ra Von Furstenberg nel 2009 tra Ferdinando Brachetti Peretti e Cristiano Rattazzi

La vita sovrana spericolata di Ira Fürstenberg

Michele Masneri

Una biografia fotografica celebra una grande principessa del Novecento italiano

Rappresenta certamente uno dei mischioni più interessanti che il Novecento italiano abbia creato, con una fusione austro-torinese-romana, Ira Fürstenberg, nome completo Sua Altezza Serenissima Virginia Carolina Theresa Pancrazia Galdina zu Fürstenberg, nata a Roma nel 1940, ivi residente, dopo una vita abbastanza variegata. Figlia di Clara Agnelli e del primo marito, il principe tedesco Tassilo, austriaco squattrinato. Lui ambiva a un ruolo in Fiat (ma il suocero Senatore: è un principe? Che faccia il principe), lei fu fotografata da Helmut Newton e Cecil Beaton, lavorò con Diana Vreeland e soprattutto in “Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue”, sequel della saga sordiana, in cui faceva la dottoressa Olivieri, assistente dell’avido chirurgo Azzarini interpretato peraltro dal secondo marito di sua madre, Giovanni Nuvoletti. Era molto amata dallo zio Gianni Agnelli, ha avuto una vita anche dolorosa, col fratello Egon (che ha poi generato la dinastia belga-americana delle wrap dress con Diane Fürstenberg) perito prematuramente, come il figlio Cristoph.

 

Adesso viene celebrata da una “lavish photographic biography” che uscirà a giugno per HarperCollins, “Ira: the Life and Times of a Princess”, dove in cambio di 50 sterline si avrà, per mano del biografo Nicholas Foulkes, “una moderna fiaba che comincia nel 1955 quando la impossibilmente bella principessa finisce sotto i riflettori sposando il principe Alfonso di Hohenlohe-Langenburg alla scandalosa età di quindici anni”, proclama il comunicato stampa, “e il loro matrimonio fu un sogno che divenne realtà, si svolse a Venezia, dove la coppia arrivò in chiesa in gondola” (cosa abbastanza normale in una città senza macchine). Lui aveva l’esclusiva delle concessionarie Volkswagen per il Messico, lei si risposò col playboy Baby Pignatari. La si andò a trovare a Roma, una volta, dalle parti di via Nazionale, ed era particolarmente felice per una scatola di cioccolatini che la Lindt le aveva mandato, personalizzata con l’HSH e la corona chiusa di riguardo: coniugando così due sue grandi passioni, le prerogative araldiche e i dolcetti.

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