Giletti e Corona sono ormai una coppia di fatto, come Bianca Berlinguer e Mauro Corona. Solo che il primo sta ai domiciliari e l’altro Corona no. Con gli ospiti ormai collegati da casa, la differenza non si nota granché e invece di litigare una puntata sì e l’altra pure, Giletti e Corona vanno d’amore e d’accordo. Come nei migliori “bromance” del cinema americano, come in un buddy movie in cui il poliziotto buono (Giletti) e il poliziotto cattivo (Corona) risolvono i casi più intricati della cronaca italiana. Un idillio entrato in crisi nell’ultima puntata di “Non è l’Arena”, dedicata alle sfrenate nefandezze del caso Genovese, le notti di Milano, le feste, la coca, gli stupri, la “Terrazza Sentimento”. E’ chiaro che con una roba del genere Corona gioca in casa. Però, com’è un po’ nelle sue corde, si fa prendere la mano. Siamo d’altronde ormai nello schema più classico: il figlio degenere della società corrotta che diventa il suo più furibondo accusatore.
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