Ricetta seriale

The Residence, una serie mistery dal tono satirico ambientata alla Casa Bianca

La detective Cordelia Cupp, chiamata a indagare sull'omicidio di un maggiordomo ad una cena di Stato australiana, mette in scena un racconto che intrattiene, senza pretese, ma con una sua specificità ben precisa

Gaia Montanaro

Cena con delitto alla Casa Bianca. Questo in breve il ricettario di The Residence, serie mistery in otto episodi dal tono satirico, disponibile su Netflix e creata da Shonda Rymes, re(gina) Mida della serialità contemporanea. Siamo ad una cena di Stato australiana con centocinquanta invitati durante la quale viene ucciso il maggiordomo della Casa Bianca, Wynter, uomo all’apparenza mite e benvoluto da tutti (spoiler: non sarà proprio così). Viene chiamata a risolvere il mistero la detective Cordelia Cupp, pluridecorata e definita “la migliore detective al mondo”. Fine ornitologa e con una passione culinaria per le sardine, l’eccentrica Cordelia si muove nelle indagine con un piglio alla Agatha Chrstie, non trascirando nessun dettagio e mettendo a frutto – con la dovuta pazienza – il suo incredibile ingegno. La narrazione procede su due assi principali: i flashback nel passato che ricostruiscono quanto accaduto con le indagini della Cupp sul campo e l’udienza tenutasi mesi dopo, in cui diversi dipendenti della Casa Bianca e ospiti della serata di gala vengono interrogati dai senatori (parecchio litigiosi) di turno.

La serie, basata sul libro omonimo di Kate Andersen Browe che raccoglie diverse testimonianze del personale di servizio che lavora alle dipendenze del Presidente americano (dai cuochi alle cameriere, passando per le sarte e la sicurezza), mostra un microcosmo cangiante che sta dietro le quinte della politica americana, avendone una visione del tutto particolare. Il tono della serie – elemento molto connotativo del racconto – è molto peculiare e a tratti strano, ondeggiando tra elementi più classici e passaggi invece spiazzanti e quasi stranianti. Il motore narrativo non è dei più forti e la storia, pur partendo da buone premesse, stenta ad avere la brillantezza di prodotti in qualche modo parenti come Only murders in the building. Uzu Aduba, che interpreta Cordelia, è credibile nel ruolo anche se non sempre così efficace. La sua stranezza che la rende fuori dagli schemi e in qualche passaggio persino eccessiva, è fatta di silenzi e ironia surreale. Una serie particolare, fuori dalla confort zone dei prodotti della Rymes che di solito sono più larghi e puntano sull’emotività. Qui ci si sposta (anche un po’ coraggiosamente) verso altri terreni, in qualche modo più “sperimentali”, proponendo un racconto di genere che intrattiene – senza pretese – ma con una sua specificità ben precisa. Per chi cerca una serie leggera ma di gusto.


Qual è il tono della serie in tre battute?

“Sulla Terra non c’è altro posto come questo. È più grande di lei”.

“Mi chiedo come mai lei indossi la camicia di un uomo morto”.

“Chiudete le porte. Subito”.

Di più su questi argomenti: