Ricetta seriale

Senza Martha Mitchell non ci sarebbe stato il Watergate. La serie "Gaslit" racconta la sua storia

L'eccessiva loquacità di una donna può creare scandali: in questo caso però, Julia Roberts interpreta la moglie del braccio destro di Nixon che nelle telefonate ai giornalisti parla degli "affari sporchi" del presidente

Gaia Montanaro

Questa non è la solita serie sul caso Watergate. Il centro del racconto è sì lo scandalo che ha travolto la politica statunitense ma la prospettiva da cui è affrontato ha tratti inediti e interessanti. Gaslit, questo il titolo della miniserie in otto episodi rilasciati settimanalmente su Starz Play, segue le vicende storiche non dal punto di vista giornalistico – già inflazionato audiovisivamente – ma da quello del sottobosco politico presente in quegli anni alla Casa Bianca. Il fulcro del racconto, che però ha una matrice narrativa fortemente corale, è il personaggio di Martha Mitchell (la sempre bravissima Julia Roberts), moglie del procuratore generale di Nixon John Mitchell (Sean Penn) e suo fedelissimo braccio destro. Martha è una donna volitiva, che appartiene all’alta società di Arkans e dalle indubbie doti carismatiche e oratorie. Fedele elettrice del partito Repubblicano, la Mitchell è tra i primi a far convergere l’attenzione pubblica sul coinvolgimento di Nixon nel caso Watergate, portando a un punto di rottura sia la presidenza sia la sua vita personale.

 

Parallelamente e di concerto alla vicenda dei Mitchell si muovono una serie di altri personaggi che lavorano nel comitato di rielezione di Nixon e che alternativamente cercano di insabbiare la cosa o di farne emergere dettagli attraverso un’opera di spionaggio degli avversari. Tra di essi spicca in particolare John Dean (interpretato da Dan Stevens), un giovane rampante e in cerca di affermazione professionale che fatica a trovare una posizione decisiva all’interno dell’ufficio del procuratore.

 

La serie, solidissima dal punto di vista della scrittura e orchestrata con sapienza, è basata sulla prima stagione del podcast Slow Burn (ideato da Leon Neyfakh) ed è creata da Robbie Pickering, prodotta e girata da Matt Ross e vede come produttore esecutivo Sam Esmail (nello stesso ruolo anche per Mr Robot e Homecoming, quest’ultime serie anch’essa adattamento da un podcast, sempre creato da Esmail). Il cast vede come protagonisti di peso Julia Roberts e Sean Penn (truccatissimo) accanto a comprimari di grande qualità come Dan Stevens (Downton Abbey, Legion) e Betty Gilpin (Glow).

     

Quali sono i temi di Gaslit?

Gaslit affronta il caso Watergate da una prospettiva fondamentalmente politica. È questo l’ambiente narrativo e il taglio che viene dato al racconto, il contesto che viene indagato nei suoi gangli nevralgici a partire dai soggetti che lo abitano fino alle famiglie e alle relazioni personali ad esso tangenziali. Per chi conosce a fondo le dinamiche della politica americana e i sistemi di potere sarà sicuramente un prodotto interessante che indaga in profondità un ambiente narrativo peculiare. Ma Gaslit riesce a conquistare anche un pubblico – sofisticato – di non iniziati mostrando la capacità, tipica della grande scrittura seriale americana, di tratteggiare personaggi dalla forte tridimensionalità, coinvolgenti e profondamente umani nei dubbi e nelle insicurezze che li animano. Sicuramente avere grandi interpreti a disposizione fa esplodere questa caratteristica al suo massimo ma la solidità narrativa e la scelta – quanto mai felice – di restituire un racconto dalla matrice corale permettono alla serie di essere allo stesso tempo ampia e profonda.

 

Quali sono i film che hanno trattato il caso Watergate?

Argomento scottante per la politica e l’opinione pubblica americana, il caso Watergate – e più in generale la presidenza Nixon – sono già stati oggetto di numerosi prodotti audiovisivi. Gaslit, come si accennava in precedenza, adotta una prospettiva di racconto fondamentalmente inedita ma altri sono i film che hanno affrontato il Watergate da angolazioni peculiari. Si pensi ad esempio al celeberrimo “Tutti gli uomini del Presidente” (1976) con Robert Redford e Dustin Hoffman, “Gli intrighi del potere” (1995) con Anthony Hopkins e candidato a quattro Oscar, “The Post” (2017), diretto da Steven Spielberg con Maryl Streep e Tom Hanks e “The silent man” (2017) con Liam Neeson e Diane Lane.

 

Qual è il tono di Gaslit in tre battute?

“Muzio Scevola sarebbe fiero di te”.

“Impara a riconoscere i serpenti”.

“Trovati un’altra moglie se vuoi che stia in silenzio o sposati il ritratto che ho fatto fare per te”.