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Dal videogioco alla tv, arriva The Last of Us: una scommessa vincente

Nove episodi, tratti dal famoso e omonimo gioco virtuale, per un action post apocalittico che segue le vicende di Joel e Ellie. Tra catastrofi, pandemie e speranze, un adattamento efficace che da gran parte della critica è stato accolto come uno dei lavori più attesi dell'anno

Gaia Montanaro

È disponibile da oggi, 16 gennaio, su Sky Atlantic e Now la versione sottotitolata del primo episodio di The Last of Us (dal 23 gennaio si potrà vedere anche doppiata), adattamento dell’omonimo videogioco di grande successo, sviluppato da Naughty Dog per PlayStation e che da molti è stata accolta come una delle serie più attese dell’anno. Budget stratosferico e produzione di qualità come solo HBO sa garantire, la serie – nove episodi da poco più di un’ora ciascuno – è un action post apocalittico che segue le vicende di Joel e Ellie: dopo una catastrofe che ha annientato gran parte dell’umanità per opera di un fungo - il cordyceps – che prende possesso del corpo umano rendendolo assetato di sangue, i due si trovano insieme a compiere un viaggio verso una (sperata) salvezza. Joel ha perso la sua famiglia vent’anni prima con l’insorgere dei primi casi del morbo mentre Joel è nata nel contesto post apocalittico e deve essere scortata verso un “nuovo mondo”.

 

Joel scopre che la ragazzina - che ha la stessa età di sua figlia morta anni prima – ha qualcosa di particolare in quanto, pur essendo stata colpita dal cordyceps, non ha sviluppato alcun sintomo. Sembrerebbe quindi essere immune al contagio. Tutto intorno, incombe una Boston dei giorni nostri (siamo infatti nel 2023) ormai ridotta a rudere, dove i
malati sono confinati e tenuti sotto stretta sorveglianza. Molto ben sviluppati appaiono infatti i vari elementi narrativi che la serie mette in campo, primo fra tutti il rapporto che si instaura tra la ragazzina e Joel e che cresce e muta durante i vari episodi della serie (di fatto, il racconto si sviluppa come un on the road con morti viventi al seguito).

Anche i comprimari e varie anse drammaturgiche appena accennate nel videogioco originale sono state espanse e fatte fruttare, permettendo alla serie di non rimanere chiusa nella gabbia di un puro action ma di magnificare le differenti diramazioni del racconto. La serie è creata da Craig Mazin (già autore di Chernobyl) e Neil Druckmann (ideatore del videogioco, mossa astuta che garantisce dimestichezza con il mondo narrativo affrontato).

Protagonisti sono Pedro Pascal (già in Narcos e The Mandalorian) e Bella Ramsey (vista ne Il Trono di Spade) oltre ad Anna Torv e Nick Hoffermann. Prodotta da Sony e PlayStation in collaborazione con HBO, se ne attende una seconda stagione.

 

Quali sono le analogie e le differenze tra la serie e il videogioco?

Per gli appassionati del genere, The Last of Us riesce ad essere un adattamento felice poiché ha la capacità di valorizzare alcuni elementi narrativi e di ampliarne altri, rimanendo assolutamente fedele negli snodi di trama e nell’esito del racconto. Rispetto al videogioco, la serie amplifica la relazione emotiva tra i due protagonisti, dando maggior spazio anche
ad alcuni comprimari e allo sviluppo di sottotrame appena accennate nel videogioco originale. Decisamente fedele è l’impianto scenografico, alcuni scambi tra i personaggi così come gli snodi narrativi principali del racconto. L’action, componente chiaramente decisiva nel videogioco, risulta dosata con sapienza anche nella serie che mantiene la stessa timbrica ma non ne abusa.
 

Quali sono gli altri adattamenti audiovisivi da videogiochi?

La lista non è granché nutrita così come la buona riuscita dei singoli prodotti. Gli adattamenti da videogiochi sono infatti parecchio rischiosi perché, malgrado si basino su una fun base accanita, molto spesso non presentano i requisiti drammaturgici minimi per poter essere trasposti in un linguaggio differente. In passato, abbiamo potuto assistere – tra
gli altri - all’adattamento di Tomb Ryder, a Halo, a The Witcher: blood origin (prequel della serie, disponibile su Netflix) e a Resident Evil. Tra invece i futuri adattamenti vedremo Gran Turismo (tratto dall’omonimo videogioco sempre realizzato da Sony sulle corse automobilistiche), una serie per Netflix tratta da Horizon Zero Dawn e una basata su God of War per Amazon Prime Video.

 

Qual è il tono di The Last of Us in due battute?

“Non guardare altrove. Guarda solo me”.
Non siamo malati”.

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