foto: Ufficio stampa Sky

Lingue, bolliti e oscenità americane nell'ultima noiosa puntata di MasterChef

Mahatma

Questa edizione sembra l'Isola dei famosi: tanti sbadigli. Per fortuna c'è il severissimo giudizio del Gran Consiglio della Confraternita del Gran Bollito misto alla piemontese

MasterChef è diventato un po’ come l’Isola dei Famosi. Alla sesta volta che lo vedi, ti accorgi che le idee sono finite. Già quest’edizione non passerà alla storia, ma non è che le prove siano proprio originali. La prima puntata, solo sbadigli. Ok le calorie, ok la voglia di far dimagrire Cannavacciuolo, ma la gara con i tre chef a cucinare roba americana valutata da Bastianich è quanto di più visto e rivisto potesse esserci. L’unica cosa interessante è stata l’uscita di Gabriele, il sudato architetto torinese, che poverino era già andato oltre le sue umanissime possibilità, specie se consideriamo che Giulia è già fuori da una settimana. Fatale, per lui, aver cucinato la farina “come la colla quando fai le piastrelle in bagno” (copyright Joe).

Più brio nel secondo episodio, se non altro per il clima surreale dei poveri cuochi dilettanti mandati a spadellare davanti al Gran Consiglio della Confraternita del Gran bollito misto alla piemontese. Sì, esiste. Anche i piemontesi che sono lì al Foglio confermano, specialisti come sono nel mangiare lingue di mucca e testine. Sulla cottura non parliamone proprio, l'amico Cicchetti, una sorta di Raspelli esperto di carne, sarebbe stato indignato. Severissimi i confratelli, addobbati come fossero dei cardinali conservatori con strascichi e struzzi ed ermellini. Il Gran Priore, poi, austero come neanche un giudice del Processo di Norimberga, declamava passeggiando tra i corridoi del castello: “Culatta!” e tutti dietro a ripetere “Culatta!”, e poi “Cotechino!” e giù tutti a dire “Cotechino!”. Tutti, poi, intenti a guardare “il taglio delle carni”, quindi la cottura delle istesse. E al grido “sembra roastbeef” l’indignazione della Confraternita è stata corale. Unanime. Bocciati tutti, un po’ perché la lonza era al sangue, un po’ perché “il cavolo era crudo, non bollito!”. Oh, il bollito in Piemonte è roba seria, altro che “tagliare le patate in quarti” come commissionato a Margherita dall’acida Gloria. Margherita, poi sconfitta, non ha trovato di meglio che dire che “la Confraternita è maschilista” e per questo ha premiato Michele.

 

Pressure interessante, sempre con il bollito a dominare. Gloria determinata a far fuori tutte le altre (e ce la fa, ahimé), Margherita che compone un’insalata che fa esclamare Barbieri: “Sembra quasi un cimitero, con tutti questi fiori”. Comunque, la prova finale, è a base di panzerotti (tanto per variare un po'). Niente di che, ma fuori ci va Michele il becchino. Margherita, con le sue vocali aperte, ce la terremo ancora un po'.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.