAI europea”, è il trentaduenne Arthur Mensch, che ha un passato in DeepMind, importante startup londinese di intelligenza artificiale che a sua volta era un fiore all’occhiello del vecchio continente, prima di essere acquisita da Google nel 2014 (fu peraltro quell’operazione a spingere Elon Musk, Sam Altman e altri investitori a fondare OpenAI, per rispondere all’espansione di Google nel settore delle AI). L’obiettivo di Mensch era di creare un polo di AI generative nel cuore del continente. Come disse a una conferenza dello scorso anno, “il problema di non avere un campione europeo è che la strada viene tracciata dagli Stati Uniti. Non possiamo rischiare di essere strategicamente dipendenti da loro”. Nel giro di pochi mesi Mistral raggiunse i due miliardi di dollari di valutazione, triplicati l’anno successivo.

Ma mantenersi indipendenti dall’estero – e in particolare dagli Stati Uniti – non è facile, specie in questo settore. Nel corso di due anni, Mensch ha imparato a scendere a patti con giganti tecnologici americani, ricevendo investimenti da fondi come a16z (guidato dallo stesso Marc Andreessen che è oggi consigliere di Trump) e Salesforce. E poi è arrivato il discusso accordo con Microsoft, già investitore in OpenAI, con cui Mistral ha stretto un’alleanza per l’utilizzo di Azure, il potente servizio di cloud dell’azienda.

La notizia del patto – siglato a marzo del 2024 – non fu recepita bene a Bruxelles e Mistral fu accusata di doppio gioco. Al centro delle polemiche anche il governo di Macron, accusato di aver fatto lobbying per allentare alcuni punti dell’AI Act proprio per non interferire con gli affari della sua startup. In un’intervista a Euronews il consulente per la politica digitale del Partito popolare europeo, Kai Zenner, usò parole molto dure: “A livello tecnico e politico nel Parlamento europeo, siamo furiosi perché il governo francese per mesi ha sostenuto questo argomento della leadership europea, intendendo che queste aziende dovessero essere in grado di crescere senza l’aiuto di aziende cinesi o statunitensi. Ora che hanno ottenuto quello che volevano lo fanno lo stesso, ed è assurdo”.

Alto tradimento, insomma. Fu però pronta anche la risposta dell’allora Ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, che ricordò come “l’Europa dovrebbe innovare prima di regolare” e pur ritenendo la regulation “indispensabile”, disse che “sarà più efficace quando avremo attori europei a padroneggiare l’intelligenza artificiale”. Lo scontro è parte di una battaglia politica tra chi vuole limitare la tecnologia subito e chi non vuole mettere freni al settore in un momento cruciale. Tra chi ammira la cautela europea e chi si limita a indicare la crescita del settore tecnologico statunitense.

Nonostante tutto, Mistral è ancora in piedi, a differenza delle molte startup di AI europee che hanno retto pochi mesi al passo del settore. Sin da subito ha fatto scelte sagge, sviluppando diversi modelli open source, e forse esiste un universo parallelo in cui è proprio l’Europa a sviluppare l’anti-OpenAI definitiva. Così non è stato e potrebbe essere un problema: Mistral rischia di finire schiacciata tra due settori ben più grandi di lei, quello americano e quello cinese, perfetta metafora del Vecchio continente da dove proviene.

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