Ricetta seriale
Tutto quello che c'è da sapere sulla docuserie Netflix "Volo MH370. L'aereo sparito nel nulla"
Tre episodi da novanta minuti ripercorrono i fatti e le indagini relative alla scomparsa del Boeing 777 che durante un volo notturno tra la Malesia e Pechino, l’8 marzo del 2014, è sparito dai radar. La verità sull’accaduto è tutt’ora avvolta nel mistero
È da qualche giorno disponibile su Netflix la docuserie – tre episodi da novanta minuti ciascuno – “Volo MH370. L’aereo sparito nel nulla” che ripercorre i fatti e le successive indagini relative alla scomparsa di un Boeing 777 che durante un volo notturno tra la Malesia e Pechino l’8 marzo del 2014 è sparito dai radar e pare essersi dissolto nel nulla. A bordo c’erano 237 persone tra passeggeri ed equipaggio. Subito iniziano le operazioni di ricerca dell’aereo – costate in totale 135 milioni di dollari – e vengono setacciati 320 mila chilometri quadrati di oceano senza però trovare un solo pezzo riconducibile al velivolo scomparso. Da qui cominciano a montare sempre più dubbi su cosa possa essere realmente successo all’aereo e prendono corpo alcune piste (nessuna delle quali mai dirimente e legata a una verità definitiva). La versione (più) ufficiale – sostenuta dal governo malese – parla dell’omicidio/suicidio da parte del comandante dell’aereo Zaharie Ahmad Shah. L’uomo, pilota esperto e con alle spalle moltissime ore di volo, non avrebbe però mai dato nessun segnale premonitore di quanto stava per fare. Si viene però a sapere che l’uomo aveva acquistato qualche mese prima un simulatore di volo con il quale aveva provato tragitti senza meta in direzione dell’Oceano Indiano. Sì perché un altro elemento pare essere stato acclarato dalle istituzioni: il volo MH370 aveva, poco prima di sparire dai radar, invertito la propria rotta e si era diretto a sud ovest verso l’Africa anziché a nord est in direzione Cina. Precedentemente, erano stati interrotti (o si erano interrotti) tutti i transponder dell’aereo, chiudendo ogni tipo di comunicazione con il mondo esterno. In quel lasso di tempo si ipotizza che il pilota, dopo aver relegato fuori dalla cabina di pilotaggio il copilota con un espediente, abbia cominciato a volare in direzione opposta alla traiettoria, depressurizzando la cabina per mettere fuori gioco il resto dell’equipaggio e abbia continuato la sua corsa solitaria nel cielo fino a terminare il carburante e precipitare in mare. Qualche anno dopo saranno ritrovati sulle coste africane alcuni pezzi riconducibili all’aereo scomparso. Nel frattempo, le autorità malesi avevano già decretato da anni – secondo un calcolo matematico e senza il riscontro di evidenze materiali – la morte di tutti i passeggeri. A complicare le cose però, e aprire nuove domande, si è verificato, solo qualche mese dolo la scomparsa del volo MH370, l’abbattimento da parte dei russi nei cieli ucraini di un altro Boing malese, che ha provocato la morte di quasi 300 persone. Una coincidenza che forse coincidenza non è. La serie è stata realizzata e prodotta da Raw Production, casa di produzione britannica tra le più quotate nella realizzazione di docuserie e prodotti di genere investigativo.
Quali sono le teorie legate alla scomparsa del volo MH370?
La docuserie segue una struttura suddivisa in tre capitoli: il pilota, il dirottamento e l’intercettazione. Emergono diverse teorie complottistiche come quella sostenuta dal giornalista francese Florence de Changy che ritiene che l’esercito americano abbia volontariamente abbattuto l’aereo poiché sapeva che il velivolo trasportava delle tecnologie strategiche da introdurre in Cina. Altra teoria è invece quella del giornalista americano esperto di aviazione Jeff Wise che, rifiutando l’ipotesi che il pilota volesse suicidarsi, introduce il sospetto che la Russia, per sviare l’attenzione internazionale sulle operazioni che stava conducendo in Crimea, avrebbe sabotato la rotta del velivolo forzandolo ad atterrare nel territorio kazakho. Le ipotesi sono molte, alcune delle quali apparentemente troppo forzose e legate a teorie cospirazioniste. Quello che però pare emergere con chiarezza è la nebulosità con cui il governo malese al tempo ha condotto le indagini sulla tragedia, dicendosi ad esempio impossibilitato a seguire la pista legata alle telefonate che i famigliari dei dispersi avevano provato a fare loro dopo la sparizione e dimostrando che i telefoni squillavano normalmente. La verità sull’accaduto è tutt’ora avvolta nel mistero.
Qual è il tono della docuserie in quattro battute?
“Come è possibile che un aereo di linea sparisca nel nulla?”
“Sono morti. Lo dice un calcolo matematico”
“Potrebbe essere una potenziale dichiarazione di guerra”
“Gli aerei decollano e atterrano. Non spariscono dalla faccia della Terra”.
Politicamente corretto e panettone