In tv le idee sono finite, e allora ecco “Mai Dire Talk”
I Gialappi ricompongono la squadra degli anni Novanta con un format trito e ritrito
Le idee sono finite, i soldi pure. Ecco perché ci toccano i revival televisivi retromani da “Portobello” in giù fino a “Mai Dire Talk”, cioè la tv dei ragazzi di ItaliaUno girato in uno studio alla Agon Channel, con i divanetti bianchi e le luci sbagliate e i superstiti degli anni Novanta. L’unica cosa che si ricicla in Italia sono i format, in perfetto stile ecologico e parsimonioso sovranista. Torna la cronaca della comicità involontaria e della surrealtà televisiva in quel fortunato format che dal 1990 al 2001 ha retto bene nelle sue varianti (“Mai dire tv”, “Mai dire Maik”, “Mai dire Grande Fratello”). Il filtro cinico che ci consentiva di guardare roba brutta a distanza di sicurezza, ridendone, e quindi senza sensi di colpa.
Tornano lo spettinato Mago Forrest (che dà ritmo alla trasmissione), i trailer tormentone di Maccio Capatonda, la sensualità a corte di Marcello Cesena e naturalmente le immancabili voci della Gialappa’s. Se là, su RaiTre, ci sono Sabina Guzzanti che imita Virginia Raggi tra spazzatura e gabbiani e Corrado Guzzanti che interpreta il poeta Robertetti (“Sono un poeta ermetico ma anche io, ogni tanto, qualche spiffero lo sento”), qui in studio c’è Paolo Guzzanti che fa se stesso (non si vede Caterina che starà aspettando una tessera per il reddito di cittadinanza).
Mancano in tanti. Luciana Littizzetto, che ha fatto fortuna con Fabio Fazio, Mandi Mandi, che chiede la Bacchelli dalla D’Urso; ma anche Antonio Albanese, Teo Teocoli, Fabio De Luigi, Paola Cortellesi, Lucia Ocone e tanti altri grandissimi pieni di talento, e al loro posto ci sono chiacchiere degli ospiti (dopotutto è un talk, la cosa che costa meno), video presi dal web, riempitivi per tre ore di trasmissione (ormai va così, bisogna raggiungere il pubblico zombie notturno per un punto in media in più di share; non basta mai).
Il format lo conoscete: è la parodia del meglio del peggio televisivo. Quindi c’è il video del deputato Eugenio Sangregorio che farfuglia emozionato al suo primo intervento in Parlamento, c’è Di Maio che si arruffiana il pubblico di Canale5, c’è Salvini che parla da papà e ci sono i meme con Toninelli superman. C’è soprattutto il sarcasmo dei Gialappi. L’effetto è di un Twitter per chi non ha Twitter, cioè di una televisione che rincorre i social media, e in cui si commentano video dell’estate che sono già preistoria (o forse perché sono già rodati pure quelli: inutile investire sulla novità). E poi c’è la pubblicità: chi cambia canale è uno youtuber.
I Gialappi l’hanno capito: quelli che prendevano per il culo negli anni Novanta hanno preso la Bastiglia e oggi sono al potere. Tutto è diventato un commento continuo del frammento televisivo, della notizia, della gaffe che diventa titolo, meme e parodia dopo pochi minuti. I Gialappi l’hanno capito: gli influencer sono le nuove popstar. Quindi breve intervista a Cicciogamer89, un gamer con più follower degli spettatori di ItaliaUno (“89 sono i kg?”, “ma come mai ciccio come soprannome?”); Giulia De Lellis, una che blocca le strade facendo shopping circondata da fan che le chiedono un selfie (e poi taggarla, sognando follower, popolarità, visualizzazioni) che racconta di non aver mai letto un libro (la sua soglia d’attenzione è quindici secondi) ma di volerne scrivere uno (sarà influencer ma pare un’italiana media); arriva pure Gio Evan, che non ha la tv ma non la disprezza, a dedicarle il titolo “Ormai tra noi è tutto infinito”, lei muore di noia. È uno scambio di popolarità: la tv invita l’influencer nella speranza che i follower guardino il programma, l’influencer va in tv nella speranza di aumentare i follower e vendere più costumi da bagno, rossetti, libri da non leggere ma coi quali fotografarsi.
Come nella scena di “Sensualità a Corte” in cui Madreh raggiunge un importante traguardo, i centomila follower, e inizia a fantasticare: “Cambierò il mondo a mia immagine e somiglianza, la gente si vestirà come me, parlerà come me, penserà come me”. Nella prossima puntata troveremo forse Laura Castelli con il suo “questo lo dice lei”, Luigi di Maio intervistato dalle Iene sul lavoro nero del padre, Walter Nudo che scoreggia al Grande Fratello. Tutto già visto su una moltitudine di canali. E il pubblico si dividerà tra chi vorrà seguire il vecchio palinsesto e chi preferirà la visione distratta delle storie Instagram di una influencer. Chissà se l’account di Madreh supererà quello di Giulia De Lellis.
Politicamente corretto e panettone