La cosa più interessante di MasterChef è stata la polemica di Cracco contro il suo ex programma
Puntata moscia nonostante le tre eliminazioni. Mentre Cannavacciuolo prova a sciare, l'ex giudice attacca: "Farmi il funerale è stato di cattivo gusto". Settimana prossima arrivano gli chef rifugiati. Si prevede tensione twittarola altissima
La cosa più interessante accaduta nel mondo MasterChef ieri non è stata la moscissima puntata che ha visto ben tre eliminazioni (tutte giuste), ma le dichiarazioni di Carlo Cracco contro il programma che gli ha dato notorietà. Allo chef non è andata giù la prima puntata, l’incipit della settima stagione, quella bara circondata da ceri ed ex colleghi oranti: "Hanno inscenato il mio funerale, non ne sapevo nulla. Ero a casa, stavamo cenando e non guardavo la tv. A un certo punto hanno cominciato a chiamarmi al telefono... Volevano sapere se ero morto davvero. L’ho trovato un po’ kitsch, di cattivo gusto , anche perché non si è mai fatta una cosa del genere in televisione. Al Festival di Sanremo non ho mai visto fare il funerale al conduttore precedente", ha detto al settimanale Spy. "Però è anche vero che la televisione per fare audience è disposta a tutto: a vendere la mamma, la nonna, la suocera, la nuora e a vendere la pelle dell’orso ancora prima di averla cacciata. E quindi anche a fare il funerale a Cracco". In effetti è stato un momento non d’altissima televisione, ma s’è visto ben di peggio – l’annuncio in diretta a Milly Carlucci della morte del suo mentore Bibi Ballandi rientra ampiamente in questo peggio.
Chiusa la parentesi, veniamo al dunque. Centoventi minuti che non hanno inciso sulla cavalcata verso la finale, tra prove un po’ scontate – dalla marinatura iniziale alla sogliola alla brace proposta dal gentilissimo e stellato chef Giorgio Locatelli (assaggiava anche le schifezze e ringraziava sempre) – e un'esterna sciistica piazzata giusto in contemporanea con le Olimpiadi invernali coreane, con Cannavacciuolo alle prese con la prima lezione sugli sci. Si sono rivisti Christian Ghedina e Giorgio Rocca, nonché vecchie glorie della Valanga azzurra. Christof Innerhofer (un argento e un bronzo a Sochi 2014) fa subito capire da quale parte d’Italia provenga, quando commentando i piatti dice di aver preferito “il zabaione” perché l’altra squadra aveva messo “tanta salsa sul crep”.
Tutto era cominciato con l’eliminazione di Ludovica e Fabrizio, caduti sulla sogliola cotta male. "Terrible" è stata giudicata quella della ragazza che non finiva più di piangere, aberrante quella del simpatico (simpatico?) Fabrizio. Adios. Il terzo a cadere, in un Pressure complicatissimo – provate voi a mettere insieme anatra, coriandolo, curcuma e scampi affumicati – è stato Francesco, il ventitreenne bravo ragazzo che però ha il piccolo difetto di non "mettere sapore nel piatto" (le verdure senza sale hanno sconvolto Antonia Klugmann). Prossima puntata ad alta tensione politica pre-elettorale: saranno "gli chef rifugiati" a determinare chi andrà avanti. Sono rimasti in sette, fenomeni all’orizzonte non se ne vedono, ma qualcuno dovrà pur vincere.
Politicamente corretto e panettone