Angelo Sanzio al Grande Fratello (foto LaPresse)

Al Grande Fratello è la volta dei falsi cornuti, dei finti omofobi e dei razzisti presunti

Manuel Peruzzo

Si alza la temperatura nella seconda puntata, con Barbara D'Urso che si destreggia tra storie al limite di ogni logica

L’ONORE E IL RISPETTO

 

Parteggiamo per i cornuti nei reality, anche quando non lo sono. Ieri sera Paola di Benedetto è entrata nella casa con un compito brigoso: smontare le corna del suo ex, Matteo Gentili. Il piatto ci è stato servito freddo: l’ideale sarebbe stato far arrivare Matteo sull’isola dei famosi, dove Paola era concorrente e dove stava nascendo la relazione con Monte, e replicare così il successo del triangolo Moser-Rodriguez-Monte, ma il canna gate ha mandato in fumo (scusate) ogni sogno degli autori. Barbara D’Urso, che a questo punto immaginiamo che giri per gli studi con delle taniche di benzina, non s’è arresa: occupando metà palinsesto Mediaset aveva già tutti gli elementi per tirare fuori almeno un Temptation Island vip tra cornuti e puri. Ma ha preferito mettere tutto in questa puntata, giocando per eccesso.

 

C’è un problema: Matteo è entrato al Grande Fratello in quota Monte, ma Di Benedetto non ha alcuna intenzione di passare per la Rodriguez di turno, e dice: “Non mi aspettavo di trovarti in uno studio televisivo, ma solo gli stupidi non cambiano idea”, che va letto così: dicevi che non volevi fare carriera in televisione e ti rivendi la nostra relazione per un po’ di visibilità; dice: “Se hai deciso di intraprendere questo percorso ci sta”, che significa: preferirei vederti legato e imbavagliato nel mio bagagliaio; dice: “Sono qui oggi per mettere un punto fisso a questa storia che è finita da tempo”, che significa: non sono promiscua; dice: “Lo faccio per il bene tuo, del mio e delle nostre famiglie”, significa non farmi passare da zoccola; dice: “Ti invito a fare quest’esperienza come Matteo Gentili”, che significa non tirare fuori aneddoti intimi pur di rimanere una settimana in più a dividerti un barattolo di Nutella con gli altri concorrenti.

 

TRADIMENTO ALL’ITALIANA

 

“Me lo aspettavo più avanti, non adesso”, replica Matteo, sorpreso di vederla perché non s’immagina Barbara lanciare tocchi di legno e segatura. Matteo dice che per rispetto avrebbe preferito che Paola non s’abbandonasse tra le braccia di Monte dopo così poco tempo, che significa: dopo un giorno eri già lì a limonare mentre io abbracciavo gli orsetti che mi avevi regalato, e piangevo. Ed è tutto un “per rispetto avresti dovuto evitare”. E a questo punto l’Italia si divide tra chi pensa che quando una donna che lascia un uomo sia libera di avere altre storie e chi invece pensa debba portare il lutto per un po’. Indovinate voi le coordinate geografiche di questi pensierini. Matteo si stupisce che Paola di Benedetto non gli abbia scritto neanche un messaggio e abbia preferito andare lì, davanti alle telecamere, a dirgli che non è vero che lui è un cornuto. E quindi levargli tutto quel che gli è rimasto. Lei è lì perché: “Ho letto titoli che parlavano di tradimenti”, e lui replica: “Hai visto l’intervista che ho fatto da Barbara?”. “Non so, quale?”. Già, quale?

 

“STI CAZZIIII I STRANI SO' LORO MICA NOI”

 

La storia di Angelo è la storia “alla continua ricerca della perfezione estetica”, là dove per perfezione estetica si intende somigliare a Amanda Lepore. Lo ascoltiamo raccontare che s’è devastato il volto con la chirurgia perché i bambini cattivi a scuola lo picchiavano, e che è andato a “rimuovere con lo scalpello le sofferenze”. Non sappiamo dire se sia servito a essere più forte ma una certa impressione (se non altro estetica) ce la fa. Questo momento emotivo si lega a un altro: Barbara invita Danilo in confessionale, dove tutto il gruppo lo osserva, e gli mostra i vecchi messaggi Facebook, che di per sé è già bullismo al contrario, in cui Danilo commenta il video di un ragazzo gay che balla in costume da Babbo Natale, e altre frasi vagamente razziste contro i nigeriani (del tipo: tornatevene a casa vostra). Tra le due, quelle sui neri sono le più inequivocabili. In casa c’è un omosessuale nero che dice che se Danilo fosse omofobo o razzista non avrebbe stretto amicizia con lui nella casa. Barbara invita Danilo a scusarsi, se lo vuole. In studio interviene la mamma a dire che Danilo ha battezzato il figlio di sua zia, che è lesbica, e quindi non è omofobo. Danilo spiega che non gli piace chi esprime la propria sessualità in modo eccessivo, e quindi immaginiamo che non ami neppure Simone Coccia, Patrizia, Alberto, Aida. E chissà cosa pensa di Malgioglio. Ma mentre lo si mette alla gogna per i suoi messaggi si pensa: perché due righe su Facebook dovrebbero essere più rappresentative di come si comporta? Potrebbe averle scritte per compiacere il proprio gruppo di amici, consapevole che avrebbero solidarizzato con lui così come ora dice che gli spiace perché il contesto lo richiede. Barbara ci mette la faccia e non accetta le idee politiche di Danilo o di Favoloso senza tirare fuori una spilla o uno "Stop all'omofobia" per prendere le distanze. 

 

"Hotel ai nostri fratelli e tende ai clandestini grazie […] Se vogliono le tende bene […] altrimenti c’è il mare", non esattamente una frase di Vecchioni. L’internet non è scritto a matita e non si cancella neanche se tuo fratello toglie, in ritardo, tutti i messaggi che sarebbero andati bene sotto a uno status di Giorgia Meloni ma non certo in un reality in cui ti giudicano (e votano) pure i froci. Ma dopotutto, che vuoi dire a Danilo se gli omosessuali stessi sono offesi dal cast che “non ci rappresenta”. Pensano che Angelo e Baye siano macchiette, parodie, cliché che facciano fare a tutti gli omosessuali brutta figura. Il retropensiero è: certo che continueranno a picchiarci se in tv ci vanno solo gli effeminati a un passo dal travestitismo. A parte che basta un aperitivo in un locale gay per percepire che, effettivamente, piaccia o meno alla comunità gay, gli omosessuali sono generalmente più femminei, ballano su Beyoncé e non su Vasco Rossi, fanno i commessi e non i tecnici delle caldaie. Ma al di là di questo, quanto fragile deve essere la propria mascolinità (da ambo parti: etero e gay) se non sei in grado di vedere un uomo femminile senza pensare che ti danneggia? È come se gli eterosessuali si offendessero per la presenza di Alberto o Simone perché li danneggiano. La caratteristica del gay televisivo è essere sessualmente innocuo. Non ce n’è uno che abbia una sessualità perturbante: Michael, Jonathan, Malgioglio. La caratteristica comune non è essere macchiette o stereotipi, è non turbarci con la loro sessualità.

 

IO SONO VERO, TU SEI FALSO

 

"Questo è un programma, fate quello che vogliono vedere", ha detto Valerio quand’è stato eliminato. Filippo è salvo, ha dimostrato di saper giocare meglio, ha capito che non gli sarebbe bastata la propria bellezza per rimanere dentro e ha iniziato un flirt con Lucia. Valerio ci ha provato a suo modo, s’è fatto voler bene da tutti, s’è fatto conoscere; non è bastato. Quand’è uscito è spiaciuto moltissimo a Veronica che ha iniziato a piangere disperata. Barbara lancia stracci e coperte imbevute di benzina e inizia a soffiare. Per Veronica era solo l’inizio di una brutta serata: non sapeva che Barbara le avrebbe fatto leggere le risposte di Bobby Solo, suo padre, in cui dice che lei lo ha cercato solo tramite avvocati. Veronica rifiuta l’eredità (ma è rimasto qualcosa?) pur di poterlo abbracciare. "Io non mi arrenderò, ho bisogno di capire perché mi ha rifiutato. Io non chiedo nulla, voglio solo vederlo". Questa povera ragazza, lesbica (e urla che ama Valentina), piange quasi più di Bianca Atzei sperando che la canzone che ha portato fortuna al padre porti fortuna anche a lei: "Da una lacrima sul viso ho capito molte cose dopo tanti tanti mesi ora so cosa sono per te". Per ora la canzone è un po’ diversa e fa così: “Non ho mai sputtanato le persone […] Sono 15 anni che non le parlo se non attraverso le denunce e gli avvocati […] Parlare di ricongiungimento ora mi sembra ridicolo”. Che caldo, che fiamme. Alla prossima puntata la D’Urso ci stupirà e si presenterà con un estintore.

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