L'Isola dei famosi è un bluff
Elettra Lamborghini come la Zanicchi, Elisa Isoardi battuta da Brando Giorgi, la cacciata di Akash Kumar. La cosa più interessante è accaduta qualche giorno fa su Twitter
È l’isola dei bluff. Elettra Lamborghini è una Iva Zanicchi con più tette e piercing e meno doppi sensi: non sa chi sono i concorrenti, non sa le regole del gioco, non sa mai cosa succede. Daniela Martani ce l’hanno venduta come pericolosa novax, ma qui è nel ruolo della vegana emarginata. E Elisa Isoardi? Doveva essere una leader, l’ape regina, la rinascita di una ex stiratrice di camicie, ma quando il suo gruppo, i rafinados, ha dovuto scegliere il più forte le ha preferito un uomo: per giunta appena arrivato.
Poi come lo riconosci un leader? Prove di forza, prove d'equilibrio, prove di resistenza. No. Basta rompere i coglioni da subito, come ha fatto Brando Giorgi aggiudicandosi il ruolo di mansplainer. Il maschio cis etero bianco che ti spiega la sopravvivenza: e il riso non lo pesate, e l’organizzazione fa pena, e che musi lunghi ragazzi. Il fatto è che ha ragione, ma purtroppo per lui è un uomo. A Isoardi usciva il fumo dal naso, lei che aspira a uscirne come Alessia Mancini, lei che è iper-competitiva ma dice “È l’isola che comanda qui” (perché sa che il pubblico odia gli ambiziosi). Ma sappiamo tutti che per isola intende Isoardi, e lancia sguardi feroci e colpi di capelli (perché sa che il pubblico ama le vipere seducenti).
Come previsto hanno cacciato Akash, quello la cui più grande paura era l’acqua perché lui non sa nuotare, poi s’è lanciato dall’elicottero e ha nuotato meglio di Massimiliano Rosolino. Lui che cambia nome a ogni reality, e che un attimo prima chiede d’essere nominato, l’attimo dopo dice: “tutte queste strategie non mi piacciono”. Split. Akash riesce a dire: “Non voglio fare il maschio alpha”, come se fosse in gara.
Lo hanno parcheggiato per qualche minuto all’isola dei disgraziati, Parasite Island, nome meraviglioso, la soluzione di riserva per correggere il voto popolare e tenerti in gioco (perché si sa che naufraghi e pubblico sono alleati nel cacciare i concorrenti necessari, che in un reality sono quelli che odi ma senza i quali il programma naufraga). Ilary già per il visconte caciottaro le aveva provate tutte per convincerlo a restare, in un crescendo tragico da operetta: il pubblico ti ama (applauso dei figuranti navigator), ecco qui il tuo migliore amico (il quale per incoraggiarlo gli dice che lo ha deluso), me lo devi, rimani, sai quanto ti ho voluto. Questa volta fanno parlare chi sa fare un discorso coerente e onesto anche senza auricolari, Tommaso Zorzi, che gli dice: noi due non ci piacciamo, l’altra volta sei sembrato a tutti un arrogantello, ora puoi recuperare. Solo che Akash è fatto per essere guardato, non per essere scoperto. Non c’è nulla da scoprire. E se ne va.
E quando tu tendi la mano e il concorrente la rifiuta c’è una sola risposta possibile, da Simona Ventura a Ilary Blasi, dalle frasi motivazionali al cazziatone, e quindi dove prima c’era il: “Crederci sempre, arrendersi mai” ora c’è il: “Noi abbiamo dato spazio a te invece che a qualcun altro che l'avrebbe fatta meglio di te. Prendi il tuo sacchetto e torna in Italia. Ciao”. Akash sorride un po’ rassegnato, purtroppo non riesce a tenere un personaggio per più di 5 minuti: prima del verdetto l'isola gli leniva le ferite d’amore, dopo il verdetto voleva tornare a casa da chi lo aspetta. Sì, ok, ma quella persona ti fa promuovere i materassi tra un tronista e l’altro?
La cosa più interessante è accaduta qualche giorno fa su Twitter.
Sapete come nascono le fake news? Con un comunicato, anzi due. Riassumo: venerdì la produzione dice che sta valutando provvedimenti nei confronti di un naufrago “reo di aver utilizzato un linguaggio improprio durante la diretta”. Pare un verbale dei carabinieri, la cosa è seria. Parte la psicosi collettiva, nessuno ha sentito niente, di chi parlano? Akash quando ha dato della vecchia a Iva Zanicchi? (“veniamo da epoche diverse…“); ma sì, ha diffamato il programma (“Il trash non m’appartiene”); forse è Fariba che ha acceso il fuoco con gli assorbenti (avrà fatto incazzare i gretini?); ma no, è la Isoardi per i riferimenti ai campi di concentramento. Siccome ogni stronzata ha il suo pubblico, inizia a girare la voce che Isoardi abbia detto: “Non siamo tristi, non siamo mica ad Auschwitz” (manco fosse Giorgio Agamben). Nessuno l’ha sentito, ma ormai è un titolo. Il secondo comunicato fa così: “Ci siamo sbagliati”. Il vertiginoso gattamortismo delude tutti, polemica morta in culla. O meglio, qualcosa c’era, precisano, ma era colpa della produzione. Sarà mica stata Iva Zanicchi?
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