Il nostro O.J. Simpson è un tizio sulla spiaggia braccato dalla D'Urso
La televisione trash italiana alla ricerca di capri espiatori di cui non può fregarci di meno
Roma. Il nostro O.J. Simpson non scappa a bordo di una Ford Bronco bianca, non c’è l’Interstate 405 da percorrere, non siamo nemmeno a Los Angeles. No, il nostro O.J. Simpson è un tizio sconosciuto di cui non frega niente a nessuno che cammina sulla spiaggia, circondato dal nulla epidemiologico ma inseguito dall’elicottero della Guardia di Finanza e dalle telecamere di Canale 5.
Il nostro O.J. Simpson è stato “pizzicato” – come direbbe Virginia Raggi, la vigilina della Capitale – il lunedì di Pasquetta a Jesolo sulla spiaggia e il suo inseguimento reso immortale, immortale si fa per dire ché nella società dell’avanspettacolo c’è sempre qualcosa di più immortale che arriva un quarto d’ora dopo, dalle parole dell’inviata della trasmissione “Pomeriggio Cinque” di Barbara D’Urso: “Barbara, Barbara! L’elicottero ha segnalato quella persona sulla spiaggia, ma lui ha aumentato il passo e sta scappando. Quindi ora lo stiamo inseguendo, non so se si può vedere, i finanzieri hanno iniziato a correre perché lui si sta allontanando tra le case”. Le immagini, implacabili, accompagnano la cosiddetta fuga tra le case. Non staremo ancora una volta a ripetere l’adagio sulla storia, la tragedia e la farsa, perché il rischio scatologico è in agguato e la pazienza poca dopo quaranta giorni chiusi in casa.
In diretta l'inseguimento della Guardia di Finanza dopo aver individuato delle persone sulla spiaggia a Venezia #Pomeriggio5 pic.twitter.com/RRF3uhBEj0
— Pomeriggio 5 (@pomeriggio5) April 13, 2020
Il mattino dopo, cioè ieri, ad Agorà su RaiTre, sono andate in onda le immagini di un altro tizio di cui non frega niente a nessuno – persino impreziosite, queste, dalla “Cavalcata delle Valchirie” di Richard Wagner – che è stato inseguito dalla polizia municipale, “si fermi c’è il drone!”, come il Montag di Fahrenheit 451 ma senza i cani a braccarlo: “Calzoncini azzurri, magliettina verde, cappellino bianco, sta scappando, sta correndo”, dice una voce nel servizio, che puntualmente informa: “E’ stato fermato e raggiunto”. Sembra di essere in una canzone degli Articolo 31, vagamente ottimista ma era il 1996 e ci poteva stare, “Con le buone”: “Palettina rossa, macchinina blu / ‘Patente, libretto e prego scenda giu’. ‘E' un controllo? Ah! Bello! Controllami sto bollo!’… E dopo una mezzora a ribaltarmi la vettura Mi fan la multa perché andavo senza la cintura! Ma… Con le buone si ottiene tutto”.
Non avendo a disposizione un nemico facile da inseguire, a meno di non mandare in onda le riproduzioni stilizzate del Covid-19, si pescano a caso vari capri espiatori. All’inizio erano i vecchi, poi è toccato al runner, poi ancora a quelli che vanno a fare la spesa troppo spesso, a insindacabile giudizio delle forze dell’ordine o del vicino di casa, spesso figure interscambiabili. Si scaricano così le responsabilità sui singoli cittadini, un modo per dimenticare o ignorare quelle delle istituzioni. Per questo, continuiamo a leggere le intemerate sull’“emergenza furbetti” con ampio riferimento a esperienze personali trasformate in tendenze generali o a statistiche non allarmanti usate per solite tiritere su “quelli che non rispettano le regole”. Questo accade quando la gente inizia a ragionare con i meme come se fosse costantemente su Facebook e li usa per descrivere e regolamentare la realtà, nell’incapacità di distinguere tra i casi singoli e il trend generale. A Roma, ha detto il prefetto Gerarda Pantalone al Messaggero, “in un mese su circa 650 mila controlli più di 12.500 persone sono state sanzionate. La percentuale è bassa (2 per cento)”. Ma chissenefrega dei dati, l’importante è andare a caccia dei nostri O.J. Simpson. E non lo fa solo il programma di Barbara D’Urso; pure le istituzioni pubbliche partecipano. Come il vicesindaco di Ferrara Nicola “Naomo” Lodi che insegue e dà dello “sfigato” a un paziente psichiatrico e lo mette su Facebook per essere insultato meglio dal “popolo del web”. Oppure l’assessore al Welfare della regione Lombardia Giulio Gallera, che s’è lamentato perché “a Milano c’è ancora troppa gente che si muove”. Eppure, ha notato il sindaco di Milano Beppe Sala, “ieri mattina sono stato in giro per la città con la Polizia locale a vedere come vengono fatti i controlli e il pomeriggio mi sono messo in casa a guardare i dati dei controlli di ieri e dei giorni precedenti: più del 95 per cento delle persone fermate sono in regola, questa è la realtà. Se qualcuno pensa che c’è troppa gente in giro, deve fare una cosa molto semplice: facciano una nuova ordinanza che tenga più persone a casa”. Oltretutto, dicono i dati della stessa regione Lombardia, Milano è la città in cui ci si sposta di meno. “Ecco Montag! L’inseguimento è finito!”.