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Donald Trump (Ansa)
Cattivi scienziati
Il gran rifiuto di Lancet e del British Medical Journal
L'iniziativa imposta da Trump riguardo la ritrattazione di articoli scientifici non incontra il favore delle due riviste. È un segnale forte e nuovo nel panorama della comunicazione scientifica, ovvero l'atto di un'intera comunità che si rifiuta di piegarsi a pressioni esterne volte a limitare la libertà di espressione e di confronto
L'ultima mossa dell'amministrazione Trump, volta a imporre la ritrattazione di articoli scientifici, ha sollevato una questione di grande rilievo: la volontà delle principali riviste di difendere l'integrità del processo di divulgazione del sapere. In risposta a tale pressione, le pagine di due istituzioni internazionali – The Lancet e il BMJ – hanno espresso un rifiuto netto alla ritrattazione, segnando un punto di svolta decisivo. The Lancet espone chiaramente che “l'attacco sistematico alla libertà di ricerca non è solo un affronto contro i ricercatori, ma mina anche la capacità della società di accedere a informazioni veritiere e fondamentali per la salute pubblica”. Questo passaggio sottolinea come la decisione di non rimuovere gli articoli rappresenti un atto di resistenza contro l'imposizione di una visione univoca e, al contempo, tuteli il diritto della collettività a conoscere le evidenze complete, senza filtri o revisioni imposte da interessi esterni.
Il BMJ, altresì, condanna le pressioni che hanno portato a un tentativo di sopprimere il dissenso: «Le pressioni politiche si sono intensificate al punto da provocare il silenziamento delle voci dissenzienti e da ostacolare la pubblicazione di studi che, pur essendo scientificamente validi, risultano scomodi per l’agenda ufficiale» . La scelta di non cedere a tali imposizioni testimonia una ferma volontà di mantenere il pluralismo delle opinioni e di garantire che ogni contributo, anche quelli che sfidano il consenso politico, possa restare accessibile per il confronto e la critica.
Il rifiuto di ritrattare gli articoli, così espresso da queste due fonti, è un segnale forte e nuovo nel panorama della comunicazione scientifica. Non si tratta semplicemente di una decisione editoriale: è l'atto di un'intera comunità che si rifiuta di piegarsi a pressioni esterne volte a limitare la libertà di espressione e di confronto. Mantenendo intatta la possibilità di consultare studi che non rispondono a un criterio ideologico imposto, The Lancet e il BMJ riaffermano il principio fondamentale che il progresso si basa sulla trasparenza e sulla libera discussione delle evidenze. L'importanza di questo rifiuto va al di là della mera opposizione a una direttiva. Si tratta di un segnale concreto che la ricerca non può essere strumentalizzata per adeguarsi a una narrazione politica. Con la decisione di non ritrattare i contributi giudicati "scomodi", le riviste stanno sottolineando come ogni tentativo di censurare o di selezionare arbitrariamente le evidenze imponga un grave rischio al dialogo critico, indispensabile per l'evoluzione della conoscenza.
Il messaggio, espresso in termini chiari e basato su fatti, è che il valore del confronto aperto non deve essere sacrificato a vantaggio di una politica che mira a uniformare il discorso. La risposta di The Lancet e del BMJ, pertanto, si configura come un primo segnale tangibile di una rivolta contro la censura e come l'inizio di un movimento volto a proteggere il diritto alla libera divulgazione delle evidenze scientifiche. Questa posizione, supportata da dati concreti e da una comunicazione trasparente, costituisce un invito a rinnovare gli impegni nel campo della ricerca, affinché la scienza continui a servire come strumento essenziale per il benessere collettivo.
Il rifiuto di accogliere la ritrattazione non è soltanto una scelta tecnica, ma una presa di posizione che riafferma il ruolo della comunità scientifica come custode della veridicità. È un segnale che, nonostante le pressioni, il dialogo critico e la trasparenza restano i pilastri cui la comunità scientifica è ancorata. Un bel segnale, che speriamo non rimanga isolato e non sia rinnegato in futuro.