Le migliori serie tv da guardare a maggio 2021
Dal calcio all'antica Roma, passando per i supereroi di una volta. Tutte le proposte da non perdere
Il passato ritorna, a volte rielaborato a volte nella sua forma tradizionale. C’è infatti molta storia in questo maggio seriale che si muove tra antica Roma, Padri Fondatori americani e persino vecchie generazioni di supereroi. Un paio di pellicole classiche tentano di rivivere in formato lungo (serializzazioni sempre rischiose soprattutto se la memoria degli originali è ancora ben viva) e nuove stagioni di serie cult cercano di mantenere le aspettative. E per finire: novanta minuti di calcio.
John Adams
(Sky Atlantic, 4 maggio): trasmessa per la prima volta nel 2008 da Hbo, arriva con un discreto ritardo anche da noi la miniserie di genere storico con protagonisti Paul Giamatti e Laura Linney. Tratta dal romanzo omonimo del premio Pulitzer David McCullough, la serie segue le vicende del meno conosciuto tra i Padri fondatori degli Stati Uniti, nonché primo vicepresidente e secondo presidente americano. Personaggio sempre rimasto abbastanza in ombra ma non meno decisivo per le sorti della propria nazione, John Adams viene raccontato a tutto tondo, mettendo in luce la sua strenua lotta personale per l’indipendenza americana, le sue passioni private e il rapporto speciale che ebbe con la moglie. Interpretazioni di prim’ordine per i due protagonisti, entrambi vincitori per il ruolo di un Golden Globe. Per chi ama le grandi narrazioni storiche intrise di qualità.
Jupiter legacy
(Netflix, 7 maggio): nell’ambito fumetti/supereroi, arriva questa nuova serie che mette al centro una sorta di dramma famigliare collettivo in salsa soprannaturale. Tratta infatti dell’avvicendamento – non sempre pacifico – tra la prima generazione al mondo di supereroi e i loro figli che faticano a dimostrarsi all’altezza delle gesta dei propri genitori. Ne nasce quindi una sorta di scontro generazionale dalle alterne fortune che vede al centro un necessario passaggio di testimone se non altro per scongiurare l’estinzione dei supereroi dalla Terra. Per gli amanti del genere e per chi apprezza i racconti ad alto tasso di intrattenimento.
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
(Amazon Prime Video, 7 maggio): reboot del celebre film e tratta dall’omonimo romanzo, questa serie tv tedesca ripercorre le vicende di un gruppo di ragazzi nella Berlino degli anni Settanta, tra vita notturna, eccessi e primi amori, narrati dalla voce di Christiane F. Ad una prima occhiata, il tentativo sembra quello di estremizzare personaggi e situazioni, sia per motivi di corposità drammaturgica (gli episodi sono otto e vanno riempiti) sia per spirito di intrattenimento. I nostalgici non è detto che rimangano soddisfatti mentre un pubblico più giovane potrebbe apprezzarne i toni di rottura.
(trailer solo in tedesco)
Domina
(Sky, 14 maggio): serie Sky Original ambientata nell’antica Roma che vede protagonista Kasia Smutniak nei panni di Livia Drusilla, la terza moglie di Ottaviano futuro Augusto (primo imperatore romano). Donna dal carattere volitivo e con una vicenda personale incredibile, Drusilla è guidata dal desiderio di vendicare il padre e mantenere il più possibile il potere per sé e per i suoi figli anche a costo di sposare l’uomo che era stato causa di enorme dolore per lei. Descritta da molti storici come una delle donne più influenti del mondo antico, Livia teneva le fila della politica imperiale ma questa prossimità con il potere la portò a dover scendere spesso a compromessi e a sacrificare chi le stava accanto. Una coproduzione internazionale con un cast di prim’ordine per un racconto storico che unisce classicità a dinamiche senza tempo.
Enlightened
(Sky Atlantic, 12 maggio): altro recupero dal sempre nutrito pacchetto di Hbo (questa volta dell’annata 2011), questa serie con Laura Dern segue le vicende di Amy Jellicoe, una dirigente aziendale che a seguito di un pesante crollo nervoso tenta di riprendere le fila della propria vita iniziando un percorso di riabilitazione in una clinica alle Hawaii e riuscendo ad ottenere una sorta di risveglio spirituale. Concept non originalissimo ma con un cast di bravi attori, per un racconto drammatico che però offre momenti di leggerezza.
Master of None: moments in love
(Netflix, 23 maggio, stagione 3): c’è grande attesa per la terza stagione della serie di Aziz Ansari che dopo aver attraversato un periodo di epurazione audiovisiva – quasi routine di questi tempi – torna sui suoi passi spostando però la narrazione dal punto di vista di Denise, personaggio già conosciuto nelle precedenti stagioni della serie. Il cuore del racconto è proprio la storia d’amore tra il personaggio interpretato da Lena Waithe e la sua compagna, mettendo a tema gli alti e bassi della relazione e le sfide di ogni giorno. Ansari si è sempre dimostrato un autore di grande sensibilità nella capacità di tenere insieme il racconto del quotidiano e le grandi questioni esistenziali, sempre con un tono leggero e a tratti emozionante.
Il divin codino
(Netflix, 26 maggio, film): Andrea Arcangeli presta il volto a uno dei più iconici calcatori italiani, Roberto Baggio, per questo film biopic che ripercorre la carriera e la vita privata dello sportivo. La passione bruciante per il calcio fin da bambino, il rapporto difficile con molti allenatori e la dimensione spirituale sono alcune delle tematiche messe in campo. Un ritratto dell’uomo e del calciatore, di chi si è guadagnato il privilegio di vivere della propria passione. Per gli appassionati di sport e per chi ama i racconti dal carattere aspirazionale.
Rebel
(Disney +, 28 maggio): serie drama prodotta da Star Original (la divisione con target adulti di Disney +) ispirata alla vita di Erin Brockovich oggi. Julia Roberts, indimenticata protagonista del film originale cede il passo a Katey Sagal, nei panni di Annie “Rebel” Bello, difensore legale dei colletti blu senza una laurea in legge. Vita incasinata e animo ardimentoso sono le caratteristiche di questa donna ribelle che si prende a cuore ogni causa, in difesa di chi ha meno strumenti di lei per poter ottenere giustizia. Il passo del racconto è decisamente diverso dall’originale (e non in positivo) e l’operazione è rischiosa considerando l’iconicità del personaggio e della Roberts. Forse più adatto a chi non ha troppe informazioni preliminari.
Il metodo Kominsky
(Netflix, 28 maggio, stagione 3): si può gioire solo a metà di questo ritorno perché l’assenza di Alan Arkin (Norman Newlander) dalla terza stagione di The Kominsky method mette a dura prova il gioiellino nato dalla mente del fuoriclasse Chuck Lorre (creatore di The big bang theory, per dirne una). Si cercherà di appoggiarsi sull’innesto dell’ex moglie di Sandy, sulle beghe relazionali della figlia Mindy e del suo fidanzato Martin, sulle evoluzioni del nipote di Norman, ex membro di Scientology. Basterà? Difficile. Nonostante questo, una sbirciatina è d’obbligo. È pur sempre la stagione finale, e già questa è una buona notizia.
Recensire Upas