Los Alamos
I Frankenstein Rai di Meloni: ecco come hanno distrutto “Agorà”
Conduzioni scambiate, il programma è stato infarcito con rubriche, tutte assegnate a volti di destra, volti che fanno crollare gli ascolti a favore di “Omnibus”, di La7. Ci sono i dati. Così è crollato lo storico programma Rai
Ecco come dilapidare un patrimonio Rai, un programma, una rete, e umiliare perfino i conduttori che la destra ha scelto. Da un anno, Agorà, la striscia mattutina di Rai tre, è stata scippata alla sinistra, portata via al suo storico volto, Monica Giandotti, e consegnata a due conduttori voluti dai dirigenti di Meloni. Fin qui, uno direbbe, poco male. È la Rai. Vero. Giandotti è stata costretta a ricominciare, a “Linea Notte”, Agorà è stata invece consegnata a Roberto Inciocchi e Francesca Martelli, un’inviata del programma. Non si può dire nulla sulla conduzione di Inciocchi come su quella di Martelli. Inciocchi è un volto che gli italiani conoscono, per tanti anni a Sky, ed è anche apprezzato dal sottosegretario Fazzolari, il colonnello Kurtz di Meloni.
Agorà fa così gola alla destra che la conduzione estiva se lo sono contesa sia FdI e Lega che almeno su Agorà hanno trovato un accordo: sfasciarla. Il prossimo anno, chi conduce il programma? Veniva dato per scontato che i due conduttori venissero riconfermati anche solo per dimostrare: “Stiamo sperimentando, l’anno scorso abbiamo fatto poco, ma quest’anno, vedrete, faremo meglio”. Tra l’altro, sia Inciocchi sia Martelli hanno sempre ricevuti complimenti da Paolo Corsini, il direttore degli Approfondimenti, che ha in mano le conduzioni. In questi giorni la novità. Toccare Inciocchi rischia di sollevare la protesta del colonnello Fazzolari, più facile è sostituire Martelli. Sarebbe curioso sapere cosa ne pensa Meloni, che rilascia interviste importanti al settimanale Chi, su come vengono trattate le donne in Rai. La casella di Martelli viene scambiata.
Per il prossimo anno la conduzione deve passare a Lucia Loffredo che un ruolo già lo ha. Insieme a Federico Ruffo, altro volto in ascesa della destra, ha uno spazio a “Mi Manda Rai tre”. Loffredo deve prendere il posto di Martelli ma non per logica editoriale, ma solo perché libererebbe “Mi manda Rai tre” per consegnarlo a Ylenia Buonviso, una giornalista su cui la destra punta. Anche qui, poco male, se non fosse che Buonviso è già stata puntata da Cdr Approfondimenti. È una giornalista da collegamento, e durante il 25 aprile nel corso di “Restart”, programma di Annalisa Bruchi, è stata protagonista di un caso. Durante la manifestazione a Porta San Paolo, la Brigata ebraica sfilava e ci sono stati tafferugli con i giovani palestinesi. In diretta, Buonviso, spaventata, dice: “C’è stata una carica della Brigata ebraica”. Sopraggiunge Pacifici, ex presidente della Comunità ebraica, e la riprende in diretta: “Non c’è stata nessuna carica!”. Buonviso viene corretta dalla Bruchi: “Stiamo attenti con le parole”, tanto che Buonviso deve contraddirsi, precisare: “Non c’è stata nessuna carica”. Il cdr, in una nota, la difende ma chiede all’azienda di fare attenzione, di spedire in manifestazioni difficili, giornalisti meno giovani.
Il paradosso è un altro. Buonviso, che ora l’esperienza l’ha maturata per fare i collegamenti, viene spedita in studio a “Mi Manda Rai tre” (per permettere a Loffredo di andare ad Agorà) l’altra, Martelli, anche lei dopo un anno alla conduzione, viene mandata a fare i collegamenti di Agorà, che è ormai il parco giochi Rai, la Los Alamos di destra. Quest’estate è stata autosabotata, infarcita con rubriche, tutte assegnate a volti di destra, volti che fanno crollare gli ascolti a favore di “Omnibus”, di La7. Ci sono i dati. Sono rubriche che fanno scendere il programma sotto lo zero per cento. Ecco dunque come viene maneggiato un programma, ecco come vengono scambiati i giornalisti, ammazzata una striscia, abiurate le scelte. Era vero che Rai tre era faziosa, a tratti insopportabile, ma questa fine non la meritano neppure i nemici: una rete bombardata per farne il laboratorio di destra, la camera dei dottor Frankenstein di Colle Oppio.
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