i rapporti sono cambiati
Il patriarca Vespa benedice il (nuovo) sindacato Rai Meloni
Nasce Unirai, un'altra associazione di categoria per i giornalisti della televisione pubblica. Sarà l'anti Usigrai, lo storico sindacato rosso. Oggi all'Auditorium due pini il battesimo con Sangiuilano, Rao, Mellone, Petrecca
Introduce Francesco Giorgino, saluta Gennaro Sangiuliano, ma li benedice tutti Bruno Vespa. Nasce il nuovo sindacato Rai dei giornalisti, l’anti Usigrai, e lo battezza il patriarca. Alla fine ci siamo sbagliati tutti. Tra Giampaolo Rossi, Roberto Sergio e Gianmarco Chiocci, finisce che il prossimo ad Rai lo fa Vespa. Sarebbe solo da Porta a Porta. Il sindacato si chiama Unirai. Quello riconosciuto dalla Fnsi è l’Usigrai, lo storico sindacato rosso, una specie di Fiom del cronista televisivo. Ogni volta che i giornalisti Rai, di destra e di sinistra, si riuniscono, finisce a stracci. Anche qui, come nel Pd, ci sono le correnti. Quella di destra è Pluralismo e libertà ed è stata fondata dal ministro Sangiuliano, ex direttore del Tg2, e da Paolo Corsini, il direttore Rai dell’approfondimento. La corrente è sempre stata di minoranza, ma adesso al governo c’è Meloni e i rapporti sono cambiati.
Si aggiunga pure che l’Usigrai è malconcio per via di una storiaccia brutta, brutta. Ammanchi dalle casse, indagini. L’Usigrai è stata da anni governata da Vittorio Di Trapani che adesso, quando si dice il destino, è presidente della Fnsi, la Federazione nazionale stampa italiana che dovrebbe riconoscere il nuovo sindacato che conta già 300 iscritti. All’Auditorium Due Pini, oggi, la destra Rai fa in pratica il suo pride. Sul palco ci saranno gli hobbit Rai di Meloni: Nicola Rao (il filosofo del nuovo sindacato) Angelo Mellone (l’attor giovane) Paolo Petrecca (Patapetrecca) oltre al carroccio leghista Rai (Giorgino, Angela Mariella, Jacopo Volpi). Infine il big a sorpresa, che è Vespa. Fa due programmi Rai, si premura a organizzare le vacanze della premier, tiene i rapporti con Schlein, scrive pure libri. Il prossimo non può che essere il “Raiarcato. Ritratto di una televisione dal primo Vespa al terzo Vespa”.