Ricetta seriale

Torna Sausage Party con Cibopolis: surreale, scorretto, volgare ed eccentrico

In un mondo post apocalittico dove i cibi hanno preso il sopravvento sugli umani e li hanno sterminati, adesso toccherà a loro governare una nuova civiltà. Un'utopia culinaria politicamente scorretta dove l'elemento dissacrante si mescola con la critica sociale e il gusto per il surreale

Gaia Montanaro

Surreale, scorretto, volgare ed eccentrico. Questo è Sausage Party: Cibopolis, serie animata in otto episodi da circa mezz’ora ciascuno, disponibile su Amazon Prime Video e sequel del (quasi) omonimo film del 2016. Siamo in un mondo post apocalittico dove i cibi hanno preso il sopravvento sugli umani e li hanno sterminati. Ora tocca quindi a loro governare una nuova civiltà – se così si può dire – ma ben presto le calamità naturali e i dissapori scombinano gli equilibri.

L’utopia culinaria naufraga quasi subito e i protagonisti – Frank, Barry (un hot dog un po’ deformato), la sua fidanzata Brenda (panino per hot dog) e Sammy (bagel) – si ritrovano immersi in un mondo dominato dagli egoismi e i difetti tutti umani che lo abitavano precedentemente. Senza contare che anche solo un temporale può far fuori metà dei cibi presenti sulla Terra (panini inzuppati, frutta e verdura spiaccicata, pasta e riso fuori gioco). Compare improvvisamente anche un umano – indizio, questo, che in realtà l’umanità non è stata del tutto sconfitta – che prende con sé e porta via dei cibi (alcuni dei quali finiscono presto per essere da lui digeriti). Gli altri forse si possono ancora salvare? Seth Rogen, Evan Goldberg e Jonah Hill danno vita ad una sorta di versione profana, politicamente scorrettissima e volgare di Toy Story, con cibi umanizzati che parlano, pensano e agiscono mossi da proponimenti ed emozioni, ben lontani dall’cessere edificanti.

È una commedia nera a tutti gli effetti, dove l’elemento dissacrante si mescola con la critica sociale e il gusto per il surreale (condito con una buona dose di turpiloquio e sesso). L’animazione per adulti (rigorosamente adulti) è un terreno narrativo difficile e molto insidioso, che molto spesso vira verso toni estremi e molto peculiari (sono serie che, tendenzialmente, o si amano o si odiano). Praticamente assente in Italia, è praticato con alterne fortune nel mondo anglofono. Dal filone Simpson, Futurama, Griffin e South Park passando per BoJack Horseman e arrivando al più recente Carol e la fine del mondo, si sfruttano spesso le enormi potenzialità dell’animazione (e i suoi pochi vincoli) per mettere in scena situazioni estreme, esasperate e/o demenziali. A volte, si permette ad una finzione così manifestatamente tale di dire l’indicibile. Sausage Party: Cibopolis in questo non rappresenta un’eccezione: alterna risate amare a momenti di pura perplessità generale. Vale uno sguardo solo però a patto che si sappia a cosa si sta andando incontro. 

 

Qual è il tono della serie in tre battute? 

 

“Un solo cibo, un solo amore”. “In alto i denti”. "Niente è proibito quando si è amici”.

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