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L'anniversario

I 70 anni di Mamma Rai

Il 3 gennaio 1954 la televisione pubblica faceva il suo ingresso nelle case degli italiani. All'epoca erano solo quindici mila gli apparecchi, oggi sono 43 milioni le televisioni distribuite su tutto il territorio nazionale

"La Rai, Radio Televisione italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive. Le maggiori trasmissioni dell' odierno programma sono: ore 11.00 Telecronaca dell' inaugurazione degli studi di Milano e dei trasmettitori di Torino e di Roma. ore 15.45. Pomeriggio sportivo ore 17.30 Le miserie del Signor Travet Un film diretto da Mario Soldati ore 19:00 Avventure dell’arte. Giambattista Tiepolo; ore 20;45 Telegiornale; ore 21:15 Teleclub; ore 21:45 L’osteria della posta di Carlo Goldoni, regia di Franco Enriquez. Signore e signori buon divertimento".

Così il 3 gennaio 1954, una domenica – la scelta dell'ultimo giorno della settimana non fu affatto casuale per un lancio così rivoluzionario – Fulvia Colombo annunciava la programmazione ufficiale con cui il servizio pubblico televisivo, settant'anni fa, fece per la prima volta il suo ingresso nelle case degli italiani. In un'epoca segnata dalla ricostruzione post-bellica e da un analfabetismo diffuso, il mezzo televisivo si apprestava ad accompagnare il nostro paese, assumendo su di sè una funzione pedagogica e culturale che assegnerà alla rete di servizio pubblico l'appellativo di Mamma Rai

"Settant'anni fa la Rai iniziava le sue trasmissioni e da quel momento non ha mai cessato di accompagnare il processo collettivo di crescita e cambiamento culturale, sociale e civile. Colgo l'occasione di quest'importante anniversario per ringraziare la Rai del lavoro che da 70 anni svolge nel narrare la nostra nazione", gli auguri della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che ha voluto ricordare come "oggi il Servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, pur in un mercato fortemente diversificato, resta garanzia di pluralismo e democrazia, e trova ancora il suo fondamento nella vocazione di settant'anni fa".

 

Allora non si poteva parlare certo di un'industria dell'audiovisivo: la televisione si basava su un modello artigianale fatto di mestieri mutuati dal cinema, dalla radio e dagli schemi statunitensi. La stessa Fulvia Colombo, prima annunciatrice e volto femminile della tv italiana, era all'epoca una conduttrice radiofonica, mentre Mike Bongiorno, che inagurò quella domenica con il programma Arrivi e Partenze, proveniva da una lunga esperienza come speaker negli Stati Uniti. Alcune sperimentazioni avevano preceduto il lancio del 3 gennaio, ma quella che in un primo momento veniva chiamata "radio con immagini" conoscerà un rapido sviluppo tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Se nel 1954 erano solo quindici mila gli apparecchi televisivi, il cui costo oscillava tra le 160 mila e il milione di lire e rendeva il mezzo pressochè inaccessibile per la maggior parte degli italiani, oggi sono 43 milioni le televisioni distribuite su tutto il territorio nazionale.

 

La nascita di figure manageriali e dirigenziali all'interno di un'azienda che andava costruendo la sua identità, l'inaugurazione del secondo canale nel 1961, allora chiamato Secondo Programma, l'avvento delle trasmissioni a colori e il decollo della terza rete, oggi Rai 3, nel 1979 sono alcuni dei momenti che hanno fatto la storia della Rai e del nostro paese.

L'azienda di servizio pubblico radiotelevisivo, che oggi compie 70 anni, ha attraversato fasi e contingenze diverse, segnate dalle riforme istituzionali, dalla lottizzazione, dal duopolio con Mediaset e dalla rivoluzione digitale fino al più recente avvento delle piattaforme Ott, come Netflix, che hanno fatto traballare gli ascolti del public media service italiano. 

 

Nonostante le crisi e le contraddizioni, la Radiotelevisione di stato, è riuscita a mantenere il suo ruolo di garanzia per gli italiani, riscoperto soprattutto durante le fasi più critiche dell'emergenza pandemica in cui il servizio pubblico ha rappresentato un punto di riferimento per cui, ancora oggi, non si può smettere di voler bene a Mamma Rai.