Le purghe sono finite, ora X Factor è live
Le squadre sono pronte e quella che erediterà Lodo Guenzi è la migliore. Asia Argento ci mancherà
Prima le rose: le purghe sono finite, dal 25 ottobre cominciano i live, in caso aveste domandato asilo politico al Bangladesh, annullate tutto.
Pane niente, passiamo alle spine.
Noi si tifava Camilla Musso, ragazzina minorenne astigiana che non è mai stata a Roma (sarà di famiglia leghista vecchio stampo, chi lo sa) e però ha cantato “La sera dei Miracoli” di Lucio Dalla (alle audition) come se nei vicoli di Roma ci avesse vissuto, e avesse quindi visto e capito che sono i vicoli di tutte le strade del mondo; una che ha capito che la gioia è una questione di culo, il culo preciso di trovarsi a passare per caso in una piazza dove sta succedendo qualcosa di perfetto, un’armonia irripetibile, un allineamento tra le cose, i dettagli, le persone, la gente che va (a Roma capita spesso, certe volte in modo eclatante, come quando Bruce Springsteen prese la chitarra, a notte fonda, e si mise a suonare sulla scalinata di Trinità dei Monti; come quando tutti erano “ubriachi bene” e si trovò a passare Lucio Dalla, che allora tornò a casa a Trastevere e scrisse una canzone). Camilla Musso è una che porta i capelli colorati per metà di nero e per metà di bianco non in omaggio a Crudelia De Mon, bensì per abituare gli altri a guardarla sempre da due prospettive diverse. Una che agli Home Visit, una delle occasioni più importanti della sua giovane vita, s’è presentata in tenuta da pomeriggio in biblioteca prima dell’esame di estetica su Derrida, con addosso i pantaloni camouflage a una camicetta da Soldato Jane. Ed era bella lo stesso, piccola ed estesa, mondana e mistica, come sempre. E Manuel Agnelli cosa fa? La manda via! E le preferisce chi? Martina Attili. Sul serio?Una che costruirà la sua carriera su quanto sia difficile, per i giovani d’oggi (cit.), non aver paura di essere felici (ma che fobia è, ma che nevrosi è, ma nemmeno un film sull’adolescenza di Margherita Buy, ma per carità). Una che alle audition si era vestita da confetto e agli Home Visit, dove è arrivata dicendo “mi sento in armonia con tutto”, invece, s’è presentata vestita da Nikita – furbona. Una che con la voce da ragazzina protagonista di un film di Muccino non solo ci parla ma ci canta anche (e chissà per quante puntate dovremo sorbircela: forse tutte, forse vincerà, non siamo mica più un mondo adulto; siamo un mondo adolescente, si sbaglia da dilettanti). Manuel Agnelli ci ha lasciati orfani di Camilla e genitori di Martina. Come abbiamo potuto permetterglielo? Dove’è la Troika, quando serve? Dove sono i mercati, quando c’è da accorgersi dei veri motivi di inaffidabilità di questo nostro disgraziato paese?
L’Home Visit prevede che ciascun giudice si avvalga della consulenza di un altro artista, a sua scelta. Agnelli, vestito da manager che sta andando in palestra in pausa pranzo, si fa affiancare da Ghemon, uno che in espressività se la gioca con Nicholas Cage. Sipario.
Mara Maionchi – in camicia incomprensibile – sceglie di portarsi ai live il Gassman, anche stavolta bravone ma impostato e legato, rigido, troppo perfetto, quasi freddo (il ragazzo ha bisogno di frequentare qualche debosciato, avvisate la famiglia); il sedicenne sosia di Kim Jong-un; un biondino con l’aria di aver dato, nella vita, quattro baci in tutto, tre dei quali come penitenza al gioco della bottiglia, tuttavia se lui e Mara stanno insieme ci sarà un perché, lo scopriremo il giovedì sera.
Asia Argento l’avremmo messa tra le rose, se non fosse che non la vedremo più: questa è stata la sua ultima puntata a X Factor e Lodo Guenzi ha ereditato, senza far niente, la squadra migliore di questa edizione e si godrà i frutti del lavoro di un’altra persona (però non è colpa sua, è stato il sistema!). Lodo testimonial del reddito di cittadinanza a sua insaputa. Sono stati trasmessi alcuni spezzoni del suo arrivo tra i ragazzi. Una volta ha detto: “Dai dai dai”; un’altra ha detto: “Sono qui con i miei amici per fare quello che mi piace, quindi rock’n’roll”. Niente da aggiungere.
Asia ha scelto il meglio, non era facile, molto dolore per l’esclusione degli Inquietude di Salò, specie per il cantante sosia di Justin Timberlake, però ce ne faremo una ragione. Accanto a lei, per aiutarla nella selezione, ha voluto che ci fosse Alioscia Bisceglia dei Casino Royale: che classe, che gran chic. Sono stati perfetti, insieme: seri, precisi, gentili, appassionati, molto attenti (tanto che viene da pensare: stante che dei maschi femministi non ci si deve fidare, non è che un #metoo capitanato da Argento e Alioscia, al posto di Rose McGowan sarebbe stato un Sessantotto venuto bene, ma ormai è andata?).
Tutte le esibizioni sono state favolose, non solo perché Asia aveva tirato su un’ottima squadra, ma pure perché è stata molto brava ad assegnare i brani da eseguire (Bad Romance ai Seveso Casino Palace, quelli con la cantante in odore di Shirley Manson; Jealous Guy ai Bowland; Ragazzo di strada a quelli con il cantante identico a Richard Ashcroft: brava lei a capire che sarebbero stati non semplicemente in grado di interpretarla molto bene, ma pure di non invecchiarla). Agli eliminati, ha porto addirittura le sue scuse: “E' colpa mia, non saprei come farvi crescere, non voletemene”. Agli eliminati e non, quindi a tutti, ha chiesto e dato abbracci. Lo rivedremo mai un amore (per la musica) così grande?
Il resto è stato noia e dispiacere, che dovrebbero essere banditi da un programma d’intrattenimento televisivo, ma abbiamo già detto che X Factor fa i comodi suoi e finché la barca va chi siamo noi per non lasciarla andare. Non è affatto detto che finisca sempre come in Criminali da Strapazzo (un manipolo di fessi gestisce un’azienda floridissima e lo fa completamente a caso: va a gonfie vele per un po’, poi dopo basta, tutti a casa).
Recensire Upas