Ricetta seriale
The White Lotus 2, torna il resort di lusso più premiato della serialità internazionale
Un delitto, un gruppo di personaggi eterogenei, tanto sesso e la cornice siciliana a fare da sfondo allo show creato da Mike White che mette in scena ipocrisie, segreti e cliché dell’upper class americana
Il resort di lusso più premiato della serialità internazionale è tornato. The White Lotus, acclamata serie Hbo, è arrivata dal 7 novembre su Sky Atlantic con una seconda stagione. Nuova location, tutta italiana, ospiti quasi tutti nuovi e medesimo meccanismo narrativo: un omicidio (plurimo) che apre il teaser di puntata per poi fare un salto indietro ad una settimana prima con l’arrivo degli ospiti nella località da sogno. Una puntata alla settimana (come si faceva un tempo), un gruppo di personaggi eterogenei, tanto sesso – detto, fatto e immaginato – e la cornice siciliana (Taormina, per essere precisi) a fare da sfondo allo show creato da Mike White che mette in scena ipocrisie, segreti e cliché di una manciata di ospiti tutti appartenenti all’upper class statunitense. Nuclei famigliari alternativi e variamente composti per una serie che ha i suoi punti focali in due elementi: la scrittura dei personaggi e la recitazione.
C’è un trio maschile ben assortito formato da un nonno sempre eccitato (F. Murray Abraham), un figlio con un matrimonio in crisi e la debolezza delle prostitute (Michael Imperioli, già nei Soprano) e un figlio fresco di laurea a Stanford (Adam Di Marco) che sono in Sicilia sulle tracce dei parenti locali, una doppia coppia borghese dai costumi antitetici – volutamente iper polarizzati – formata rispettivamente da Will Sharpe /Aubrey Plaza e Meghann Fahy /Theo James, le due ninfette - prostitute autoctone Beatrice Grannò e Simona Tabasco insieme alla brava direttrice del resort interpretata da Sabrina Impacciatore. Personaggio ricorsivo e che lega le due stagioni della serie è Tanya (Jennifer Cooldige), ricca sciroccata in questo secondo capitolo ammogliata e con assistente personale al seguito. Il tutto condito dalla ormai consueta satira sociale, imbevuta nello humor nero, che mette sotto la lente di ingrandimento vizi (tanti) e virtù (sparute) del nostro presente, soffermandosi in questo capitolo sul racconto del rapporto tra i sessi e sul loro relazionarsi ormai regolato da leggi non scritte (il politicamente corretto docet).
Dove è ambientata The White Lotus 2?
Abbandonati i tramonti hawaiani, la seconda stagione della serie antologica è ambientata in Sicilia, al San Domenico Palace di Taormina, ancora una volta un albergo Four Seasons (i ben informati dicono che l’imponente troupe americana ha portato un po’ di scompiglio produttivo sul suolo siculo). Gli ospiti del White Lotus si concederanno gitarelle fuori porta a Palermo e Noto, per valorizzare le bellezze locali, da quelle paesaggistiche a quelle umane.
Qual è l’estetica di The White Lotus 2?
Dettaglio ricorsivo dominate della stagione – Mike White è sempre attentissimo all’estetica dei suoi racconti – è la presenza nell’albergo di un gruppo nutrito di teste di moro, i tipici vasi siciliani la cui storia è legata tematicamente al racconto di serie. La leggenda narra che una ragazza palermitana nel 1100 si fece sedurre da un moro; i due vissero diversi momenti di passione ma, quando la giovane scoprì che il suo amante aveva lasciato a casa moglie e figli, decise di vendicarsi tagliandogli la testa e mettendola in bella mostra sul davanzale di casa come se fosse un vaso (e coltivandoci del basilico). Altro elemento estetico di raro pregio è rappresentato dagli affreschi che costituiscono i titoli di testa della serie (nella prima stagione c’erano le carte da parati esotiche, anche quelle vera gioia per gli occhi).
Quale musica italiana c’è in The White Lotus 2?
La seconda stagione di The White Lotus è molto connotata non solo dal punto di vista estetico ma anche da quello musicale. Solo nel pilota fanno capolino “A far l’amore comincia tu” della Carrà, “Bocca di rosa” di De Andrè, “L’appuntamento” della Vanoni insieme alle più locali “Amuri, amuri” di Otello Profazio e “Quantu basilico” di Rosa Balestrieri. Si continuerà felicemente tra Mina e Alan Sorrenti, sempre in bilico tra cliché e qualche scelta un po’ più sorprendente.
Qual è il tono di The White Lotus in quattro battute?
“Tu non sai cos’è il piacere. Ce l’hai scritto in faccia”.
“Cercano di intrattenerci mentre il mondo brucia”.
“Ho trovato un laureato a Stanford che non è non binario”.
“Mi sembra di essere Monica. Vitti”.