Recensire Upas

La rappresentazione al contrario della cancel culture in Un posto al sole

Annarita Digiorgio

L'intellettuale della soap, conduttore di sinistra di un programma radiofonico, difende la libertà di espressione: "Non è con la censura che si ottiene una società più giusta". Ma gli ascoltatori non ci stanno

A Upas si torna a parlare di cancel culture, nella seconda puntata radiofonica che Michele Saviani, l’intellettuale della soap, dedica al tema. La sua posizione è chiara: non si può cancella l’arte, la storia, la letteratura, in nome del politicamente corretto. Gli ascoltatori non ci stanno: “Lei parla da una posizione privilegiata di maschio etero, bianco, e benestante” dicono a Michele “e non considera chi non è in una posizione dominante e non può difendersi”. Ma il giornalista, che pure dà voce ai suoi critici, non si smuove. “Non è con la censura che si ottiene una società più giusta. Così si cancella la libertà di espressione. Che va interpretata, non cancellata”. In una sorta di ribaltamento della realtà, il gioco delle parti nella soap è opposto al luogo comune. Michele, l’intellettuale di sinistra, è per la libertà di espressione, mentre il “popolo” degli ascoltatori è per la censura. In ascolto ci sono anche Filippo, l’editore, e Silvia, l’ex moglie. Tutti sembrano guardare Michele straniti, come se la libertà di espressione, oggi, fosse la vera assurdità e Michele l’eretico.

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