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Audaci anacronismi

La recensione di My Lady Jane, la serie tv disponibile dal 27 giugno su Prime Video con protagonisti Emily Bader, Edward Bluemel e Jordan Peters

Mariarosa Mancuso

MMW. Sta per Messy Millennial Women. Il genere di ragazza confusionaria e indecisa a tutto, magari con un passato complicato – subito promosso a Trauma-Che-Tutto-Giustifica, anche se era soltanto di un manoscritto rifiutato o mai finito. La protagonista di serie come “Girls” o “Fleabag”. Oppure del romanzo “Tutto quel che so sull’amore” di Dolly Alderton, ora diventato una serie su Prime Video – da non confondere con il film di Gabriele Muccino che ha quasi lo stesso titolo.
 

Aveva coniato l’acronimo Rachel Aroesti, che dalla newsletter del Guardian dedicata allo spettacolo ci informa sulle novità. C’è un nuovo acronimo, AAHH, che sta per Anachronistically Audacious Historical Heroine. Ovverosia un personaggio storico – una donna, ma neanche morti scriveremo “personaggia” che pure sembra l’ultimo avamposto del femminismo: e allora Zanna Bianca? Lo chiamiamo perso-cane o perso-lupo? – “audace in maniera anacronistica”. Stanno nel genere alt-fantasy, dove “alt” è l’abbreviazione di “alternative”. Contro-storia, o storia controfattuale.
 

“My Lady Jane”, per esempio. Comincerà il 27 giugno su Prime Video, lanciata come la serie che sfida “Bridgerton” (la serie dove ogni tanto spunta un attore nero o mulatto; insomma, qualcosa che stride con l’epoca Regency, il secondo decennio dell’Ottocento). Sceglie come protagonista “la regina dei nove giorni”: Lady Jane Grey, una delle ultime rappresentanti della dinastia Tudor, dal 1485 al 1603, quando Elisabetta I muore (le serie britanniche fanno ripassare quel che non entrava in testa durante le lezioni di storia).
 

Siamo a metà del 1500, Enrico VIII vuole un erede maschio (che una donna potesse salire al trono e restarci era fuori discussione). Jane Grey è quarta in linea di successione al trono. Ci arriva nel 1553, per evitare che la cattolica cugina Maria ripristini il cattolicesimo. Dopo dieci giorni viene imprigionata con il marito. Accusata di alto tradimento, morirà a 17 anni.
 

E qui arriva la scrittrice di turno. Scusate, ma finché non ne troveremo una davvero brava ci teniamo i nostri pregiudizi. “Posso risarcirla con un finale diverso”, pensa Ms Cynthia Hand: “Non farla morire come nei libri di storia, si sa che gli storici sono perlopiù  maschi”. E allora via di fantasy – alt-fantasy, perché immagina una versione alternativa della storia.
 

Piena di parolacce, primo segno di modernità. Lady Jane Gray ci sa fare con i pugnali (“il mio è più lungo del tuo”, detto a un maschio, è già nel trailer: lui ha una piccola arma “da borsetta”). Tra un combattimento e l’altro, molte scene bodice-ripper, strappacorsetti. Anche lo stupro è ammesso, per fedeltà storica naturalmente. Si sa che gli spettatori pudicamente guardano da un’altra parte.

 

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