Ricetta seriale
Arriva su Netflix One Day, l'adattamento del bestseller di David Nicholls
Il romanzo record di vendite diventa serie tv. Sette ore, dolci e malinconiche, ben spese
Dopo il successo dell'adattamento cinematografico con Anne Hathaway nel 2011, è la volta della serie tv. Coprendo un arco narrativo ampio, ogni puntata si presenta ricca drammaturgicamente e con una cura del racconto tipicamente british
Libro o film? Questa volta – e solo per questa volta – la risposta giusta pare serie tv. È arrivato infatti su Netflix l’adattamento seriale di One Day, prima bestseller nel 2009 di David Nicholls, poi film con Anne Hathaway e Jim Sturgess nel 2011.
La storia, nota ma per cui in richiamino non fa mai male, è la seguente: ci sono un lui e una lei – Dexter ed Emma – che si conoscono ad una festa all’università il 15 luglio del 1988. Il loro è un rapporto sempre in bilico tra l’amicizia e l’amore e, con un meccanismo narrativo semplice ed efficace, ritroviamo i protagonisti ogni 15 luglio dell’anno (dal 1989 agli anni Duemila) alle prese con le loro vite, più o meno condivise, e con l’evoluzione del loro rapporto. A volte il giorno prescelto è foriero di un evento importante, in altri casi gli eventi significativi di quel periodo sono già avvenuti e ne capiamo la portata per deduzione. Em e Dex sono agli antipodi come caratteristiche personali: lei fa parte della working class inglese (è – filologicamente - indiana e ha il volto della braverrima Ambika Mod, già vista nel gioiellino This is going to hurt), studiosa, costruttiva e che non crede sempre nelle proprie capacità. Lui (Leo Woodall) è un giovane bello, ricco e di successo ma ben poco motivato a trovare il proprio posto nel mondo e uno scopo del vivere. Il loro incontro sarà motivo di crescita per entrambi, di sprone e miglioramento. Perché ciascuno vede nell’altro più il positivo che il negativo, vede la possibilità che può essere più che quello che è in quel momento. Nella loro comune incertezza verso il futuro trovano un elemento di affiatamento (essendo puntello l’uno per l’altra).
La scansione temporale, già presente nel romanzo e che viene ripresa nella serie, pare essere molto adatta a questo formato: coprendo un arco narrativo ampio, ogni puntata è ricca drammaturgicamente, alternando momenti più emotivi ad altri più ordinari. La cura del racconto è quella tipica british (serie prodotta da Focus Films), in cui ogni elemento apparentemente semplice – dalle scelte di cast secondario alle location, le ambientazioni ed i costumi – tradisce un pensiero narrativo preciso. Discorso a parte è quello sulla colonna sonora, scelta con attenzione e con brani “manifesto” dei vari anni raccontati. Il formato – 14x30’ – appare quello giusto per raccontare la storia di Emma e Dexter, godibile e che mantiene un buon ritmo interno (anche se c’è da rilevare che negli episodi finali salta la ritualità temporale e vengono raccontati più anni in un unico episodio). Finale della storia (tristemente) noto ma con una vena dolceamara. Sette ore, dolci e malinconiche, ben spese.
Quali sono le scelte musicali di One Day?
Molto curata ed evocativa dello scorrere del tempo (dalla fine degli anni Ottanta agli anni Duemila) è la corposa colonna sonora che accompagna la vicenda di Em e Dex. Radiohead, The Cranberries, Blur, Belle & Sebastian, Lou Reed e molti altri (una media di sei canzoni a episodio) punteggiano il racconto, aumentano l’immedesimazione e il – sempre caro – effetto nostalgia. La playlist originale e completa della serie si trova qui.
Qual è il tono della serie in tre battute?
Sei una su un milione, Em.
Non sono neanche una su tre.
A cosa servono i giorni?
Non fare sesso con te è stato memorabile.
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