
Foto LaPresse
Cose dai nostri schermi
La battaglia per Wikipedia
Come e perché l'enciclopedia online per eccellenza è finita nel mirino di Elon Musk e la destra trumpiana, che ha un piano per "identificare e colpire" i suoi editor
La destra trumpiana si sta concentrando su un nuovo obiettivo. Dopo Mark Zuckerberg, Twitter, i programmi per l’inclusione nelle aziende e i commentatori televisivi, ecco spuntare lo spettro di Wikipedia, l’enciclopedia online gratuita e redatta dai suoi stessi utenti. Fondata nel 2001, Wikipedia è uno degli esempi più lucenti del sogno di libertà e collaborazione di cui un certo web d’antan era intriso: l’idea che milioni di persone, grazie a internet, potessero replicare il progetto di Diderot, producendo una raccolta di informazioni aperte a tutti.
Ascolta il podcast sullo stesso argomento
Lo stesso Elon Musk, in un passato lontano che sembra essersi concluso nel 2021, twittava spesso lodi sperticate a Wikipedia, dicendo che era “sempre meglio” e professando il suo amore per il progetto. Non più: lo scorso 24 dicembre ha passato la giornata ad attaccare Wikipedia, chiedendo ai suoi follower di non donare più alla Wikimedia Foundation che la controlla. Presto i suoi sodali si accodarono e la nuova crociata era cominciata.
Una delle accuse rivolte all’enciclopedia, sia da Musk, sia dalla creatrice del seguitissimo account Libs of TikTok, era quella di spendere circa 50 milioni l’anno per l’inclusione sociale. Erano i giorni caldi in cui l’allora presidente eletto Donald Trump si preparava a prendere controllo della Casa Bianca, mettendo al bando i programmi DEI (Diversity, equity, and inclusion), spauracchio woke da debellare. In realtà, come ha spiegato la editor di Wikipedia e blogger Molly White, questi fondi vengono usati da sempre da Wikipedia anche per ampliare la propria copertura includendo – appunto – anche personaggi, temi e progetti poco noti.
Dopo l’accusa di wokismo arrivò quella di complicità nei confronti dei crimini sessuali. Wikipedia viene infatti accusata di aver rimosso dalla pagina dedicata a Bill Clinton ogni riferimento a Jeffrey Epstein, il noto miliardario statunitense condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minorenni, morto suicida in carcere nel 2019. I contatti tra Clinton ed Epstein sono comprovati, così come quelli che legavano quest’ultimo a Musk e allo stesso Trump. Da anni però la destra trumpiana scava sul rapporto tra Clinton ed Epstein e ha visto in questa “rimozione” un tentativo di censura da parte di Wikipedia. In realtà, il riferimento al sordido caso Epstein fu spostato, non rimosso, per creare una nuova voce tutta dedicata alle “accuse di molestie e di abusi sessuali a Bill Clinton”.
Wikipedia è stata accusata anche di antisemitismo a causa della “copertura” del conflitto israelo-palestinese e, durante i mesi più duri della pandemia da Covid-19, le voci relative al virus e ai vaccini divennero terreno di scontro culturale e politico. A proposito di storie come questa, il sito The Free Press ha recentemente definito Wikipedia “un sito di propaganda”, accusando alcuni suoi editor di censura e disinformazione. Al centro delle accuse c’è anche la pratica di Wikipedia di proteggere alcune voci particolarmente calde politicamente (come quella dedicata alla guerra di Gaza o al sionismo, in lingua inglese) permettendo modifiche solo ad alcuni editor di lungo corso. Una scelta giustificata da Wikimedia dal bisogno di difendere questi lemmi da continue scritture e riscritture (a opera anche di bot e troll), ma che viene vista da alcune persone come un attacco alla libertà d’espressione – o un tentativo di censura di alcune voci, in questo caso quelle filoisraeliane.
Questioni complesse, che mescolano il funzionamento delle wiki a temi politici molto divisivi. Al di là delle legittime critiche a certi regolamenti interni a Wikipedia, c’è però chi sembra intenzionato a sfruttarli per intimorire o controllare il sito. Forward, rivista progressista della comunità ebraica negli Stati Uniti, ha rivelato l’esistenza di un piano dettagliato per “identificare e colpire” gli editor di Wikipedia. A redarre il progetto, secondo il magazine, è stata la Heritage Foundation, think tank conservatore noto per aver stilato il “Project 2025”, controverso piano per l’accentramento del potere negli Stati Uniti (alla cui redazione hanno partecipato molti membri del team di Trump).
Tra i metodi previsti per “identificare e colpire” questi editor, che solitamente rimangono anonimi e utliizzano nickname, ci sono software per il riconoscimento facciale e un database di dati e password hackerati. Il piano di Musk e i suoi è quindi di “doxare” queste persone, ovvero pubblicare le loro informazioni online (pratica spesso legata ad abusi e minacce di morte). O, nella migliore delle ipotesi, influenzarli.
È un terreno delicato, quello che Wikipedia si trova ad attraversare. E non è detto che quell’ingenuo progetto di conoscenza enciclopedica sul web sia in grado di sostenere questo tipo di pressioni politiche a lungo.
