Pillole di serie tv da vedere a maggio (con o senza congiunti)
In attesa di capire tutti i dettagli della Fase 2 le piattaforme streaming ci vengono in aiuto con serie per tutti i gusti
In questo maggio ancora largamente domestico per i più, le piattaforme ci vengono in aiuto con serie tv per tutti i gusti. Dalla dramedy al racconto sci-fy, passando per le animazioni e qualche gradito ritorno, si prospetta un’offerta ricca di prodotti seriali. Non ci resta che attendere anche qualche innesto cinematografico – decisamente probabile data l’assenza di uscite al cinema – e anche questo mese l’avremo portata a casa. E poi sarà di nuovo estate.
Hollywood (Netflix, 1 maggio miniserie)
Dopo Nip/Tuck, Glee e American Horror Story, Ryan Murphy torna con una nuova serie in sette episodi, questa volta raccontando la Hollywood dell’età dell’oro. Siamo a Los Angeles nel secondo dopoguerra e un gruppo di giovani aspiranti attori e registi cercano di farsi strada nel modo dello show business. Tra favoritismi, rivalità e glamour, si racconta di una Hollywood che aveva in sé tutta la forza propulsiva di un futuro cinematografico ancora quasi tutto da costruire. Cast ricco – soprattutto di importanti attori di puntata - per una miniserie che prova a raccontare il sogno americano e che cosa si è disposti a perdere per coronarlo.
Trying (Apple tv +, 1 maggio)
BBC Studios produce la prima serie britannica per la piattaforma di Apple. Si tratta di una dramedy in otto episodi che racconta la vita di una coppia inglese – Jason e Nikki – che non riuscendo ad avere un figlio decidono di adottarlo. Preparandosi a questa nuova avventura, scopriranno molte cose di loro stessi, del loro rapporto e dell’amore - a volte un po’ folle e sconclusionato – che li tiene insieme. Tono lieve per una tipica serie che punta quasi tutto sulla scrittura. Ma di solito gli inglesi non tradiscono in quanto a penna.
Upload (Amazon prime Video, 1 maggio)
Siamo nel 2033 e chiunque stia per morire riesce, tramite un upload, a prolungare la propria esistenza in delle realtà virtuali che – a seconda del portafoglio del defunto – si presentano più o meno confortevoli. Nathan Brown, morto in un incidente stradale, viene catapultato a Lakeview, una specie di resort in riva al lago con tutti i confort. Qui lavora, come assistente alla clientela, Nora – una ragazza di Brookyn; la giovane insegnerà le regole del nuovo mondo a Nathan e con lui farà esperienza di tutti i rovesci della medaglia di un mondo che è solo all’apparenza perfetto. Il concept della serie ha delle similitudini con The good place anche se, ad una prima occhiata, sembra una narrazione meno compatta. Una serie di evasione per divertirsi in modo leggero.
The Eddy (Netflix, 8 maggio)
Molto attesa questa serie in otto puntate dirette da Damien Chazelle (La La Land). Ambientata a Parigi in un club jazz, la storia segue le vicende del proprietario del locale, un americano che coltiva il sogno di sfondare con il proprio gruppo nel mondo della musica e che contemporaneamente deve occuparsi della figlia adolescente – tutt’altro che addomesticabile. C’è in questa serie tantissima musica - musica vera ,suonata da musicisti veri, dal vivo - trattata senza alcuna patina glamour ma con grande passione e dedizione. La qualità visiva è da cinema, con una Parigi multiculturale che diventa culla della musica di New York. Per chi ama la musica e il tocco narrativo di Chazelle.
Valeria (Netflix, 8 maggio)
Commedia romantica spagnola in otto episodi adattamento di una saga di romanzi rosa di Elisabet Benavent (da noi la saga è stata pubblicata da Rizzoli). Valeria è una scrittrice in preda ad una crisi esistenziale: poche soddisfazioni sul lavoro e ancora meno con il marito. Cerca allora rifugio nelle sue tre migliori amiche - Lola, Carmen e Nerea – tutte alle prese con i piccoli e grandi drammi della quotidianità. Una sorta di Sex and the city in chiave latina. Sentimenti larghi che strizzano l’occhio alla soap, come piace al pubblico spagnolo. De gustibus.
Homecoming (Amazon prime video, 22 maggio, seconda stagione)
Torna per una seconda stagione la serie Homecoming, primo esempio di serialità televisiva adattata da un podcast. Gli spettatori più affezionati però dovranno scordarsi il sorriso di Julia Roberts che aveva illuminato – anche se a ben vedere ci fosse poco da ridere – la prima stagione. In questo secondo capitolo infatti la Roberts rimane solo come produttrice della serie che invece si concentra sul personaggio interpretato da Janelle Monàe, una ragazza che si risveglia su una piccola barca in mezzo ad un lago non ricordando nulla della propria identità e del motivo per cui si trova in quel luogo. L’indagine a ritroso per scoprire chi è la porterà nel cuore del Geist Group, la compagnia che era a capo anche del progetto Homecoming e avrà come alleato Walter Cruz, il coprotagonista della precedente stagione che sta andando a fondo del “progetto reduci” e di quello che gli è successo. Da questi pochi dettagli la serie sembra promettere bene. Sempre una sicurezza la pasta visiva e la qualità della messa in scena. Che è già qualcosa.
Space Force (Netflix, 29 maggio)
Steve Carell, veterano della commedia americana, torna al primo amore ambientando in un ufficio sui generis questa serie in dieci episodi. Ad un gruppo di colleghi di lavoro viene affidato il compito di creare il corpo delle forze spaziali che, insieme agli altri organi militari americani, deve garantire la sicurezza sul pianeta. Mark (Steve Carell) dovrà condurre questo corpo militare entro il 2024 ad approdare sulla luna. Il concept sembra abbastanza surreale da essere pane per i denti di Carell e della sua tipica chiave comica. Pare ci saranno attori di primo piano e non mancheranno le risate. Per ora: teaser da Odissea nello spazio.
Central Park (Apple tv +, 29 maggio)
Alla fine di una intensa diatriba, che ha visto in campo i principali colossi dello streaming, Apple tv + si è aggiudicata questa nuova serie animata che racconta le avventure di una famiglia di custodi di Central Park. I Tillermans cercano di portare avanti la propria vita, più o meno incasinata, e di difendere il parco dalla vecchia ereditiera Bitsy che vorrebbe spianare il polmone verde di New York e trasformarlo in una zona condominiale. Il tono è quello tipico delle animazioni per adulti, politicamente scorrette e con battute al vetriolo. Per gli appassionati del genere e per chi vuole evadere con un tocco musical.
Politicamente corretto e panettone