La differenza tra persone e personaggi al Grande Fratello

Manuel Peruzzo

Le cose migliori sono quelle impreviste, non solo al GF. La Folliero scambiata per una trans in stazione a Milano, Mauro Corona sugli psicofarmaci, il gatto di Brosio che inizia a sanguinare in diretta

Not Me. Nelle ultime quarantotto ore tutti rinnegano qualcosa. Stefano Gabbana nega gli insulti al popolo cinese in una conversazione privata (“Not me” ha scritto in rosso sulle schermate, e gli uffici legali stanno indagando; levategli le password), Massimo Gramellini nega d’aver fatto concessioni ai sovranisti nel proprio editoriale (e gli è toccato riscriverlo senza toni paternalisti), Lory Del Santo ha negato ciò che ha detto in un confessionale mandato in onda in diretta. Sono stati gli hacker, è colpa della violenza dei social media che colpisce e non capisce, non sono stata capita. Si ritratta per vari motivi: per contenere gli effetti di comunicazione disastrosa, per fare pace col proprio lettore di sinistra che appartiene al tuo stesso ambiente culturale e per non risultate antipatica a chi ti segue da casa. Tutti hanno lo stesso problema: il consenso del pubblico.

  

I cannoli piccoli e la smania d’altruismo sono poca cosa in confronto a dire che la nascente relazione tra Stefano Sala e Benedetta Mazza, i due modelli, non ha origine da veri sentimenti ma dal divertimento, che è ciò che ha fatto Lory Del Santo in un confessionale: “Credo che comunque lui si stia anche divertendo. Questa storia lo sta facendo anche emergere come personaggio all’interno della casa”. Emergere. Personaggio. Ne nasce subito una discussione. E quindi la questione è

1), esistono personaggi con un carattere o uno storytelling (Nudo che cerca moglie, Del Santo che supera il lutto, Provvedi che dimentica Corona, La Marchesa che gira col cane di peluche)

2) in mancanza di carattere ci si accoppia (Jane e Elia, Giulia e Francesco, Stefano e Benedetta)

3) queste coppie possono essere di convenienza strategica o l’esito di sentimenti veri e istinti puri. O della noia.

  

L’accusa di agire “per visibilità” in televisione, in un reality, è tipo far cadere il velo di maya, far passare Brecht con una vuvuzela mentre segui il dramma, pubblicare conversazioni private di cui vergognarsi. I concorrenti più giovani, quelli che occupano il proprio tempo con la retorica del percorso personale, dell’essere se stessi, dell’essere sempre veri e fare le cose col cuore sono subito offesi. Le parti migliori in televisione sono quelle impreviste, e quindi è interessante il battibecco tra Silvia Provvedi (“le persone non sono personaggi”) e Lory Del Santo (“se la parola personaggio ti disturba tu non vedi le cose in maniera televisiva”), scontro il cui punto più alto è raggiunto da Silvia Provvedi, una che parla sempre come una tronista, che dice: “Io non sono qui per fare uno show televisivo, sono venuta qui per far vedere chi sono come persona”. Quanti punti “sono una persona vera” saranno?

  

Giulia De Lellis, ex concorrente del GFVip, influencer, ha recentemente tenuto una lezione all’Università IULM di Milano (in quanto persona o personaggio, non si sa), perché il professore s’è “innamorato di lei”, e pare le abbia detto che “nella vita non basta sapere, le conoscenze non sono tutto. Sei molto, sei vera”. Essere veri è meglio di sapere qualcosa.

  

   

E cosa vogliamo dire a Laura Castelli quando Pier Carlo Padoan, economista, le spiega l’impatto sui mutui dovuto all’aumento dello spread, e lei risponde con “Questo lo dice lei”? Fare le cose come ti vengono è anche la scusa dei politici (anche loro hanno un problema di consenso).

   

  

Di Maio, quando Floris a Piazza Pulita gli ha chiesto di rendere conto di tutte le sue contraddizioni, come una Lory Del Santo qualsiasi, ha risposto: “Io sono quello che sono, ma la mia personalità sarà sempre sincera... A volte scazzo”. (Giro canale, trovo le Signore della Tv che hanno vinto Pechino Express: Ruta ringrazia Rossetti per averla sopportata e Rossetti replica “hai fatto bene a dirlo”. Finalmente una che rivendica la propria cattiveria in televisione senza paura di perdere consensi: ha passato il tempo a cazziare la compagna di viaggio, le abbiamo voluto bene).

   

Il resto della puntata era col pilota automatico: cibo per cani che cade sui concorrenti nelle vasche al buio, parenti che si palesano per far piangere i concorrenti, e le frecciatine di Signorini che tenta di provocare reazioni fuori controllo. Quand’è uscita Jane Alexander, eliminata al televoto, ho aspettato di vedere se avrebbe guardato Elia come guardi un batik africano che ti era piaciuto tanto in vacanza, ma che una volta a casa non sai che fartene, e invece lei è corsa da lui, in perfetto stile cinematografico, e lo ha baciato, inibendo tutti, perché sembrava così finto da essere vero. C’è stato anche uno scherzo fatto a Ivan Cattaneo, il nostro Boy George a pois, che ha rilasciato false dichiarazioni alla Toffanin dove diceva che s’era innamorato di Monte e i due s’erano baciati di nascosto. Molto credibile.

   

 

Le cose migliori sono quelle impreviste, le sbavature, dicevo, mica solo al Grande Fratello. La Folliero che insieme alle Iene gira in stazione centrale a Milano e la scambiano per una transessuale, o Mauro Corona che a Bianca Berlinguer dice “Prendevo psicofarmaci con birra e vino, mi hanno fatto bene”. Ma più di tutti c’è il gatto di Paolo Brosio, Sushi, che inizia a sanguinare in diretta a Storie Italiane, macchia la camicia di Brosio che urla “Va portato d'urgenza al pronto soccorso”, e la madre che si contorce in un urlo drammatico mentre un ospite poco sensibile ma con grande senso dei tempi comici urla al miracolo perché il tema della puntata erano le statue che piangono sangue. In realtà Brosio intervistato dal Fatto Quotidiano ha fatto sapere che purtroppo Sushi ha un tumore: sta già facendo la chemioterapia a Forte dei Marmi. In pochi minuti di televisione c’è più materiale che in tutta la puntata del GF: non basta essere persone vere, bisogna essere buoni personaggi.

 

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