Ricetta seriale
"The Good Mothers": la ‘ndrangheta vista dalle donne
Un thriller con grande tensione psicologica ed emotiva su Disney+. Un racconto di emancipazione, con sfumature inedite, che restituisce verità alla storia che racconta
È disponibile da oggi – 5 aprile – su Disney+ in versione integrale The Good Mothers, serie in sei episodi da circa un’ora ciascuno che racconta il mondo della ‘ndrangheta da una prospettiva femminile. O meglio: racconta quel mondo a partire da alcune donne che hanno cercato di ribellarsi al sistema, spesso per provare a garantire ai propri figli un destino diverso. Tratta dall’omonimo best seller del giornalista inglese Alex Perry, la serie segue la storia vera di tre donne – Denise Cosco (figlia di Lea Garofalo che compare nel primo episodio), Giuseppina Pesce e Maria Concetta Cacciola. The Good Mothers, vincitrice quest’anno del Berlinale Series Award, segue quindi da un lato le vicende di queste tre donne nel loro tentativo di emancipazione dalla criminalità organizzata e dall’altro il lavoro di Anna Colace (Barbara Chichiarelli), PM milanese trasferitasi in Calabria e che conduce indagini approfondite sulla criminalità locale comprendendo come un punto di svolta nello scardinamento del sistema sia proprio rintracciabile nelle donne ‘ndranghetiste. Dall’altro lato – nel pilot – si racconta della storia di Lea Garofalo (Michaela Ramazzotti, dolente e sempre a fuoco) che, dopo essere stata per molti anni collaboratrice di giustizia, va a Milano dal marito per fargli rivedere la figlia Denise (Gaia Girace).
Il passo falso le è fatale e la Garofalo verrà fatta sparire, torturata e uccisa dal marito Carlo Cosco, lasciando la figlia diciassettenne nella desolazione più completa. Alla storia di Denise si affiancano quella di Giuseppina Pesce (Valentina Bellè), madre di tre figli che partecipa attivamente al malaffare famigliare ma, nonostante ciò, subisce costanti maltrattamenti e discredito e Maria Concetta Cacciola (Simona Distefano), segregata in casa dagli uomini della famiglia e, come forma di ribellione, motivata ad andare in giro con abiti lussuosi ed appariscenti. La serie è di fatto un thriller con grande tensione psicologica ed emotiva che riesce a raccontare – con sfumature inedite – un contesto narrativo già ampiamente indagato come quello della ‘ndrangheta ma restituendone grande verità e soprattutto pathos. Significativa la resa dei dettagli narrativi (ad esempio le piccole forme di violenza e prevaricazione che Cosco dimostra nel primo episodio) e che rendono le protagoniste di questo racconto cangianti e dalla convincente tridimensionalità. Il ritmo è altalenante ma ben gestito, la fotografia livida e ovattata. Anche la messa in scena contribuisce a dare spessore ad un racconto sfaccettato e solido. La serie è diretta da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso (che girano tre episodi ciascuno), scritta da Stephen Butchard e coprodotta dagli inglesi di House Productions Juliette Howell e Tessa Ross insieme a Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside. Menzione speciale a Claudia Durastanti che cura l’adattamento italiano della sceneggiatura e compare come script editor.
Quali sono i temi di The Good Mothers?
La serie esplora la tematica dell’emancipazione e, più in profondità, della ricerca della libertà, per sé e per i propri figli. Come spesso accade – prima di tutto nella realtà – la molla che permette a queste donne di prendere coraggio e cercare di affrancarsi da un sistema criminale e oppressivo è la presenza dei figli per i quali desiderano un futuro diverso e migliore. Sono infatti, prima di ogni altra cosa, buone madri che danno un senso agli enormi rischi che corrono per cercare di preservare le future generazioni. Donne che sacrificano tutto per la ricerca della libertà, pagando spesso un prezzo altissimo ma affermando con forza che cosa ha davvero valore nelle loro vite.
Come è strutturata The Good Mothers?
La serie, per ciascuno dei primi episodi, segue in modo particolare (ma non esclusivo) la vicenda di una di queste donne, raccontando le situazioni – in parte diverse ma con delle similarità di fondo – che si trovano ad affrontare, i diversi ruolo che coprono all’interno del sistema ‘ndranghetista e la rottura degli equilibri che fa scattare il desiderio di cambiamento (e l’occasione che questo cambiamento possa tradursi in pratica).
Qual è il tono di The Good Mothers in tre battute?
“Hai capito Denise? (tuo padre) passa con il rosso per amore”.
“C’è solo una cosa: che non voglio nascondermi più”.
“Le donne di ‘ndrangheta sono i cavalli di Troia che nessuno si aspetta. Prima tiriamo dentro loro e poi facciamo fuori tutti gli altri”.
Politicamente corretto e panettone