Qualche buona notizia per non scappare da X Factor
L'eliminazione dei Seveso Casino Palace, la speranza che Renza diventi il bug dei Ferragnez, Anastasio che reinterpreta Another Brick in The Wall dei Pink Floyd
Ricordate quando, in "Io e Annie", la relazione tra Diane Keaton e Woody Allen comincia a essere noiosa e lei, mentre fanno l'amore, esce da suo corpo e comincia a sfogliare una rivista e dice a lui fai pure, tanto a te serve solo il mio corpo, io intanto faccio altro? Nel mondo ideale, ogni telecomando dovrebbe avere un tasto che consenta di fare la stessa cosa: lo pigi, esci dal tuo corpo e lo lasci davanti alla tv a guardare X Factor, mentre tu te la fili all'inglese e vai in cucina a finire di mangiare una torta leggendo Chi.
Ieri sera sarebbe stato utile e giusto possedere quel telecomando, come per tutte le puntate, ma forse un po' di meno. Non che gli autori abbiano fatto più sforzi rispetto alle altre volte (forse che sono in sciopero? il purè della mensa di Sky fa schifo?), ma ospiti e giudici, magari per disperazione, hanno dato alla puntata qualcosa di meglio pensato, quasi autoriale. Prima di ogni cosa (scusate la citazione), ci siamo liberati dai Seveso Casino Palace, quelli con la cantante che in poche puntate ha virato da Shirley Manson a Linda Blair, grazie italiani da casa per aver avuto il coraggio che è mancato a Manuel Agnelli, che per pura ignavia li ha mandati al ballottaggio, e quindi ha scaricato su di voi il peso di distruggere i sogni di gloria di cinque adolescenti, e voi avete avuto il coraggio di farlo.
Agnelli è il governo che firma il decreto dignità e, mentre tu corri incontro al futuro, lui gli spara alle ginocchia, così che tu possa raggiungerlo senza sforzi e, insieme, possiate restare immobili per sempre. Che bello. Poi, siccome Agnelli è anche nonno Felice (Gino Bramieri) travestito da Severus Piton, non azzecca neanche un'assegnazione. A Luna Melis appioppa "Eppur mi son scordato di te" e gliela fa rivisitare nel modo peggiore di tutti, cioè per "attualizzarla", come se Battisti avesse bisogno dell'antirughe. Fedez (ripetiamolo 10, 100, 1000 volte: è il più bravo, è il più lucido) glielo dice chiaramente: "Mi sei sembrata Alexia che cantava Battisti". Luna si sforza di prenderlo come un complimento, perché ha sedici anni. Agnelli, che di anni ne ha 52 portati molto male, fa la stessa cosa perché evidentemente non si ricorda di aver scritto, in una splendida canzone, che "Un uomo può distinguersi da un'ombra se cerca di esser sempre causa di ciò che gli accadrà".
Luna, però, è brava, bravissima, una delle migliori in tutto e certamente la migliore nelle performance e va da Fedez a cantare "Lo sai che ti amo veramente" e lui le fa vedere la fede (autori, vedete come si fa lo spettacolo? Così), quella che si scorda di avere quando assegna a Renza solo canzoni di sentimento disperato e la abbraccia quasi in lacrime quando il pubblico italiano la salva - e lo fa perché tifa adulterio. Tutti desideriamo che Renza diventi il bug dei Ferragnez (non accadrà mai, naturalmente, ma sognare è gratis), tutti sappiamo che Fedez la ama un po' e che lei, invece, si strugge come Didone. Povera Renza. Brava, per carità, ma le manca qualcosa, quel qualcosa che va diritto al cuore.
Torniamo all'ex Manuel Agnelli musicista indie e attualmente direttore di filiale di banca di credito cooperativo. Quando arriva il momento di giudicare la performance di Anastasio, che canta Another Brick in The Wall dei Pink Floyd e ci ricama sopra un rap straordinario su cosa sia la ribellione dei ragazzi, e cioè opposizione "alle immagini di un mondo depresso", mica sit in davanti al ministero dell'Istruzione, fa di tutto per non scomporsi e rendere chiaro che non crede a una parola di quello che dice (ovvero: bravo, continua a fare cose diverse), ma lo dice per non fare polemica con Mara Maionchi, tentando la disperata impresa di farla sembrare una sciamannata con l'umore deragliato. Maionchi, invece, è lucidissima, alla performance di Anastasio reagisce come tua nonna quando ti laurei, cioè come se fossi la prima persona sulla faccia della terra a farlo e nessun altro dopo di te ci riuscirà, e nel caso di Anastasio è proprio così: sarà improbabile che, in questa vita, ci ricapiterà di vedere e sentire all'opera un ragazzetto capace di scrivere versi perfetti su qualsiasi cosa, ogni settimana, e di farci venire voglia di dar fuoco alle polveri, tutte le volte che lo ascoltiamo. “È come se avessi compiuto 26 anni", dice Mara e noi ce la appuntiamo tra le frasi da dire quando e se incontreremo l'amore della vita o almeno uno che ci faccia ridere moltissimo, per una sera intera, uno che ci regali un bouquet di matite non temperate, uno che non ci dica mai che stiamo esagerando e che dobbiamo stare calme. Tutte dovremmo avere diritto d'incontrare qualcuno (va bene anche qualcosa, non siamo razziste verso i robot o gli oggetti di piacere) che ci faccia sentire come se avessimo appena compiuto 26 anni.
"Non può non piacerti, oppure mi ti sei rovinato strada facendo", dice Maionchi ad Agnelli. Ed è proprio così: Agnelli s'è rovinato da un certo punto in poi, chissà cosa gli è successo, deve averlo baciato la stessa principessa che una volta baciò Paolo Brosio.
E poi c'è Sharol dos Santos (firmare la mozione cambiategli nome e cognome immediatamente sarà presto possibile, non vi preoccupate, ci stiamo lavorando, siamo certi che sarà un successo, non come il referendum sull'Atac – ma come v’è venuto in mente di non andare a votare, romani?). A lei viene rifilata "I will always love you" e la canta bene, ma senza trasporto, senza muoverci neanche una vena, accelerare un battito, strozzarci come faceva Whitney o come farebbe chiunque conosca la prigione che ti si costruisce intorno nel momento preciso in cui hai disgraziatamente, stupendamente contezza del fatto che amerai per sempre qualcuno.
Fuor di Agnelli, è successo che Fedez ha rischiato di perdere Naomi (Tina Pica), che ha cantato "Crisi metropolitana" di Giuni Russo e l'ha cantata in regola, sembrava addirittura avere l'età che ha e non 58 anni come al solito (la ragazza è deliziosa, ma ha un problema d'immagine e di modi irredimibile e quando Vogue e Cosmopolitan vi mettono le ragazze obese in copertina per dimostrarvi che l'aspetto non conta nel senso che tutti gli aspetti contano, ricordatevi sempre di Naomi, l'eccelsa rovinata da un viso irrimediabilmente vecchio, precocemente invecchiato, qualcosa che la tiene sempre non fuori dal tempo ma in ritardo e non c'è perfezione stilistica che possa annullare questo disagio che emana, il solo antidoto sarebbe uno spirito travolgente, ma lei non lo ha, lei ha solo molta carica, moltissima energia, però di pile è pieno il mondo, quindi niente, quando tornerà a casa non ci mancherà).
L'ultimo Gassman, invece, è ormai spacciato e fintanto che resterà lì dentro nessuno lo sottrarrà al destino deciso per lui: essere Beverly Hills. Povero figliolo. In palestra continua ad andarci e si vede, ma almeno potete smetterla di somministrargli due dozzine di uova al giorno? Lo avete preso per Gaston? Non vedete che è gonfio? Ancora non s'è capito se abbia una personalità, eppure non è difficile, accidenti, poi dice che una si butta su Salvini che canta Albachiara (la cosa più bella dell'anno, naturalmente).
I Bowland hanno annoiato, basta, sono diventati un disco da sottofondo lounge, sono gli Zero7 per un aperitivo dal thailandese a Milano, suvvia, lo pensiamo tutti ma non abbiamo il coraggio di dirlo perché sono bravissimi e perché la cantante ha la faccia di una che se la critichi poi di notte ti fa un incantesimo terribile e ti trasforma in autista dell'Atac.
A puntata finita, è salita sul palco Daniela Collu, la conduttrice dell'Extra Factor, che ha dato a Lodo Guenzi dell'ecumenico e gli chiesto come sia possibile che gli piaccia tutto molto. Lui ha risposto: "Ecumenico è una definizione che mi piace molto". Sì, lo ha fatto davvero, lui è il figlio che non riesci a menare perché sei genitore ombrello e perché non capisci se sia scemo o ti stia fregando, il figlio che trasforma qualsiasi genitore in un asino di Buridano. Dopodiché ha detto: "C'è un tema di onestà intellettuale. Io sono arrivato qui e ho trovato 12 talenti che ogni volta crescono un po' e questa cosa mi entusiasma, non posso farci niente". Nel mondo ideale di cui sopra, quello dove sul telecomando c'è un pulsante per lasciare al nostro corpo le incombenze peggiori mentre con il nostro spirito ci andiamo a fare una canna, quando uno dice "C'è un tema", arriva la polizia e lo porta in galera. Specie se il tema è l'onestà intellettuale.