Immagine tratta dal trailer che annuncia l'avvio della produzione della serie "El eternauta" (Foto Netflix)

Magazine

La neve che uccide: su Netflix l'opera (maledetta) di Oesterheld

Maurizio Stefanini

Arriva la serie “L’Eternauta”, dal fumetto argentino che disegnava l’imperialismo come una nevicata radioattiva. L’autore fu desaparecido

L’Eternauta, uno dei personaggi più fortunati del mondo dei fumetti dal punto di vista del successo tra i lettori ma uno dei più sfortunati dal punto di vista di protagonisti e autori, sbarca su Netflix. Non subito: le sei puntate annunciate andranno in onda nel 2025. Ma sono state diffuse le prime immagini ufficiali della serie, che oltre a essere argentina di origine lo sarà anche nella realizzazione. Regista Bruno Stagnaro; soggetto dello stesso Stagnaro e di Ariel Staltari; protagonista principale Ricardo Darín, che è forse l’unico volto noto anche da noi. Interprete de “Il segreto dei suoi occhi”, Oscar nel 2010 come miglior film straniero, è stato paragonato da Quentin Tarantino ad Al Pacino. Consulente creativo sarà poi Martín Mórtola Oesterheld, il nipote dell’autore originale. Marchio di garanzia per un rifacimento che sposta la storia dagli anni 50' ai giorni nostri. Il primo trailer mostra la troupe al lavoro, in bianco e nero. E poi Ricardo Darín. Dopo ancora i suoi occhi, come in una maschera. Quindi si passa al colore. E appare Darín sotto una tempesta di neve: con una cuffia, una maschera antigas e un fucile in mano. Infine, la scritta orgogliosa: “Echo in Argentina, en producción El Eternauta”. Ciò già basta a proiettare le attese dei fan alle stelle, com’è giusto augurarsi per una storia come questa.

Dalle stelle, infatti, arriva la minaccia che in una notte d’inverno viene rivelata da un viaggiatore del tempo, dello spazio e delle dimensioni apparso come un fantasma a Buenos Aires davanti alla scrivania di Germán. Attenzione: si chiama Héctor Germán Oesterheld proprio lo sceneggiatore di fumetti che tra 1957 e il ’59  realizza quel personaggio. Prima puntata il 4 settembre 1957, appare su Suplemento Semanal Hora Cero: rivista di fumetti della casa editrice Frontera fondata dallo stesso Héctor Germán Oesterheld, e per cui disegna anche il futuro creatore di Corto Maltese, Hugo Pratt. Lì realizza Sgt. Kirk, Ernie Pike, Ticonderoga e Jungleman. 

Ora, Germán è proprio uno sceneggiatore di fumetti. L’apparizione dice d’aver molti nomi, ma un filosofo l’ha definito Khruner, il vagabondo dell’infinito. Appunto “El Eternauta”. La storia che racconta parte anch’essa da una notte d’inverno in cui si chiama ancora Juan Salvo e sta giocando con alcuni amici a truco: un gioco a carte che in Argentina e in America Latina ha la popolarità che hanno da noi scopa, briscola o tresette, e che anche in Italia ha una limitata presenza in alcune zone grazie ai migranti di ritorno. Il secondo dei quattro è Favalli: un professore di fisica di cui l’esegesi politica del fumetto osserverà anni dopo che assomiglia a Salvador Allende. Il terzo è Herbert: impiegato. Il quarto è Polsky: pensionato e liutaio. La radio dice che c’è stata un’esplosione nucleare in Congo, e che il fallout viaggia verso l’America Latina. Poi vedono che la notte è illuminata da una nevicata fosforescente, e chi tocca i fiocchi muore. È iniziato un attacco dal cielo; una guerra d’invasione aliena originata da una entità misteriosa. In casa si è al sicuro, ma bisogna uscire per trovare cibo e difendersi. Qui nasce la curiosa immagine dell’Eternauta, che cerca di proteggersi dalla neve mortale con quello che trova:  una maschera, una muta, guanti di gomma. Una via di mezzo tra un sommozzatore di terra e un astronauta fai da te. 

Accanto alla nevicata radioattiva si vedono aerei distrutti da un fascio di luce, insetti giganti radiocomandati, nuvole che inducono allucinazioni, esseri umani a loro volta trasformati in automi da un telecomando applicato alla nuca, umanoidi nani con tredici dita che si rivelano anch’essi sventurati schiavi, altre allucinazioni, mostri giganti. Ogni disperata difesa si rivela inutile, e alla fine l’Eternauta riesce solo a scappare via su una nave aliena in grado di viaggiare anche nel tempo, e da cui dopo un lungo girovagare per l’universo alla ricerca della sua famiglia si è ritrovato proiettato proprio sulla sedia del disegnatore. Scopre di essere tornato a casa, ma in quel momento inizia a nevicare. L’incubo si è rinchiuso su sé stesso.

Dramma per il protagonista, dunque. Ma non è che all’autore andò tanto meglio. Oesterheld, infatti, finì nella lista dei desaparecidos proprio in quel 1977 in cui in Italia L’Eternauta fu conosciuto dal grande pubblico con la pubblicazione su Lanciostory. Più precisamente Oesterheld, classe 1919, fu prelevato da una squadra armata il 21 aprile, per la sua vicinanza al movimento peronista di sinistra dei Montoneros. Dal giugno dell’anno precedente erano desaparecidas due sue figlie, Beatriz Marta e Diana Irene, quest’ultima incinta di sei mesi. Nel novembre 1977 a scomparire è una terza figlia, Marina, incinta di otto mesi e il cui marito era già desaparecido. Il mese dopo viene uccisa, insieme al marito, anche Estrela Inés, l’ultima figlia fino ad allora sopravvissuta alla Guerra sporca della giunta militare argentina. Secondo i registri poi ritrovati, Oesterheld sarebbe stato detenuto nella caserma Campo de Mayo e nei centri di detenzione clandestina conosciuti come El Vesubio e El Sheraton, e sarebbe stato visto anche nel Batallón de Arsenales 601 Domingo Viejobueno. Sarebbe stato infine assassinato, si crede, a Mercedes, in provincia di Buenos Aires, nel 1978. Gli unici sopravvissuti della famiglia sono stati la moglie Elsa e il figlio di Estrela Inés, consegnato alla nonna. Lei divenne poi attivista delle Nonne di Plaza de Mayo; lui è quel Martín Mórtola Oesterheld che abbiamo già incontrato come consulente creativo della serie. 

D’altra parte, anche il disegnatore Francisco Solano López, nato nel 1928 e scomparso nel 2011, aveva un nome simbolo. Il suo omonimo bisnonno era stato infatti il presidente del Paraguay che tra 1864 e 1870 aveva affrontato Brasile, Argentina e Uruguay in quella Guerra della Triplice Alleanza nella quale era stato annientato il 90 per cento della popolazione paraguayana. Lui compreso, crivellato di colpi da un nugolo di cavalleggeri brasiliani, stile Custer a Little Big Horn. Allora era stato definito il “Napoleone del Plata”, un’impressione moderna potrebbe accostarlo forse a Saddam Hussein, ma non manca anche un’interpretazione che ne fa un eroe terzomondista: il fautore di un modello di sviluppo autoctono per questo stroncato dall’imperialismo inglese attraverso i suoi “fantocci” locali. Curiosamente, l’inconfondibile tratto di questo pronipote fumettaro del Maresciallo López gli italiani degli anni Sessanta lo avevano conosciuto soprattutto attraverso i giornaletti di guerra della londinese Fleetway, esaltatori delle gesta belliche britanniche durante la Seconda guerra mondiale. 

A parte la maestria del disegno e della trama e una descrizione di Buenos Aires oggi studiata anche dagli urbanisti, l’Eternauta riprende uno schema tipico della fantascienza dell’epoca, ma con una differenza. Nella fantascienza americana anni Cinquanta l’invasione aliena era infatti una trasparente metafora del pericolo sovietico, ma in seguito a una particolare evoluzione. In effetti, l’origine di tutto è nella Guerra Franco-Prussiana del 1871, che colpì l’immaginario collettivo occidentale con lo spettacolo delle folle di civili francesi che fuggivano davanti agli invasori. Qualcosa che si sarebbe tornato a vedere nelle guerre successive. La stessa “Leggenda del Piave” a un certo punto ricorda “ahi quanta gente ha visto / venir giù, lasciare il tetto / poiché il nemico irruppe a Caporetto / profughi ovunque dai lontani monti / venivano a gremir tutti i suoi ponti”.

Ma già dal 1871  il racconto “The Battle of Dorking: Reminiscences of a Volunteer” nell’immaginare una invasione tedesca dell’Inghilterra lanciava un genere letterario che sarebbe stato definito “letteratura sull’invasione” o “romanzo sull’invasione” o “genere sulla guerra futura”, che di lì al 1914 avrebbe prodotto almeno 400 titoli. In particolare il pubblico britannico si divertiva nello spaventarsi per possibili sbarchi oltremanica da parte sia di francesi che di russi o tedeschi, ma ci furono bestseller anche negli Usa, in vari paesi europei e perfino in Asia. Chiaramente, era la proiezione dell’angoscia per un pericolo reale, che in effetti sarebbe poi divenuto una terribile realtà con le due guerre mondiali. Curiosamente, però, il suo effettivo inverarsi in qualche modo estinse il genere, appunto dopo l’inizio della Grande Guerra. Con l’unica eccezione di una variante particolarmente fantasiosa scritta nel 1896 dall’inglese Herbert George Wells, e in cui gli invasori che mettevano la gente in fuga erano addirittura Marziani. Titolo: “La guerra dei mondi”.

Creatore della fantascienza moderna assieme al francese Jules Verne, Wells ne incarna però una visione sostanzialmente pessimista, anche se va notato che pure il francese con la vecchiaia iniziò a occuparsi più dei rischi del progresso che delle sue opportunità. Mentre poi Verne è sostanzialmente un figlio dell’ottimismo liberale ottocentesco, Wells è un socialista, che crea alcuni archetipi base della fantascienza moderna appunto per denunciare il capitalismo. “La macchina del tempo” , del 1895, serve infatti al suo inventore per andare nell’anno 802.701 a scoprire come la divisione in classi sia entrata nell’evoluzione, dividendo l’umanità in due specie diverse. Sia “L’uomo invisibile” che “L’isola del Dottor Moreau”, pure del 1896, mettono in guardia da esperimenti senza controllo. E la “Guerra dei Mondi” ammonisce gli occidentali spaventati dal rischio di invasione ma a loro volta invasori del mondo con un imperialismo colonialista giustificato dalla “superiorità” di civiltà: ma vi piacerebbe se proprio in nome di questa superiorità un popolo alieno si mettesse a massacrare i terrestri?  

Insomma, l’idea dell’invasione aliena nasce nella “sinistra anticolonialista”, ma già nel 1938 la famosa trasposizione radiofonica ultra-realistica che ne fa Orson Welles spaventando mezzi Stati Uniti sembra alludere piuttosto al pericolo nazista, e nel 1953 l’ulteriore adattamento cinematografico si inserisce in uno scenario in cui registi di Hollywood e romanzieri fanno evidentemente riferimento alla minaccia sovietica. Tra i romanzieri che si inseriscono nel filone c’è Robert Anson Heinlein: vissuto tra 1907 e 1988, e soprannominato anche “il John Wayne della fantascienza” per una peculiare visione libertaria che mescolava un duro anticomunismo a idee che ad esempio sulla sessualità erano quasi hippy. Un suo plot tipico era quello di uno o più personaggi decisi che con coraggio e determinazione affrontano situazioni gravi, spesso apocalittiche. Del 1941, poco prima di Pearl Harbor, è ad esempio “Sesta colonna”, dove in sei si mettono per sconfiggere l’invasione giapponese degli Stati Uniti. Se vogliamo, è un estremo esempio di “letteratura d’invasione” classica. Ma dieci anni dopo uno dei suoi libri più noti è invece un “The Puppet Masters”, titolato in italiano “Il terrore dalla sesta luna”, in cui gli alieni invasori sono in grado di attaccarsi all’uomo come parassiti, condizionandone comportamento e discorsi. Metafora non solo del pericolo comunista, ma addirittura dei ripetitori di slogan marxisti dopo aver avuto il cervello lavato dalla propaganda “rossa”.

Ebbene: è questo il chiaro modello degli alieni invasori dell’Eternauta. Anche se questi usano anche tanti altri strumenti, e il cervello lo condizionano con strumenti meccanici piuttosto che biologici. Ma nell’Argentina degli anni successivi al rovesciamento di Perón e della repressione contro i suoi seguaci, la vicenda venne letta invece come un apologo anti imperialista. L’identificazione sarebbe stata accentuata dopo la Guerra Sporca contro il terrorismo degli anni Settanta e con la vicenda personale di Oesterheld, che comunque nel 1968 aveva scritto a fumetti anche una biografia di Che Guevara; nel 1970 una “Guerra degli Antartes” in cui erano Usa e Urss assieme a consegnare a invasori alieni l’America Latina, dove iniziava la resistenza; pure nel 1970 una biografia di Evita, nel 1973 un impegnativo “450 anni di guerra contro l’imperialismo”. L’ambientazione di molte scene nello stadio del River Plate è stata considerata una sorta di profezia del suo uso da parte del dittatore Videla come campo di concentramento, mentre il tremendo inverno radioattivo di neve fosforescente che uccide venne letto come simbolo delle crisi economiche ricorrenti.

Anche in Italia, d’altronde, l’Eternauta è stato un personaggio coccolato soprattutto a sinistra: ricordiamo qualche anno fa alla facoltà di Lettere di Roma un collettivo che si chiamava Letternauta. E l’Eternauta è stato anche un personaggio iconico della mitologia dei coniugi Kirchner, col loro neo-peronismo di sinistra. Néstor dopo la morte fu rappresentato come Nestornauta, e nel 2012 il sindaco di Buenos Aires e futuro presidente Mauricio Macri denunciò che l’Eternauta veniva fatto studiare nelle scuole secondarie come forma di indottrinamento. Ma anche Alejandro Scutti, il proprietario del copyright, protestò.   

Il fatto che un video promozionale con scene del dietro le quinte delle riprese sia stato diffuso nel maggio del 2023 e che l’uscita delle sei puntate fosse stata in un primo momento annunciata per il 2024 dà l’idea peraltro di una certa fatica di realizzazione. Ma, l’abbiamo ricordato all’inizio, una sorta di maledizione dell’Eternauta ha accomunato non solo autore e protagonista, ma anche chi ha provato varie volte a trasporlo. Lo stesso Oesterheld tra fine anni 60 e inizio anni 70 provò a farne un cartone animato, che avrebbe dovuto essere lui stesso a presentare. Ma i soldi finirono subito. Nel 1989 ci provò il famoso regista Pino Solanas: anche lui senza esito. Nel 2003 tornò alla carica suo figlio Juan Diego: altro flop. A quel punto, l’altro famoso regista argentino Adolfo Martín Aristarain Tamburri provò a trovare fondi negli Usa. Ma gli dissero che si erano già fatte troppe invasioni aliene al cinema e in tv per potere ancora interessare. Falliti un tentativo italiano del 2007 e un altro del 2008, nel 2018 parte infine il progetto che porterà alla serie Netflix. Nel frattempo, i personaggi sono stati realizzati con l’intelligenza artificiale; l’Eternauta è diventato anche un gioco di ruolo, un videogioco, un gioco da tavolo; ci sono stati un adattamento radiofonico, uno teatrale e due album musicali.  

Nel frattempo, sindaco di Buenos Aires è diventato Jorge Macri, cugino di Mauricio. Ma, soprattutto, presidente è stato eletto il libertarian Jorge Milei: un che la pensa come Heinlein nella terra di Oesterheld. L’interpretazione tradizionale era che gli alieni rappresentavano i golpisti di destra alleati degli Usa, ma anche gli eredi del kirchnerismo, le Nonne di Plaza de Mayo e altri leader della sinistra latino-americana in questo momento sembrano ammettere che uno di sinistra anti Usa come Maduro può avere l’effetto di una nevicata radioattiva.