
Renzo Rosso (Ansa)
il colloquio
"Per la moda i dazi di Trump possono essere un'opportunità", dice lo stilista Renzo Rosso
Il fondatore del gruppo Otb, di cui fa parte anche il marchio Diesel, tra economia e tecnologia: "I brand alti non avranno problemi. Gli altri potranno riposizionarsi anche a livello più alto. L'intelligenza artificiale? Non mi spaventa, può essere uno strumento fondamentale"
“L’Intelligenza artificiale è un grandissimo strumento che darà una mano in tutti i rami di qualsiasi tipo di azienda”, ci disse due anni fa Renzo Rosso, fondatore del gruppo Otb di cui fa parte anche il marchio denim Diesel, da lui creato nel 1978 dopo un passato da tecnico di produzione in un’azienda veneta di abbigliamento. “La vedo come uno strumento che ci porterà a crescere su livelli ancora inimmaginabili ed è per questo che con i miei manager lavoriamo sempre in tale direzione. Non deve essere mai vista come un elemento che andrà a deturpare o a sostituire quello che già esiste, ma come un qualcosa che riuscirà ad amplificare l’esistente, ad aumentarlo”. Due edizioni del Salone del Mobile e del FuoriSalone dopo, “amplifico quello che le dissi allora”, precisa al Foglio. “È fondamentale lavorare anche con l’Intelligenza Artificiale, perché ti dà tante informazioni in più oltre all’elaborazione delle stesse. Mi affascina. Puoi chiederle un consiglio, puoi condividere, puoi farci un quotidiano come avete fatto voi, una scelta encomiabile quanto coraggiosa. Pensi a un manager: grazie all’IA può avere ancora più informazioni per fare meglio il suo lavoro. Se uno guarda solo numeri o i fatturati non è un manager moderno. Non mi spaventa, questo è sicuro, perché dovrebbe spaventarmi? Può essere un valore aggiunto, ma come in tutte le cose, basta non esagerare”.
“Mi preoccupa – precisa - solo se va a danneggiare la creatività, necessaria per ottenere qualcosa di più alto insieme al proprio dna e alla propria visione. La creatività è fondamentale insieme alla curiosità”. Siamo a Milano, all’interno del suo pop-up store a San Babila, un posto reale quanto immaginifico totalmente immerso in un’istallazione dominata da motivi argentati e denim, tra divani D-scape di Moroso e lampade Lodes realizzate per la sua linea Diesel Living che da anni la fa da protagonista nella settimana del design milanese e non solo. “Del resto - ci spiega - moda e interior design si sposano molto bene e sempre di più. Con il vestito esterni la tua personalità e chi sei. In base a come ti vesti, la gente capisce chi è la persona che ha di fronte. La casa, soprattutto dopo la pandemia, sta diventando sempre di più la stessa cosa. È il posto dove si vive, dove si lavora in smart working e molto altro. La viviamo, oggi più che mai. È un punto di riferimento, l’altro modo di vedere e di far vedere la nostra personalità. È bello comunicare chi siamo per chi siamo, è una nostra regola, insieme al rispetto del consumatore con cui vogliamo interagire”. Il suo gruppo OTB (che sta per Only the Brave, con marchi come Jil Sander, Marni, Margiela, Viktor&Rolf e ovviamente Diesel) ha sempre rispettato l’ambiente cercando una connessione con tutto quello che fa. “Non è certo facile soprattutto in un momento come questo. Facciamo una grande ricerca, siamo moderni coraggiosi, amiamo il rispetto in tutte le sue forme, la sostenibilità e non solo. Vogliamo che sia un modo di essere, di interpretare, di lavorare e di dialogare con le persone, soprattutto con i più giovani, a cui siamo molto vicini grazie anche a Glenn Martens, il nostro direttore creativo, che li conosce molto bene, che sa interagire con un pubblico facendo le cose che loro sentono”.
Mentre ci parla, ci fissa spesso negli occhi. I suoi sono simili al colore degli iconici jeans che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo e che qui, nella grande sala dove ci troviamo, sono ovunque, persino spezzettati sulle pareti, quasi a formare degli arazzi speciali. La moda è nel suo dna, “oggi più che mai, visto che sta vivendo un momento molto difficile, è lo specchio del tempo in cui siamo. C’è una forte instabilità politica, economica, sociale, ci sono le guerre. La gente spende meno, entra meno nei negozi. Il traffico all’interno dei negozi in Cina, ad esempio, è disastroso. Ci auguriamo che le cose migliorino. Trump non ci sta aiutando, semmai destabilizzando, con la storia dei dazi, poi, sta un po’ esagerando. Penso che ci sarà sicuramente un dialogo e che riusciremo a portare a casa dei numeri diversi da quelli che ci sono stati dati fino a oggi, ma sotto alcuni aspetti sta facendo troppo una politica ostruzionistica rispetto agli altri paesi del mondo. Sarebbe bello, invece, fidarsi di tutti i paesi. Anche questa è bellezza”.
“I brand alti – aggiunge - non avranno problemi, perché hanno sempre puntato sulla creatività e potranno quindi offrire i loro prodotti anche a prezzi elevati. Un brand come Diesel, invece, avrà più difficoltà, perché non è lusso. Tutto questo può essere un’opportunità di riposizionarsi anche a livello più alto”. È stato lui stesso a ribadirlo, qualche giorno fa, al Vinitaly, citando suo padre che gli diceva che “non esiste soddisfazione senza frustrazione”. Bisogna quindi anche soffrire, sbagliare e costruirsi, “perché solo così si cresce davvero”.
“Quando una società fallisce, non è un problema, è una figata pazzesca, perché da quel fallimento ti porti a casa degli anticorpi che ti servono per fare meglio dopo. Il successo non arriva gratuitamente, ma grazie a un percorso fatto di curiosità, come dicevo, e dedizione”. Che uno come lui, settant’anni l’autunno prossimo, mette sempre in tutto quello che fa, “pensando al mio gruppo e a come renderlo più forte affinché cresca, nuove acquisizioni comprese”. Quella del gruppo Versace non è andata a buon fine (“avevo fatto la mia proposta economica, ma poi si è messo avanti Prada”), ma poco importa. “Non mancheranno altre occasioni, questo è sicuro. Only positive vibes”. Ci saluta, si mette gli occhiali e lo perdiamo tra la folla, adorato come una vera rock star.



l'intelligenza artificiale e il lavoro