Le serie tv da guardare a febbraio

Gaia Montanaro

Domina il filone del dramma dal futuro, ma c'è anche il revival di Bryan Craston nelle vesti di un giudice di New Orleans

Un febbraio all’insegna del racconto distopico e apocalittico. Sono queste le due cifre principali della serie tv che ci aspettano. Un paio di adattamenti librari e qualche incursione in generi più leggeri e storie di intrattenimento per completare il panorama - non troppo nutrito – che ci attende. E per i nostalgici un Walter White (ex Breaking Bad) in una nuova declinazione e il ritorno di The Good Fight con la sua quarta stagione. Chissà che nelle prossime settimane non arrivino a rinforzo buone nuove.

 

L’ESTATE IN CUI IMPARAMMO A VOLARE

(Netflix, 3 febbraio): tratta dal bestseller omonimo di Kristin Hannah (edito da Mondadori), la serie racconta la storia d’amicizia tra Kate e Tully, dal loro incontro quando erano ragazzine tredicenni e per i trent’anni successivi. Kate è riservata e timida mentre Tully estroversa e intraprendente: formano una coppia antitetica che proprio per questo funziona. Affrontano insieme le piccole e grandi sfide della vita fino a quando un tradimento le separerà, mettendo a dura prova il loro rapporto. Un racconto largo e che lascia ampio spazio ai sentimenti, per chi apprezza l’intrattenimento leggero e il viso pulito di Katherine Heigl (la Izzie Stevens di Gray’s Anathomy).

  

  

RAISED BY WOLVES

(Sky Atlantic, 8 febbraio): Ridley Scott firma la regia dei primi due episodi di questa attesa serie, a cavallo tra il distopico e il genere catastrofico. Siamo nel ventiduesimo secolo sul pianeta Kepler-22b e una coppia di androidi – Padre e Madre – ha l’obiettivo di colonizzare quella terra grazie a degli embrioni umani che trasportano. La Terra è diventato un luogo inospitale a causa delle sanguinose lotte tra gruppi di atei militanti e un ordine religioso di derivazione cristiana, i Mitraici. Dodici anni più tardi, su Kepler-22b è sopravvissuto apparentemente solo un ragazzino, Campion, e i suoi “genitori” ma quella parte inesplorata dell’Universo nasconde diverse presenze. Dispiego di forze, produttive e immaginifiche, per un racconto di genere dalle alte ambizioni.

  

  

THE CREW

(Netflix, 15 febbraio): serie comedy che racconta il mondo delle gare automobilistiche NASCAR. A capo della scuderia Bobby Spencer c’è il comico Kavin James che deve passare il testimone alla figlia Catherine, foriera di una gestione più snella e moderna. Ragazza giovane e carina, dovrà farsi largo in un mondo molto maschile e con non pochi pregiudizi generazionali. Una comedy leggera per gli appassionati di sport e in particolare delle dinamiche, a volte surreali, che stanno dietro le quinte. De gustibus.

 

  

DIETRO I SUOI OCCHI

(Netflix, 17 febbraio): adattamento dell’omonimo romanzo di Sarah Pinborough (uscito nel 2017 per Piemme). Louise, divorziata e con un figlio a carico, inizia una relazione con David, il capo dello studio psichiatrico per cui lavora. La faccenda si complica quando la donna diventa amica di Adele, la moglie di David. Dal triangolo amoroso non convenzionale allo sfacelo psicologico il passo è breve, in una narrazione in cui il non detto e i risvolti inquietanti abbondano. Per spettatori dai nervi saldi e amanti dei thriller psicologici.

 

  

TRIBES OF EUROPA

(Netflix, 19 febbraio): Europa, 2074. Una misteriosa catastrofe globale ha spazzato via la civiltà e la Terra è ora divisa in piccoli stati tribali che combattono tra loro per guadagnarsi la supremazia. Tre giovani fratelli lottano per sopravvivere in questo mondo distopico dominato dalla violenza e dalla sopraffazione e il loro operato cambierà le sorti del pianeta per sempre. Per un pubblico (prevalentemente) giovane che ama le storie di avventura dal retrogusto parecchio cruento.

 

  

BIG SKY

(Disney+, 24 febbraio): Dopo Big Little Lies e The Undoing, David E.Kelly torna al racconto generalista (con risultati a quanto pare meno felici) realizzando per Abc un crime thriller che ha al centro il rapimento di due sorelle da parte di un camionista su una remota autostrada del Montana. Indagano due detective privati e un’ex poliziotta (ed ex moglie di uno dei due) che ben presto si renderanno conto che le sparizioni hanno una matrice ricorrente e seriale. La posta in gioco si alza in una narrazione classica adatta ad un pubblico tradizionale. L’ambientazione è interessante come la ricerca di un contesto narrativo non ancora così abusato. Il risultato: drammaticamente rassicurante.

  

  

YOUR HONOR

(Sky Atlantic, 24 febbraio): attesissimo il ritorno di Bryan Cranston che è protagonista di questa serie, adattamento dell’originale israeliano Kvodo. Siamo a New Orleans e Michael Desiato è un giudice rimasto vedovo con un figlio quasi adolescente. Il ragazzino, Adam, è colpevole di omissione di soccorso durante un incidente stradale. Ha travolto il figlio di uno dei boss criminali della città e per questo Michael decide di abbandonare la via della legge e tentare di evitare al figlio la prigione. Angoscia, disperazione e suspense sono gli ingredienti di un thriller ben confezionato (si vede la mano di Showtime come quella dei coniugi King – già creatori di The good wife – e la scrittura dello sceneggiatore inglese Peter Moffat, autore della versione originale british di The Night Of). Per chi non disdegna i racconti cupi dalla forte connotazione anche introspettiva.

 

  

GINNY & GEORGIA

(Netflix, 24 febbraio): una sorta di Una mamma per amica in salsa drammatica. Così viene venduta questa nuova serie Netflix che ha al centro due protagoniste, madre e figlia, e il loro rapporto a volte complicato ma sempre unico. Ginny è una quindicenne vivace e un po’ imbranata che si dimostra spesso più matura della madre Giorgia, appena trentenne. La ragazzina convince la madre a stabilirsi in una piccola città del New England e qui il passato tornerà a cercare Giorgia, in modo inaspettato. In una vita che sembra nuova di zecca ma dove la tranquillità durerà poco. Visivamente la storia è molto patinata e strizza l’occhio ad un pubblico adolescenziale (poco mordente di scrittura insomma). Puro intrattenimento, senza particolari guizzi.

 

  

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