
(Ansa)
Cose dai nostri schermi
Il mito di Elon Musk sta pian piano svanendo
Il padron di Tesla ha sempre puntato alla sua presenza sui social e ha capito prima di molti altri il loro potenziale. Per anni, soprattutto su YouTube, i creator hanno mantenuto posizioni genuflesse nei suoi confronti. Ma ora le cose stanno cambiando, a causa della deriva estremista degli ultimi mesi e della sua vicinanza a Trump
Nel 2023 Tesla annunciò che per la prima volta nella sua fondazione, avvenuta vent’anni prima, avrebbe investito in una campagna pubblicitaria. Prima di allora, infatti, l’azienda si affidò esclusivamente sul passa parola e la curiosità che l’idea di una vettura elettrica e potente ispirava nei media e nel pubblico. La tattica funzionò alla grande, l’azienda risparmiò denaro prezioso e col tempo, grazie al suo CEO Elon Musk, imparò a far parlare di sé senza spot e manifesti pubblicitari.
Buona parte di questa comunicazione avvenne online. Musk capì prima di molti altri il potenziale della sua presenza social, ad esempio, perlopiù su Twitter, ma anche di YouTube e blog. Per anni ritwittò e aiuto a lanciare riviste come Electrek, specializzate in veicoli elettrici, tutte testate che fino a pochi anni mantennero un atteggiamento di simpatia quasi nordcoreana nei confronti del caro leader di Tesla. Ma Musk puntò anche su altri canali comunicativi, come i blog: lo dimostra la serie di post pubblicati da “Wait But Why” a partire dal 2015, in cui l’autore Tim Urban raccontò le sue chiacchierate con Musk, il progetto per la colonizzazione di Marte; il tutto, a un pubblico perfettamente nerd, che sembrava aver trovato il suo nuovo idolo.
Così è stato per anni, soprattutto su YouTube, dove i creator tecnologici hanno spesso mantenuto posizioni genuflesse di Musk, a cui twittavano complimenti e spedivano like per i suoi meme rubati su Reddit. Le cose, però, stanno cambiando, vittime della deriva estremista di Musk negli ultimi mesi, che sta travolgendo anche le azioni di Tesla, in caduta libera da parecchi giorni dopo il picco post-elettorale. La vicinanza di Musk a Trump, il suo ruolo in Doge, il dipartimento taglia-costi che pare stia hackerando lo stato americano, e la sua condotta quotidiana sul suo X, dove twitta e risponde alle posizioni più deliranti, tutto questo sta avendo un effetto sulla sua figura. In particolare, sul mito di “Elon” – com’è comunemente chiamato da tutti –, una storia costruita e raccontata con cura nel corso degli anni, e che è ormai stona con la realtà dei fatti.
Ancora una volta, YouTube è il punto di osservazione ideale per questa mutazione – o vibe shift, per usare un termine in voga. Prendiamo questo video (del febbraio 2018), che racconta le incredibili imprese di Musk, diviso tra tunnel sotterranei, viaggi spaziali e auto elettriche; o un qualsiasi video dello youtuber Marques Brownlee, che per anni ha lodato Tesla, fino a ordinare un Cybertruck. Proprio Brownlee, negli ultimi tempi, sembra essersi svegliato dal torpore decennale, dichiarando su X di aver venduto il suo Cybertruck per una (lunghissima) serie di ragioni, ma soprattutto perché preferisce Rivian, un pick-up elettrico rivale.
Apriti cielo. I puristi del muskismo hanno gridato al woke e al famigerato Dei, ma la realtà è che la tendenza è in corso e ormai criticare Tesla crea clic, aumenta le views e quindi gli affari dei canali. Non è un caso che si vedano sempre più spesso video come quello di WhistlinDiesel, un youtuber che si è divertito a mettere alla prova la solidità del Cybertruck, scoprendo di poterlo fare a pezzi con semplicità. Non il massimo per una vettura che doveva – a sentire Musk – essere in grado di fungere da barca.
Ma la solidità del Cybetruck è un’inezia in confronto al cuore della promessa muskiana – e di Tesla –, ovvero il Fsd, il servizio di guida assistita su cui dovrebbe basarsi il robotaxi del futuro. Da anni, ormai, Musk promette un aggiornamento che sarebbe in grado di trasformare i veicoli già sul mercato in macchine auto-guidanti, alla Waymo. Il tutto, senza aggiornamenti di hardware. Promessa assurda secondo i più, e non solo perché Tesla ha a suo tempo abbandonato l’uso del Lidar (un apparecchio di telerilevamento in grado di aiutare la navigazione del veicolo e la guida autonoma).
Ci ha pensato Mark Rober, un altro youtuber, a mettere una Tesla alla prova con una serie di prove su strada molto divertenti, tra cui una che si basava sull’utilizzo di una scenografia, un fondale finto alla Willy il Coyote e Beep Beep che la macchina avrebbe dovuto riconoscere come tale, e fermarsi. Avrebbe, perché in realtà non è successo. Il sito The Verge ha criticato il video di Rober per alcune mancanze e punti poco chiari, ma il punto è un altro: la clip è diventata virale e milioni di persone hanno riso – su YouTube! – di Tesla e della sua tecnologia. Una novità piuttosto preoccupante per un’azienda che basa la sua incredibile valutazione su una promessa. Un mito. Che succede se sempre più persone smettono di crederci?


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Il mito di Elon Musk sta pian piano svanendo
