Tutto pronto per il gran finale di MasterChef con Kateryna favorita d'obbligo
Un'edizione non memorabile si avvia alla conclusione: a contendersi la corona saranno Alberto, Simone e la ragazza ucraina. Sfida in esterna di gran classe, Mistery un po' meno
La prima prova, quella con gli acquari, i caschetti da carpentiere, i mattoni e il flauto è stata un po’ superflua. Per sei anni ci hanno rotto gli zebedei spiegandoci che tutto quel che si mette nel piatto va mangiato – ammazzando metaforicamente sciagurati concorrenti perché si permettevano di infilare tra la patata e l’agnello un centimetro quadrato di stagnola – e adesso costringono gli aspiranti MasterChef a cucinare su mattoni o dentro acquari dal dubbio gusto. Qualcuno più competente del sottoscritto azzarderebbe l’ipotesi che si è a corto di idee autorali, e c’è da capirlo: giunti alla penultima puntata della settima edizione non si sa poi tanto bene che pesci pigliare, come dicono quelli che amano le frasi fatte. Comunque, la Mistery Box l’ha vinta il giovanotto baffuto Simone. Messo davanti a cinque piatti “della tradizione italiana”, dalla ribolitta alla cassoela, dal brasato al Barolo alla coda alla vaccinara, Simone si è fatto prendere un po’ la mano, non ha capito bene le regole e gli sgambetti da fare agli avversari e alla fine ha penalizzato l’unica amica che aveva lì dentro: Denise. Sì, la ragazza toscana che ama più i cani degli uomini. Le ha tolto tutto, perfino l’acqua per cuocere. Lei ha tentato di ottenere del vapore dal brasato (buonanotte), Klugmann in versione Kaiser Franz non ha avuto pietà nel bocciarle il piatto: “Non avevi l’acqua? Potevi far bollire i ravioli nel vino o fare una centrifuga di frutta” (buonanotte bis). Alla fine, Denise ha perso. Cacciata dalla cucina di Masterchef. Salvato invece Davide, che aveva proposto un’improbabile zucchina ripiena che secondo Barbieri sembrava “un cadavere in un piatto”.
Esterna chic in Svizzera dallo chef Andreas Caminada, tre stelle Michelin. Severità massima, primizie sofisticate, piatti stupendi e complicatissimi. La povera Kateryna non capisce una parola d’inglese, si guarda attorno come un gattino bagnato mentre Caminada le dice che è lenta, che deve darsi una mossa e fare meglio. Alla fine tutti e tre si comportano bene dietro i fornelli, fanno felici i quattro giudici seduti al ristorante e fanno ben sperare per la finale. A vincere l’esterna, l’ultima della stagione, è proprio Kateryna, che puntata dopo puntata ha acquisito sempre più forza anche se non si è mai imposta come potenziale vincitrice di quest’edizione.
Il Pressure corre via veloce, prima la sfida a due tra Alberto e Simone vinta dal primo nonostante una combinazione di ingredienti pessimi toccatigli in sorte. Poi con il duello tra Simone e Davide: sette piatti a base di filetto di platessa. Entrambi non commettono grandi errori, Cannavacciuolo lo riconosce ma alla fine uno deve tornare a casa: è Davide. I tre finalisti sono quindi Alberto, Simone e Kateryna, a questo punto favoritissima per la vittoria finale. Ci riaggiorniamo tra una settimana per vedere se c'abbiamo preso anche quest'anno.
Politicamente corretto e panettone