Ecco cosa si muove nel mondo AI dopo l'irruzione di Deepseek. Spoiler: non l'Europa
OpenAI lancia o3-mini, Softbank investe 25 miliardi nell'intelligenza artificiale, mentre l'Unione europea si incarta nella regolamentazione: parte l’applicazione dell’Ai Act, ma servono ancora circa 60 provvedimenti
Dopo lo sbarco burrascoso di Deepseek, nel mondo dell'intelligenza artificiale c'è grande fermento. La scorsa settimana il ceo di OpenAI Sam Altman aveva accusato la società cinese, proprietà del fondo speculativo High-Flyer di Liang Wenfeng, di avergli copiato i modelli avanzati di intelligenza artificiale. Ma oggi a Tokyo ha detto che non ha nessuna intenzione di fare causa all'app rivale cinese. La reazione di OpenAI va in un'altra direzione, meno rancorosa e più ottimista. "Continueremo a costruire grandi prodotti e a guidare il mondo con la capacità dei modelli, e credo che andrà tutto bene", ha detto Altman. Un messaggio luminoso che accompagna il lancio di o3-mini, un nuovo modello della serie che introduce importanti innovazioni nell'ambito del ragionamento artificiale. Si tratta di un modello piccolo ma potente che - dice OpenAI - risponde il 24 per cento più rapidamente rispetto a o1-mini (il primo modello con capacità di ragionamento della società, lanciato a settembre 2024) conservando ottime prestazioni nei calcoli matematici, nelle applicazioni scientifiche e nel coding. Una sua caratteristica interessante è la possibilità di selezionare il livello di capacità di ragionamento desiderato - basso, medio o elevato - permettendo di ottimizzare le prestazioni in base alle esigenze. Soprattutto, è il primo modello di ragionamento artificiale reso disponibile per gli utenti free, che possono provarlo selezionando il comando “reason” nella barra della chat o rigenerando una risposta, com’è stato annunciato da Altman su X. L’ad di OpenAI ha anche specificato che si tratta solo di un “mini model” (ma sta già riscuotendo successo) e che ora stanno lavorando “sul fratello grande”.
Il lancio di o3-mini arriva in un momento di particolare intensità per il mondo dell’AI, che sta affrontando importanti sfide dal punto di vista di concorrenza. Con l’arrivo del competitor cinese, il primato americano ha rischiato di essere messo in discussione. L’attacco hacker che ha mandato il chatbot cinese in down per qualche ora, oltre alle problematiche legate alla privacy, hanno però ridimensionato quella che sembrava una enorme minaccia. In Italia, in particolare, DeepSeek ha subito un duro colpo. E’ infatti scomparsa dagli App Store di Google e Apple dopo la richiesta da parte del Garante della privacy di fornire chiarimenti riguardo i dati personali degli utenti (come scrivevamo qui).
Così, mentre DeepSeek prova a sopravvivere, OpenAi reagisce. Oltre al lancio del nuovo modello o3-mini, si è concluso negli ultimi giorni l’investimento di 25 miliardi da parte del coreano Masayoshi Son, ad di SoftBank, società attiva nell'ambito della telefonia (ma anche del commercio elettronico, della finanza, marketing e dei semiconduttori). A questa somma vanno aggiunti i 15 miliardi che la multinazionale aveva già stanziato per il progetto Stargate dal valore di 500 miliardi, annunciato da Donald Trump subito dopo il suo insediamento. In questo modo Masayoshi Son è diventato il primo investitore di OpenAI, perseguendo l’obiettivo di consolidarsi come un leader nel settore dell’intelligenza artificiale dopo un periodo di ridimensionamento innescato dal calo del valore del portafoglio tecnologico del gruppo giapponese.
Questo investimento mette in secondo piano, almeno dal punto di vista economico, l’altro grande protagonista di OpenAI, Microsoft, che negli ultimi tre anni ci ha investito tra i 10 e i 13 miliardi. Questo ha portato a porsi qualche domanda sullo stato di evidente difficoltà del rapporto esclusivo tra Microsoft e OpenAI, soprattutto dopo l’esclusione dell’azienda di Satya Nadella dal progetto Stargate. Microsoft, infatti, qualche settimana fa aveva annunciato che non sarebbe stata più il fornitore esclusivo di infrastrutture cloud per OpenAI, nonostante l’intenzione di rimanere principale fornitore di data center. Infatti, oltre alla collaborazione col partner giapponese, OpenAI ha avviato la joint venture con la texana Oracle (che è, tra l’altro, in questo momento è l’azienda che potrebbe accaparrarsi il 50 per cento di TikTok).
Il mondo dell’AI è dunque in continuo e costante movimento. Un movimento che coinvolge tutti. O quasi. Mentre in America e in Asia si investe e le aziende avanzano per mantenere o consolidare il proprio primato, l’Europa non sta al passo. Da oggi vengono applicate le prime disposizioni dell’AI Act dell'Unione europea. Tuttavia il regolamento prevede un’applicazione graduale delle sue disposizioni e per l'attuazione sono necessari altri 60 provvedimenti poiché non è stata ancora realizzata del tutto la struttura di governance, sia a livello europeo sia nazionale. Se al momento negli Stati Uniti l'iniziativa più vicina all'Ai Act è il National Artificial Intelligence Initiative Act del 2020 (NAII) introdotto da Trump nel suo primo mandato e la regolamentazione dell'IA è composta da un puzzle di leggi statali e federali, che spesso affrontano solo aspetti specifici, in Cina il 15 agosto 2023, sono entrate in vigore le "Misure provvisorie per la gestione dei servizi di intelligenza artificiale generativa" pubblicate dalla Cyberspace Administration of China, l’ente competente a valutare i contenuti su Internet. A differenza dell’AI Act, la legge cinese interviene soltanto sull’intelligenza artificiale generativa, quella in grado di generare testo o immagini sulla base di istruzioni scritte, dette prompt, lasciando prive di regolamentazione le altre. A Bruxelles invece tre anni di lavoro non sono stati sufficienti a completare il quadro. La strada dell'intelligenza artificiale europea è dunque tutta ancora da costruire.