
(Ansa)
l'Italia spaziale
Guardare la terra dallo spazio. Il progetto di Leonardo è un passo avanti
Il colosso della difesa italiano lancia la sua costellazione satellitare dual use: osservazione terrestre, intelligence e tecnologia laser per ridurre la dipendenza da Francia e Stati Uniti. Un progetto ambizioso tra autonomia strategica e ritorni economici
Mentre il governo italiano è alle prese con contatti sempre più delicati con la Starlink di Elon Musk, e in Europa si discute il programma ReArm Europe, in Italia il gruppo Leonardo ha annunciato un nuovo progetto satellitare, che sarà dual use, quindi anche militare, ma che non sarà una alternativa a Starlink. L’Italia potrà infatti avere presto una seconda costellazione satellitare per l’osservazione della Terra in meno di due anni. L’11 marzo scorso Leonardo ha presentato i propri risultati economici per il 2024 (ricavi per 17.8 miliardi di euro, in aumento dell'11 per cento rispetto al 2023 e un Ebita di 1.52 miliardi di euro, in aumento del 13 per cento rispetto al 2023) e il nuovo piano industriale. In questa occasione hanno annunciato il progetto di una nuova rete satellitare, per utilizzi sia civili sia militari, che sarà dedicata all’Eo, o Earth observation (cioè l'osservazione della terra). Si affiancherà ad Iride, il progetto completamente civile costruito dalle industrie spaziali italiane, voluto dal governo italiano nel 2022 e finanziato con fondi Pnrr. Il progetto di Leonardo sembra però avere (anche) altri scopi, in primis quello militare. Il focus resta lo studio e l’osservazione della Terra e quindi non le comunicazioni sicure, che sarebbero teoricamente l’oggetto del contratto con Starlink e dei colloqui di queste settimane in Europa.
La costellazione di Leonardo vuole intercettare però un’altra necessità spesso passata in sordina per l’Italia, cioè quella di avere dati di osservazione terrestre, a scopo di intelligence e sicurezza, oltre che civili. Quest’ultima una esigenza già intercettata dal progetto Iride. La rete di Leonardo sarà costituita da due gruppi di satelliti. I primi saranno 18, usati a scopo militare. Si dividono in 12 satelliti con tecnologie standard, che Leonardo non ha specificato ma che probabilmente saranno sensori multispettrali e Sar (radar ad apertura sintetica), e altri 6 con tecnologia infrarosso. I sensori multispettrali possono fotografare la Terra a diverse lunghezze d’onda della luce, non solo quella visibile, raccogliendo così molte più informazioni sulla conformazione e tipologia di oggetti osservati. Quelli infrarossi invece, sono focalizzati nell’osservazione di tracce termiche, e quindi usati per esempio per il tracciamento di missili balistici (e non). Il budget stimato da Leonardo per questi primi 18 satelliti è di 900 milioni di euro, 580 dei quali sono già stati stanziati dal ministero della Difesa. Non è chiaro in questo caso se la gestione di questi satelliti sarà congiunta con il ministero oppure se affidata a Leonardo. Ai primi 18 si aggiungeranno altri 20 satelliti di osservazione della Terra con sensori multispettrali e Sar per applicazioni civili. Il budget per questi ultimi è stimato in un minimo di 450 milioni di ruro, che saranno forniti da Leonardo, da investire in tre anni.
Una delle funzioni su cui Leonardo sembra puntare di più, per questo progetto, è la dotazione di un Transport Layer, cioè una tecnologia di trasporto ed elaborazione dei dati satellitari direttamente nello spazio. I satelliti saranno infatti dotati di terminali laser per la comunicazione infrasatellitare, cioè delle “antenne” che permetteranno l’invio delle informazioni fra un satellite e l’altro usando dei fasci laser invece delle classiche antenne radio. Questa tecnologia è stata impiegata per la prima volta su larga scala proprio dalla costellazione Starlink, che ha dimostrato come, in questo modo, lo scambio di dati dell’intera costellazione avviene più velocemente, con meno latenza, e con meno strutture a Terra, costose e complesse da mantenere (anche politicamente).
A questo si aggiunge la funzione di elaborazione dati che Leonardo intende inserire direttamente a bordo dei satelliti, rendendoli dei veri nodi Hpc, cioè parte integrante della rete di elaborazione che viene solitamente fatta a Terra e che Leonardo farà con il suo supercomputer DaVinci. Trentotto satelliti per l’osservazione terrestre dual use, con connessione laser infrasatellite e tecnologia di edge computing direttamente a bordo, sono un progetto veramente necessario? Una domanda probabilmente legittima, visto anche il contributo pubblico, e che si inserisce in un contesto molto ampio. L’Italia, come tanti altri paesi europei, è in cerca di autonomia strategica, in tantissimi ambiti, anche in quello spaziale. E in questo momento, una delle applicazioni dove non c’è autonomia è quella delle osservazioni dallo spazio a scopo di intelligence e sorveglianza, per le quali ci affidiamo alle collaborazioni internazionali con la Francia (che dispone dei satelliti Helios), ma soprattutto con gli Stati Uniti. La costellazione di Leonardo vuole colmare questo gap. Dal punto di vista economico, il gruppo tecnologico italiano ha dichiarato di aspettarsi ricavi per 1.3 miliardi di dollari dal 2026 al 2029 per questa costellazione, che quindi si ripagherebbe da sola già entro la fine del decennio