Ricetta seriale

Drammoni familiari tra ricchi e qualche cliché: ecco The Perfect Couple

Sei puntate disponibili su Netflix per una serie giallo-mistery che promette ciò che mantiene: essere un racconto largo, dal meccanismo narrativo senza grandi guizzi ma dalla confezione impeccabile

Gaia Montanaro

Drammoni famigliari tra ricchi, in salsa pop e aventi come sfondo Nantucket. Marchio di fabbrica: Susanne Bier che firma la regia di The Perfect couple, serie giallo-mistery in sei episodi disponibile su Netflix che promette ciò che mantiene (ovvero di essere un racconto largo, dal meccanismo narrativo senza grandi guizzi ma dalla confezione impeccabile). Perno della serie è Nicole Kidman che interpreta Greer, scrittrice di gialli di enorme successo e appartenete a un mondo alto borghese, che si trova nella villa di famiglia al mare dove sta per essere celebrato il matrimonio del suo secondo figlio (che ha scelto come moglie Amelia, una ragazza di estrazione sociale molto più umile). Completano la famiglia il marito della Greer – Tag Winbury (Liev Schreiber) e altri due figli maschi.
 

La Kidman non vede di buon occhio la futura nuora che, a suo dire, si sforza ben poco per amalgamarsi e conoscere la famiglia del futuro marito, dimostrando forse in questo una mancanza di vero coinvolgimento affettivo. Fatto sta che il matrimonio salta causa morto trovato sulla spiaggia (di cui si svela l’identità alla fine del primo episodio, qui la tacciamo per evitare di guastare la “sorpresa”). Comincia così un’indagine stile Agatha Christie in cui tutti sono sospettati e parrebbero detentori di un valido movente per l’assassinio. Indaga una poliziotta dall’aspetto trascurato ma dalle spiccate capacità che arriverà a risolvere il – neanche troppo intricato – rebus.
 

La Bier, avvezza alla sensibilità verso la messa in scena già dimostrata in prodotti tipo The Undoing – costruisce una netta discrasia cromatica e visiva tra il mondo della famiglia, colorato, sfarzoso e con un tocco posh che scivola subito nel kitch e il mondo reale della polizia, caratterizzato dai toni lividi della sala degli interrogatori. La narrazione appare fin da subito molto generalista, con personaggi abbastanza squadrati nella loro caratterizzazione fino a sfociare – a volte – nel cliché.
 

È un racconto dal linguaggio semplice, che punta a un pubblico ampio ma con i mezzi produttivi e le finezze di messa in scena da grande industria americana. Fa il suo, ha l’obiettivo di intrattenere senza impegno e in questo riesce. Il meccanismo del mistero da risolvere funziona sempre e il cast, sia di protagonisti che comprimari, è di alto livello e ben pensato. Il segreto forse sta nella durata: sei episodi. Perfetto per riempire le serate di un week end o qualche ormai fresca serata da divano. E poi la Kidman ormai è avvezza a questa tipologia di personaggio quindi – a suo modo – rassicurante. Proprio quello che un buon prodotto generalista deve fare.

Qual è il tono della serie in quattro battute? 

"Classica tragedia americana. La pecora nera alcolizzata ha perso tutto al gioco". 

"Un intimo cottage da quaranta milioni di dollari affacciato sul mare". 

"Vorrei solo essere sicura che lei adori te allo stesso modo". 

"Almeno io ho scelto una moglie che si abbina con l’arredamento".

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