Trio retequattrista
Cibo, migranti, case popolari: ecco l'Italia dei talk che non fa male a Meloni
Gli effetti e le contaminazioni stilistiche di Rete 4 sono ben maggiori di quanto si pensi. Dall'alimentazione alle tragedie in mare fino alla realtà sociale, come si costruisce la retorica di destra
Una volta si diceva che il criterio generale per le raccomandazioni portasse, nell’applicazione pratica, a un trio composto da uno di sinistra, un democristiano e uno bravo. Qualcosa di questa tripartizione echeggia nelle scalette dei talk in una versione ovviamente modernizzata ma straordinariamente efficace per uscire dall’impaccio del programma urlato sì, livoroso pure e anche denso di reportage di denuncia, ma favorevole al governo. Ovviamente parliamo del mondo retequattrista, i cui effetti e le cui contaminazioni stilistiche sono ben maggiori di quanto si pensi, andando a toccare anche altri lidi televisivi e creando emulazione. Tornando al trio, eccolo esplicitato in una scaletta tipo, andata in onda qualche sera fa, in cui si trovavano in successione l’attacco al cibo tradizionale, gli sbarchi dei migranti e la criminalità organizzata che gestisce le occupazioni delle case popolari. Ecco la tripartizione portata nell’Italia meloniana.
Un tema tipicamente di FdI (con venature leghiste), uno appartenente a tutta la destra e un tema che realmente tocca la vita delle persone e che nasce da un’ingiustizia palese e indiscutibile. Il primo completamente finto e gonfiato, lo sappiamo. Ma adattissimo per la totale mancanza di dibattito o di semplice scambio di opinioni che regna in programmi curiosamente chiamati talk. L’attacco al cibo tradizionale (e italiano, ci mancherebbe) permette di aprire le ostilità verso un ampio campo di nemici immaginari, un fronte mondialista di sperimentatori e manipolatori del cibo, intenzionati a mettere in atto chissà quali piani di controllo sulle società tradizionali (col principio di precauzione possiamo pensare sempre il peggio).
Il secondo si vende sempre bene nel mondo talk, ma, diversamente dalle invenzioni sul cibo assediato, si manifesta nella realtà. Con tragedie, come quella di Cutro, che hanno portato tutti a vedere cosa può essere una gestione inumana non solo degli aiuti ma anche della comunicazione sugli aiuti. Allora dalla realtà bisogna un po’ fuggire, anche perché i dati sugli arrivi di migranti in Italia indicano un continuo aumento, per cui il governo ne uscirebbe sia come inumano di fronte a casi tragici sia come incapace di fronte alle azioni riuscite degli scafisti. Da questa condizione apparentemente senza vie d’uscita il talk medio riesce a cavarsela creando un mostro tutto nuovo denominato Europa. Sì, un mostro nuovo, anche se sono anni che viene citato, perché questa nuova versione di Europa ha perso qualsiasi aggancio con istituzioni vere e dotate di qualche potere. È un’Europa informe, che può manifestarsi una volta nella dichiarazione di qualche politico della sinistra scandinava e un’altra nelle decisioni di un’autorità portuale irlandese, in un giornale francese e in qualche pezzo di dibattito presso qualche effettiva istituzione europea. Quell’Europa lì, creata per l’occasione, si può insultare e contestare liberamente, tanto non esiste, e soprattutto non è la stessa Europa con cui il governo si confronta ogni giorno per tenere in piedi i finanziamenti del Pnrr e con cui interagisce per tentare di modificare le norme sulla transizione verso la mobilità elettrica. Lo schema vede l’Italia stretta tra invasori da sud e regolatori insensati e cinici da nord. L’opposizione italiana, se presente, può solo recitare la parte di complice con qualcuno di questi nemici.
Il terzo punto della scaletta, le occupazioni abusive delle case popolari e la loro gestione con intimidazioni e violenza, come si diceva, è il pegno pagato alla realtà sociale. Un tema vero, sul quale, semmai, è tutto il resto dell’informazione a essere colpevolmente in ritardo. Per i fini del talk è il tema perfetto a chiusura del trio, perché è sentito nel profondo (come tutto ciò che riguarda la casa), è documentabile e si presta facilmente al reportage televisivo, inoltre, ciliegina, non è proprio direttamente qualcosa di cui incolpare il governo, perché i poteri locali fanno filtro con le loro ampie responsabilità in atti e omissioni.