Minestrone di settembre. Le serie tv da non perdere questo mese

Gaia Montanaro

Pochi prodotti e non sempre dalle premesse invitanti. Qualche consolazione cinematografica, da vedere su piccolo schermo. Aspettando il grande freddo e qualche imbeccata seriale più solida

Di tutto un po’ in questo settembre seriale che sforna prodotti per palati differenti (pochi e non sempre dalle premesse invitanti). Possibile consolazione in qualche pellicola cinematografica – rigorosamente in questo caso su piccolo schermo – e in attori di peso che potrebbero fare la differenza. Aspettando il grande freddo e con lui qualche imbeccata seriale più solida.

Away (Netflix, 4 settembre)

Dramma fantascientifico con protagonista Hilary Swank che interpreta l’astronauta Emma Green, costretta ad abbandonare marito e figlia proprio nel momento di maggiore bisogno per intraprendere la prima missione spaziale su Marte della durata di tre anni. L’equipaggio è formato da astronauti provenienti da tutto il mondo e la stretta convivenza porterà all’emergere di conflitti, rivalità e amori ma soprattutto a mettere a tema i valori della fiducia reciproca e del sacrificio necessari per portare a termine la missione.  La serie prende spunto da un articolo uscito su Esquire che raccontava la missione spaziale di Scott Kelly, astronauta americano rimasto nello spazio per undici mesi.

 

Per chi ama i prodotti dal forte impatto emotivo e che non disdegnano narrazioni di genere.

Woke (Hulu, 9 settembre)

Serie dai tratti comici che ha come protagonista un illustratore afroamericano – Keef – che sta per arrivare finalmente al successo quando a seguito di un incidente comincia a percepire la realtà che lo circonda in modo diverso e a rendersi conto del razzismo e delle discriminazioni che lui stesso opera. Il tutto in chiave leggera e pop. La storia prende le mosse dalla vita e dai lavori del fumettista Keith Knight e cerca di affrontare un tema all’ordine del giorno in una chiave dissacrante e poco inflazionata. Per chi ama i racconti poco convenzionali e frutto di linguaggi e stili differenti.

I’m thinking of ending things (Netflix, 4 settembre, film)

Ttolo molto atteso di questo autunno - ed eccezione che vale la pena – il nuovo film di Charlie Kaufman. Adattamento dell’omonimo romanzo di Iain Reid, la storia ha come protagonista la giovane Cindy che viene portata dal fidanzato Jake a conoscere i genitori di lui che abitano in una fattoria isolata. La visita assumerà tratti sempre più raccapriccianti e terribili ma quello che lo spettatore segue e di cui viene messo a parte sono i pensieri di Cindy che ciclicamente riflette sul fatto di “finirla lì, di smetterla”, di dare un taglio alla sua vita come l’ha sempre conosciuta. La narrazione ha il passo tipico dei film di Kaufman, straniante ed intrigante allo stesso tempo, con atmosfere esteticamente curatissime e che racchiudono in sé situazioni e realtà perfettamente coerenti. Quasi tutto si gioca in interni e quindi si appoggia sulla recitazione degli attori e sulla loro credibilità a rappresentare un mondo incredibile. Da vedere.

The last word (Netflix, 17settembre)

Continua il periodo positivo per le produzioni seriali tedesche che questa volta mettono in campo una narrazione dramedy con protagonista Anke Engelke (già vista in Deutschland 83). La donna per vivere si occupa di scrivere elogi funebri ma quando il marito muore improvvisamente si rende conto di non riuscire a trovare le parole perfette per dirgli addio. Incapace di elaborare il lutto, cercherà di procrastinare il funerale fino a quando sarà riuscita a scrivere l’elogio funebre che il marito meritava. Il tono della serie è leggero, tra il serio e il faceto, ed è questo probabilmente l’elemento più delicato da gestire. Una storia potenzialmente emotiva ma che vuole mantenere un animo leggero senza però cadere nella farsa, insidia dietro l’angolo.

Ratched (Netflix, 18 settembre)

Uno dei prodotti di punta di questo autunno è questa nuova serie diretta da Ryan Marphy, prequel del classico Qualcuno volò sul nido del cuculo. La brava Sarah Paulson interpreta la spietata infermiera Mildred Ratched che viene raccontata nella sua parabola discendente che la porterà a sviluppare tendenze omicide e a realizzare inquietanti esperimenti sulla mente umana in un ospedale psichiatrico della California. Atmosfere raffinate (ma sempre con il tocco glam inconfondibile di Murphy) per raccontare – attualizzandolo – un personaggio cult della letteratura. Sfida ardua ma gli attori di calibro non mancano.

Long way up (Apple tv+, 18 settembre)

Ewan McGregor pare togliersi uno sfizio del tutto personale (e forse non così necessario per il pubblico tutto) con questa docuserie che segue il suo viaggio in motocicletta – in coppia con l’amico Charley Boorman – in giro per il mondo. I due attraversano tredici paesi, dalla Patagonia alla California – a bordo delle loro Harley Davidson, dovendo affrontare imprevisti e sorprese. Per chi ama i motori e i prodotti di viaggio, decisamente maschili. De gustibus.

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