Non solo diamanti a Ferrara
Alla Fondazione Bruno Zevi una mostra racconta l’opera di Biagio Rossetti, misterioso architetto del primo rinascimento ferrarese autore dell'addizione erculea
Nell’anno del centenario di Bruno Zevi, che ha visto la grande mostra al Maxxi e molti convegni in giro per il mondo (Italia, Usa, Israele) arriva anche una piccola mostra aperta fino all’11 febbraio alla Fondazione omonima che ha sede nella casa dove ha abitato il grande architetto sulla via Nomentana.
E’ dedicata a Biagio Rossetti, misterioso architetto del primo rinascimento ferrarese autore dell'addizione erculea, cioè tutta la parte nuova della città pianificata da Ercole I d’Este al di sopra del castello, quella fatta di lunghi viali diritti.
L’intelligenza di Rossetti, che forse era solo un capomastro o “inzegnero” (all’epoca gli architetti muovevano i primi passi come professione), si è concentrata sugli incroci: costruire palazzi importanti, delle famiglie più facoltose, per realizzare subito i nodi della nuova mappa come il Palazzo dei Diamanti, proprio all’incrocio principale, il più celebre e imponente con suo bel bugnato appuntito.
Il resto è stato costruito con calma, isolando gli ampi giardini con lunghi muretti come quello dei Finzi-Contini (che in realtà non esiste, come ha sempre ripetuto Giorgio Bassani).
Zevi, che molto amava Ferrara ed era amico dello scrittore e della sua memoria ebraica, organizzò una mostra su Rossetti nel 1956 alla biblioteca con un allestimento di Costantino Dardi e altri giovani studenti dello Iuav di Venezia dove allora insegnava, tra cui Valeriano Pastor. Ora la mostra viene ripetuta su un allestimento di quest’ultimo e insieme alla ristampa di “Saper vedere la città. Ferrara di Biagio Rossetti la prima città moderna d’Europa” (Giunti), uscito originariamente da Einaudi nel 1960.