“Sorry for your loss” e il tentativo di Facebook di rottamare la tv
Da qualche mese il social network ha lanciato un nuovo servizio di video on demand e ha prodotto le sue prime serie. Per ora i risultati, in termini di pubblico, non sono incoraggianti. Ma l'esperimento è interessante, ecco perché
“Su internet non si scrive con la matita Mark, ma con l’inchiostro”. Questo dice Erica Albright, nome di invenzione per un personaggio davvero esistito, a Mark (Zuckerberg). Siamo nel 2010 e il film è The Social Network, pellicola pluripremiata scritta da un fuoriclasse come Aaron Sorkin. E mai frase fu più azzeccata se pensiamo a cosa Facebook è diventato nel tempo, un enorme contenitore delle vite di milioni di utenti che sembra essere privo di una finalità contenutistica precisa. Da qualche mese però è sbarcato su Facebook un nuovo servizio di video on demand – Facebook Watch – che offre contenuti originali visibili gratuitamente per tutti gli utenti registrati.
Il social network di Zuckerberg insomma è diventato non solo una vetrina acritica sul mondo ma un vero e proprio editore che distribuisce serie originali dettando l’agenda di ciò che interessa raccontare e mettere a tema. Paradigmatico in questo senso è l’esempio di Sorry for your loss, serie drammatica in dieci episodi da mezz’ora presentata in anteprima allo scorso Toronto Film Festival e disponibile appunto su Facebook che racconta la storia di Leigh Shaw, una giovane vedova americana che è costretta a rivalutare i suoi legami personali dopo la prematura scomparsa del marito. La serie, benché interpretata da volti giovani e semi sconosciuti, si avvale della penna e della produzione di esperti del settore – dietro c’è la casa di produzione indipendente Big Beach che ha avuto il merito, tra le altre cose, di dare i natali a un film come Little Miss Sunshine.
E infatti una certa consonanza nel tono del racconto si può trovare tra questi due prodotti, in particolare nella capacità di fare leva sulla componente emotiva e sui sentimenti, in una narrazione in cui la risata è sempre dolceamara e spesso l’atmosfera diventa toccante. Per il momento la serie è disponibile solo in inglese senza sottotitoli e – come altri titoli di Facebook Watch – non ha avuto tutto il riscontro di pubblico che ci si potrebbe aspettare (la critica invece si è espressa in modo decisamente positivo) – considerato anche il bacino di utenza potenzialmente sterminato a disposizione.
Sorry for your loss però sembra avere una potenziale marcia in più rispetto agli altri prodotti della piattaforma come ad esempio Five points – teen drama su un gruppo di adolescenti di Chicago sconvolti da un fatto inaspettato che cambierà profondamente le loro esistenze – o Sacred lies, adattamento di un romanzo di Stephanie Oakes che racconta di un’adolescente in fuga da una setta da cui viene accusata essere l’assassina del loro leader. Sia perché non si configura come una storia spiccatamente di genere – “restringendo” in qualche modo il gruppo di affezionati a un gusto preciso – sia perché si dimostra un racconto ben scritto, con sapienza tecnica e capacità di raccontare le emozioni (tutte e tre le serie sono comunque state rinnovate per una seconda stagione). Sembra proprio che i prodotti di Facebook Watch si rivolgano esplicitamente ad un pubblico di adolescenti – principali fruitori del social – per la scelta delle tematiche e del taglio editoriale, prediligendo storie di sentimento e dalla spiccata matrice emotiva. Il tempo dirà se questo nuovo esperimento avrà successo. Quello che è certo è che, in un mondo come quello audiovisivo decisamente sovrappopolato e ambizioso, Facebook sta provando a trovare una propria voce ed una collocazione. E di certo l’ambizione non gli manca.
Politicamente corretto e panettone