L'irresistibile normalità dei Ferragnez in formato serie tv
Amazon prime video lancia "The Ferragnez", in arrivo a dicembre. Elogio della perfetta mediocrità della coppia, che permette a chi li studia di tenere il ritmo del tempo
Adesso si cimentano con un altro mezzo e noi, che non li seguiamo ma di tanto in tanto ne spulciamo i profili, ci domandiamo cosa possano ancora mostrare. Pensavamo che dopo i versi gutturali per chetare i pupi, le cene e i rigurgitini, i video in bagno, gli scherzi di prima mattina, non ci fosse più nulla da esibire. Quanto ai seguaci, bisogna essere un ammasso di posseduti per tribolare sin d’ora nell’attesa di una serie tv. Ma come spiega René Girard, l’invasamento è quasi sempre un fatto collettivo, riguarda torme di umanità: per questo il suo nome è Legione. Se poi il cognome è Ferragnez, gli invasati si moltiplicano a oltranza. La serie che fruga, svita, scava nel nido firmato Zaha Hadid vedrà la luce a dicembre (momento fausto per tonificare il divanismo, a ridosso delle feste particolarmente minacciato). Coppia, figli, cani, parenti, affini da un lato, Amazon Prime Video dall’altro: un composto di potere glitterato.
Ma la vera domanda è questa: com’è che la fatina, dopo aver interpretato la Venere del Botticelli, oggi, dopo aver fatto da maieuta al pauperista consorte – il gene dominante è quello suo, il marito è un recessivo – e avergli cavato il Rolex non troppo sepolto, com’è che questa volta non si pone il dubbio di annoiare? Cosa dovrà mostrare di inedito al punto da magnetizzare ancora? Sarà un viaggio in casa sua, nei mesi a cavallo fra 2020 e 2021, grossomodo corrispondenti alla gravidanza della figlia, immantinente ribattezzata “la Vitto”, con articolo vecchia Lombardia (non si nasce a Cremona invano) e diminutivo come espediente d’inconscio marketing.
Perché se c’è una cosa che i Ferragnez sono, se c’è un ingrediente che si riconosce loro, questo consiste in una mediocrità perfetta, in un nonnulla ubertoso. Immaginatevi Chiara Ferragni rivolta alla figlia come il Duca di Cambridge si rivolge alla moglie, sforzandosi di pronunciare il nome per com’è registrato all’anagrafe: Catherine (e non Kate). Non funzionerebbe. Il suo è un concerto di elementi conquistati, non ereditati, sinceramente ripetuti. E visto che diminuire il nome serve a sminuire la persona, il diminutivo non guasta ma anzi agevola a essere irresistibilmente normali. E’ difficile pensare che possa dipanarsi qualcosa di nuovo nel corso degli 8 episodi targati Amazon.
Ma probabilmente la serie sarà l’ennesimo prodotto bennato che i due Mida trasformeranno in oro, perché i Ferragnez non stancano e non divertono, ma ipnotizzano. Lontani anni luce dal divismo maledetto fatto di occhiaie, droga e fornicatio, non elevano e non traviano, si amano come due contabili. Mai un passionale intoppo, tutto un quieto vivere apolide, da questa a quella parte di mondo. Funzionano sempre, come funzionerà la serie Amazon, ché chi li clicca non li teme: vi si specchia. In uno specchio di brame logate, alla portata mentale di chiunque. Insomma, le due noie viventi – che però non annoiano mai – sono il cibo intellettuale di chi, studiandoli come noi, tiene il ritmo del tempo. Sono il motore esistenziale di quanti altrimenti avrebbero nulla da fare. Più di tutto, sono la realizzata quintessenza dei loro milioni di follower: sposini amorosi impigiamati monogram.
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