Un Pressure test disumano come non si era mai visto a MasterChef
Prove sempre più dure che hanno un solo obiettivo: eliminare i meno bravi. Finora nessuna sorpresa, i migliori sono ancora tutti dentro
La prima eliminata della serata di MasterChef (ogni giovedì alle 21.15 su SkyUno) è Anna, la settantaduenne di Pecetto torinese che è andata ben oltre le aspettative che ci eravamo fatti all’inizio dell’edizione. Fatale le è stato il chicken parmesan (ha impanato con la farina di mais anziché col pangrattato) e il suo piatto è risultato il peggiore. Almeno così hanno deciso i giudici, anche se la sensazione è che a meritare l’eliminazione fosse Giuseppe – “il rognone sa di urina”, ha detto Bruno Barbieri liquidando il piatto in meno di dieci secondi. Probabilmente hanno scelto chi potrà tirare avanti ancora qualche puntata con il livello che inevitabilmente si alzerà. Salva anche Virginia, talentuosa ventiduenne che però ha sbagliato tutto.
La Mystery Box è stata al veleno: i concorrenti si sono trovati davanti, sui piatti, i volti degli sfidanti. La consegna era semplice: fare la spesa per l’avversario ritratto. I cattivi si sono scatenati, c’è chi ha preso una banana e un cetriolo, chi salsa di soia, pompelmo e altre cose difficilmente integrabili con altri ingredienti. Ma ecco la sorpresa: nessuno scambio, la spesa che avete fatto ve la tenete e cucinate. Imprecazioni, occhi al cielo, preci elevate dai banchi. Vince Gilberto, a quanto pare detestato da quattro quinti della cucina ma capace di preparare un piatto di qualità. Invention test nella norma: i giudici portano dai propri ristoranti tre piatti a testa di difficoltà bassa, media e alta. Gilberto deve assegnare il piatto ai vari aspiranti chef. Come detto, Anna pasticcia e va a casa. Salvatore il comandante di mercantili – attenzione che potrebbe arrivare fino in fondo – vince.
Esterna dal sapore romantico a Burano, laguna veneta, “dove la vita scorre al ritmo delle maree” (copyright di Giorgio Locatelli). Prova durissima: cucinare per trenta osti di Venezia e dintorni. Due menù: cicchetti vari, risotto di Gò, pesce in cassopipa (sugo dei pescatori di Chioggia), zabaione per dolce. Salvatore mette insieme una squadra perfetta, il povero Giuseppe (capo dei blu) fa quel che può e pare essere in balìa degli eventi. Osti severissimi e pronti a evidenziare orrori marchiani: il baccalà mantecato fatto con il prezzemolo, la cassopipa in bianco e non in rosso, lo zabaione troppo liquoroso. Alla fine, come prevedibile, vincono i rossi di Salvatore. Risultato ancora una volta netto, 26 a 4. E’ una peculiarità di questa edizione di MasterChef, livello alto ma risultati delle esterne sbilanciatissimi.
Al Pressure ci finiscono in sei, le campane di Burano suonano (a morto), Bastianich si butta sul biblico e ricorda che “Dio creò il giorno in sei giorni”. Prova difficilissima, concorrenti divisi in due squadre da tre concorrenti ciascuna. Un minuto e mezzo per memorizzare una ricetta (senza nome) di Bruno Barbieri, quindi prova a staffetta: quindici minuti a testa per portare a termine un piatto mai visto prima. Un disastro dal quale si salvano i meno peggio. Alla sfida finale vanno Gloria, Alessandro e Giovanni, chiamati a replicare il piatto che li aveva visti soccombere poco prima. Alessandro si salva perché "ha lavorato meglio". Tra Gloria e Giovanni si salva l'operaia friulana. Se ne va Giovanni, studente trentasettenne di medicina.