Ricetta seriale
This England, la serie che racconta BoJo e la sua corte
Nei sei episodi in onda su Sky Atlantic Kenneth Branagh veste i panni, scomodi e pesanti, dell'ex premier britannico Boris Johnson
Character Driven. Non c’è dubbio che la nuova miniserie in sei episodi This England, in onda su Sky Atlantic (due puntate rilasciate ogni venerdì), si regga tutta sul suo protagonista. Sia quello reale che l’attore che lo interpreta. Kenneth Branagh veste i panni, scomodi e pesanti, di Boris Johnson, Primo Ministro inglese fino a pochi mesi fa, la cui figura viene raccontata sia nel suo ruolo pubblico sia in uno spaccato privato. Johnson all’inizio del suo mandato finisce in una tempesta perfetta: da una parte finalizza il processo che porterà alla Brexit, dall’altra deve fronteggiare l’epidemia di Coronavirus che lo colpirà anche direttamente. BoJo è un personaggio controverso, istrionico, esagerato e anticonformista. Inizialmente sottovaluta la minaccia sanitaria che sta investendo il Mondo – impegnato a gestire beghe interne al governo inglese e a occuparsi di non far trapelare lo scandalo legato alla gravidanza della sua giovane compagna Carrie Symonds - poi la pandemia investe tutto e Johnson è preso in contropiede. Cerca di limitare i danni – non sempre con oculatezza – spesso attorniato da cattivi consiglieri fino a rimanere direttamente convolto nella malattia. La serie infatti, pur avendo come focus costante il Primo Ministro inglese, riesce a raccontare con credibilità anche la corte che gli sta accanto, a partire dal capo della comunicazione Lee Cain, Isaac Levido – maggior artefice dell’elezione di Johnson – e soprattutto Dominic Cummings, capo dei consiglieri e personaggio chiave nella sua capacità di manipolare e gestire il potere (gli presta il volto il bravissimo Simon Paisley Day).
Merito del produttore Richard Brown (già in passato al lavoro su True Detective) e del regista Michael Winterbottom è quello di aver scelto un linguaggio ibrido per raccontare la parabola di Johnson: ci sono infatti molti inserti documentari che danno ritmo e veridicità al racconto, permettendo di immergersi con realismo nei fatti raccontati. Il contro, se di contro si può parlare, è che questa scelta linguista rende il racconto freddo e distaccato, limitando il coinvolgimento emozionale. La scelta è comprensibile, trattandosi di una narrazione legata alla strettissima contemporaneità, e tipico di una certa postura audiovisiva inglese che approccia ai racconti della personalità politica odierna con rigore ed estrema precisione documentaria. Insomma: una serie non facile ma indubbiamente sfidante per lo spettatore.
Cosa ha che fare Shakespeare con This England?
A partire dal titolo, tratto da una scena del Riccardo III, moltissime sono le citazioni che Boris Johnson fa dell’opera shakespeariana e, più in generale, della letteratura classica. L’ex Primo Ministro inglese è infatti un cultore della materia, vorace lettore e appassionato classicista e costanti sono i rimandi e le citazioni a diverse opere di Shakespeare, tra cui Re Lear, L’Amleto e Macbeth. Il citazionismo si allarga anche a John Donne, Omero e l’imperatore Augusto. Un pantheon personale che costituisce per BoJo un paradigma in particolare per quanto riguarda il suo rapporto con il potere, dalla cui gestione il Primo Ministro pare particolarmente attratto.
Quali sono i punti di forza e di debolezza di This England?
La miniserie ha un punto di particolare valore nella capacità, tutta britannica, di raccontare con dovizia di particolari e assoluta credibilità un personaggio pieno di sfaccettature. Questo aspetto è magnificato anche dalla scelta di unire la fiction al documentario (presente in modo abbastanza corposo), permettendo al racconto di avere ritmo e dinamismo. Altro punto decisamente a favore della serie è l’altissima qualità attoriale. È indubbio il lavoro di mimesi, ottenuta anche grazie al grande lavoro del reparto trucco e parrucco, per quanto riguarda il personaggio di Johnson ma a Kenneth Branagh va l’ulteriore merito di essersi calato perfettamente nella gestualità, nel parlato, nelle movenze così caratteristiche di BoJo tali che in alcuni momenti pare esserci quasi una sovrapposizione assoluta tra i due. Punto invece più controverso (ma sempre accade con questa tipologia di racconti) è il rischio enorme che si corre raccontando eventi legati ad un passato recentissimo e quindi non ancora storicizzati. La scelta di un linguaggio ibrido mette distanza tra lo spettatore e il racconto e, nel caso specifico, potrebbe rappresentare una chiave vincente.
Qual è il tono di This England in tre battute?
Che Brexit sia
Lavatevi le mani
Il potere è afrodisiaco e, se è assoluto, è assolutamente afrodisiaco